Serie A, le pagelle ragionate della ventisettesima giornata

La pennellata di verde, per l’affresco scudetto, l’aveva data Dimarco: nessuno come lui sa dipingere col piede sinistro. La sua punizione per il vantaggio dell’Inter nello scontro per il titolo vale un 7,5. Poi il rosso ce lo aggiunge Bastoni, migliore dell’Inter – 7,5 – attorno a cui la squadra costruisce il fortino con cui proteggere quell’unico gol: per due volte mette la gambona a stoppare tiri da pareggio. Manca solo la banda bianca in mezzo per cominciare a vedere lo scudetto, ma prima gli infortuni , poi i cambi di Inzaghi , che toglie anche il migliore in campo, portano il caos in campo e rivitalizzano il Napoli. Che si aggrappa alla saggezza di Lobotka, il più bravo di tutti: lo slovacco è un regista di livello superiore che merita il voto 8 con la percussione centrale che buca l’Inter e innesca Billing. Che prima prova a mangiarsi il gol facendosi stoppare da Josep Martinez ; ma ha anche la prontezza per ribattere nella porta vuota. Billing 7 pieno: il suo tap in mantiene in corsa il Napoli. Il pari tra Napoli e Inter avrebbe potuto moltiplicare l’entusiasmo dell’Atalanta. Che invece rimane bloccata sullo 0-0 dal Venezia. Il tridente viaggia a velocità ridotta. Solo Lookman crea le occasioni, e infatti Gasp lo tiene in campo fino alla fine. Ma proprio lui si divora un gol a porta spalancata, allo scadere di una partita da 6,5. Le sue azioni crollano: la rinuncia a guardare negli occhi lo scudetto causa la frana fino al 5,5. Il Venezia si difende con grande ordine e ha addirittura due occasioni per passare con Zerbin, che corre tantissimo e spreca la seconda. Meriterebbe comunque un voto alto, ma è la prima occasione a condannarlo: dovrebbe premiare Marin solo davanti alla porta, invece tiene la testa bassa e cerca la soluzione personale. Un errore troppo grave. Che lo condanna al 5. Mentre il gruppone si agita per stabilire se puntare all’Europa grande o a quella di consolazione, la Fiorentina puntella la sua prossima partecipazione alle coppe. Batte il Lecce col gol costruito dai ‘quinti’; Dodô e Gosens . Il tedesco merita mezzo voto in più perché provoca anche il rigore sprecato da Beltran e si fa valere in copertura. Ma è solo 1-0 viola contro un Lecce inconsistente. L’attenuante è che Palladino non ha attaccanti: Kean non c’è fisicamente; Gudmundsson presenta solo la scocca, quando entra in campo all’88’. Tardi ma non troppo per papparsi un gol già fatto . Vincono anche Torino e Udinese, che viaggiano in grande serenità, lontano da ogni preoccupazione. Contro la carcassa del Monza, il Toro non poteva fare a meno dei tre punti. Per l’Europa siamo decisamente fuori tempo massimo, ma i gol nobilitano l’ultimo mercato. Segna ancora Elmas, che sotto porta ci sa fare come dimostrato a Napoli ; e fa una gran partita Casadei che al terzo tentativo segna il suo primo gol in serie A . L’aiuto arriva da Palacios, che doveva rinforzare l’Inter e invece contribuisce ad affossare il Monza: il suo controllo fallimentare diventa il miglior assist per Casadei. I friulani possono almeno sognare, ma soprattutto mettono nei guai il Parma, dopo la vittoria all’esordio di Cristian Chivu e la immediato ritorno sulla terra. Runjaic a Udine può divertirsi molto di più. Sta mostrando alla serie A un difensore solido come Solet ; un interno che cerca la conclusione come Atta ; e ha rimesso a nuovo Thauvin, che gioca sempre almeno da 6,5 e stavolta può pure segnare il suo rigore perché Lucca ha capito la lezione e si fa da parte. Parma inguaiato perché l’Empoli ottiene un punto in casa del Genoa, sfiorando pure la vittoria. Tiene bene il campo, passa con Grassi, sfiora il raddoppio con Esposito e concede il primo tiro al Genoa al 75’. Non è un caso che il gol rossoblù lo segni il messicano Vasquez , sempre attento in difesa e di solito pericoloso di testa, sugli angoli a favore. Stavolta, a sorpresa, non solo segna col piede, ma utilizza quello sordo, il destro… infatti il risultato è una parabola morbida e centrale, sulla quale il portiere avversario Silvestri interviene come un alzatore di volley: palla sopra la propria testa prima di schiacciarla nella propria rete. Un numero da circo, che pretende il 3. Anche il Cagliari passa in vantaggio a Bologna, con una testata da bomber di Piccoli . Perché la difesa di Italiano qualcosa concede sempre. Ma non è l’unica costante di questo allenatore. Che insegna calcio, sa leggere le partite e fa spesso i cambi giusti. Stavolta ne azzecca tre nell’intervallo , ribaltando la squadra e di conseguenza la partita. Entrano Ferguson, Odegaard e soprattutto Cambiaghi, che mette in campo la frenesia che ci vuole per provocare un rigore e per andarsene sulla fascia prima di servire l’assist. Meglio Cambiaghi di Orsolini che segna i due gol: uno su rigore e l’altro a un metro dalla porta vuota. Una vittoria pesante che però non permette al Bologna di accorciare sulla Lazio, né di allungare sulla Roma. Perché tutte e due vincono nella serata di domenica. La Roma parte male contro il giovane allenatore più bravo della serie A . Il Como gioca meglio nel primo tempo, in cui segna con Da Cunha , servito alla perfezione da Perrone . E continua a controllare la situazione anche nella ripresa, quando Fabregas forse pecca di presunzione, facendo entrare un attaccante al posto di un centrocampista di lotta . Risultato: Fabregas perde un uomo a centrocampo; subisce il pari della Roma; rimane comunque in 10 per l’espulsione di Kempf . Ranieri, che viceversa è l’allenatore più esperto della categoria, sfrutta ogni vantaggio. Cambia la squadra all’intervallo come Italiano, e poi la ritocca ancora nella ripresa. Dentro Saelemaekers ; Dovbyk e anche Rensch . Per la squadra di Ranieri è il quarto successo consecutivo. Per Fabregas una sconfitta sfortunata, con un palo colpito da Vojvoda in inferiorità numerica. La Roma scavalca il Milan, che continua a precipitare. Una squadra senza equilibrio né capacità di stare in campo, che nel primo tempo si espone a 5 occasioni da rete e a una possibile espulsione . Prima frazione con la Lazio sopra, per il gol di Zaccagni ; anche se il più sorprendente è Marusic, che in 45 minuti annulla Leao e costruisce l’azione del vantaggio laziale. Milan male dappertutto, soprattutto in difesa, dove tiene solo Gabbia . Gli altri sono tutti da 4. In particolare Pavlovic, che aggiunge alla figuraccia anche il rosso per una entrata pericolosa. Conceiçao , reagisce solo inserendo attaccanti su attaccanti. Alla fine il gol lo trova, addirittura con l’uomo in meno . Ma in una sfida stile partita infrasettimanale, senza equilibri né coperture. Tanto che la Lazio, raggiunta all’84’, fa in tempo a ripassare al 98’; rigore procurato da Isaksen e trasformato da Pedro . Per qualche ora, la Lazio ha aspettato la Juve accomodata al quarto posto. Grazie alle garanzie Rovella, Guendouzi e al tornado Tavares. Le sue accelerazioni prepotenti costringono Theo Hernandez a vivere di ricordi . Baroni esulta : si era preparato una serata di relax, davanti alla tv, per il Monday night di Juve-Verona. L'allenatore rimane sul suo divano, ma in zona Champions League solo per 72 minuti. Fino a quando Cambiaso e Thuram, due dei bianconeri migliori, confezionano l’azione che sblocca il risultato. Il primo lavora bene una palla in area sulla sinistra, con la quale libera il secondo per la stoccata decisiva. Che si è fatta aspettare, ma all’interno di una partita piena di Juve. Ha dribblato e tirato Yildiz ; come Locatelli , che in più ha cucito e amministrato il gioco. Merita un voto alto anche Thiago Motta , che applaude la sua squadra e nel finale cerca una nuova soluzione per Koopmeiners, inserito a destra col trasloco di Yildiz verso il centro. Da ala, l’olandese trova pure il successo personale . Senza il suo gol – un destro non irresistibile entrato accanto al palo del portiere – Montipò sarebbe stato perfetto. 8 parate, utili a tenere lo 0-0 per circa un’ora e un quarto, valevano, appunto, un 8. Intaccato da Koopmeiners. Ma senza togliere al portiere la certezza di essere stato il migliore dei suoi. Voto 7.

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Stefano De Grandis