Il triangolo no... Quell'asse Roma-Cagliari dove Claudio Ranieri sta perfettamente a metà

Di nuovo contro. Questo no, forse a Cagliari non l’avevano considerato. Un po’ come Renato Zero, a suo tempo, per il triangolo. Quel sì alla Roma, l’ennesimo, il terzo nella storia da allenatore di Claudio Ranieri, dopo i due matrimoni sull’isola, il secondo a 34 anni di distanza dal primo. I sardi hanno capito, perché di fronte a 'Mamma Roma', quell’uomo che loro adottarono nel 1988, non poteva che mostrare una sana e comprensibile debolezza. Anche se con un mare di mezzo, molti cagliaritani hanno continuato a seguirlo e a fare il tifo per lui, consapevoli che Cagliari-Roma c’era già stata. Era la prima di campionato e contro De Rossi era finita senza che nessuna delle due si facesse male. Ora però il calendario impone un revival impossibile da ignorare. Per la venticinquesima volta nella sua carriera, Ranieri se la vedrà col Cagliari. Sono passati quattro anni dall’ultima e anche quel giorno Sir Claudio era il padrone di casa. Si giocava a Marassi, finì 2-2 tra la sua Samp e i sardi guidati da Leonardo Semplici che oggi, guarda caso, allena proprio la Sampdoria. Quel giorno, a Genova, il prezioso pareggio arrivò al 96’ con un tiro da fuori di uno che, come Ranieri, si sente a casa solo a Cagliari e a Roma: Radja Nainggolan. Sei anni, invece, dall’ultimo Roma-Cagliari con l’allenatore nato a Testaccio sulla panchina giallorossa. Era il 27 aprile 2019, si giocava allo stadio Olimpico e quel giorno non ci fu storia: dopo 8’ la Roma era già avanti 2-0 grazie alle firme argentine di Fazio e Pastore, poi a 4’ dal 90’ ci pensò Kolarov a chiudere i giochi. Era il Cagliari di Rolando Maran, con Joao Pedro e Pavoletti coppia d’attacco e Barella a centrocampo. Giocava ancora Daniele De Rossi che, soltanto un mese dopo, avrebbe dato l’addio alla Roma nell’ultima partita in casa contro il Parma. La commozione dei suoi compagni, di Bruno Conti e di Francesco Totti a bordocampo e poi quell’abbraccio indimenticabile con Claudio Ranieri. Più breve, ma ugualmente intenso, quello nell’ultimo Roma-Cagliari giocato all’Olimpico con De Rossi nella nuova veste di allenatore e con Ranieri in piena corsa salvezza alla guida dei sardi. E anche quel 5 febbraio di un anno fa non c’era stata partita. Quella sera Claudio Ranieri era ospite allo stadio Olimpico. Tredici volte, invece, ha ospitato il Cagliari da avversario e su 7 panchine differenti. La prima a Napoli, nel 1991, proprio dopo aver salutato la Sardegna con una doppia promozione e una salvezza in Serie A. Un capolavoro, per ringraziare chi per primo avevo creduto in lui: Tonino Orrù, che nel 1988 scelse il giovane Claudio per la panchina del Cagliari, dopo una sola stagione alla Campania Puteolana. Nessuno avrebbe potuto prevedere, a 73 anni, un altro Roma-Cagliari con Ranieri ancora in panchina, meno che mai su quella giallorossa. Servirà tutta la sua esperienza per far metabolizzare al gruppo la seconda delusione stagionale, a un mese di distanza dalla prima. La Roma non perdeva dalla trasferta di Milano d’inizio febbraio. Quella sera in Coppa Italia, eliminata dal Milan, ma giovedì a Bilbao è arrivata una sconfitta ancor più dura da digerire, considerando il curriculum europeo dei giallorossi negli ultimi anni. Sempre protagonista la Roma dal 2021 in poi, come minimo in semifinale tra Europa e Conference League. Al Sam Mamès, invece, si è arresa nel ritorno degli ottavi. Una sconfitta dolorosa e certamente condizionata dal rosso diretto dopo 12’ per Hummels. A prescindere da quello che si possa pensare sull’operato dell’arbitro Turpin, il doppio errore del difensore tedesco che, prima sbaglia un passaggio e poi azzarda una scivolata, è un peccato d’inesperienza inammissibile che arriva incredibilmente dal più esperto del gruppo. Le scuse a fine partita in un post Instagram fanno il paio con quelle arrivate dopo Milan-Roma del 5 febbraio, in quel caso per un paio di letture sbagliate sui gol rossoneri. Due sconfitte nel giro di 40 giorni e sempre con la stessa firma, quella del giocatore più vincente di tutta la rosa. E pensare che era stato lui ad accendere per la prima volta la Roma del Ranieri 3.0. Dopo il ko a Napoli all’esordio, i giallorossi erano a un passo dalla seconda sconfitta di fila. A Londra contro il Tottenham nel recupero, proprio il gol di Mats Hummels aveva evitato l’ennesima delusione in una stagione da incubo fino a quel momento. Un gol che non ebbe un effetto determinante sulla qualificazione, era ancora troppo presto, ma sulla testa di molti calciatori senza alcun dubbio. Una scintilla per ripartire. A meno di 72 ore di distanza dal pasticcio di Bilbao, Claudio Ranieri vorrà capire se i suoi avranno bisogno di un’altra scossa e per farlo, difficilmente, punterà ancora su Hummels. Di sicuro sarà costretto a non guardare in faccia nessuno per riprendere il cammino in campionato, neanche il suo Cagliari.

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Il triangolo no... Quell'asse Roma-Cagliari dove Claudio Ranieri sta perfettamente a metà

Riccardo Gentile