Roma 7 bellezze tra pregi e difetti: perché la Champions è possibile e perché no

Nell’evoluzione del gioco può esistere il rischio di dimenticare il significato principale del ruolo centravanti. Fare gol. Possibilmente pesanti. Quelli che portano punti. Artem Dovbyk nelle ultime due partite contro Cagliari e Lecce ha svolto perfettamente il suo compito. Doppio 1-0, due gol per lui e sei punti per la Roma. Dopo un bel pezzo di stagione si sta venendo a capo del discorso legato alla sua dimensione. Dovbyk è un finalizzatore e in quanto tale va giudicato. Non sarà mai un finto nove, un regista offensivo, un distributore di gioco. Se non fa gol difficilmente arriva alla sufficienza. Il formidabile assist di tacco che manda Dybala in gol contro il Milan a fine dicembre è un fatto non consueto. Giocate da non aspettarsi con continuità. È un centravanti che ricorda generazioni passate quando gli specialisti avevano in testa la missione del gol. Nient’altro. L’anno scorso ne ha fatti ventiquattro col Girona e anche in questa stagione i numeri stanno parlando per lui. Sedici finora distribuiti in tre competizioni. Undici in campionato, due in Europa League e tre in Coppa Italia. Uno come Dovbyk verrà sempre discusso perché nel calcio moderno una prima punta dovrebbe fare altro ma la soluzione definitiva sarà legata al numero dei gol realizzati. Quello con il Lecce peraltro ha un contenuto completo. Perché realizzato in una fase della partita in cui le squadre sembravano avviate verso lo 0-0 e perché se lo è praticamente costruito da solo. Una palla apparentemente innocua, il corpo a corpo vinto con Baschirotto, un controllo rapido con conclusione a fil di palo. Le note positive… Nella settima vittoria consecutiva della Roma non è solo Dovbyk la buona notizia per Ranieri. La solidità della fase difensiva sta aiutando tanto. Sempre più affidabili gli inamovibili Mancini e Ndicka e bene anche Hummels tornato autorevole dopo gli inciampi di Bilbao. Un solo gol subìto nelle ultime sette partite. Numeri buoni a rappresentare una situazione di grande stabilità collettiva. Fare gol alla Roma è diventato tanto difficile grazie anche al ritorno di Bryan Cristante da un infortunio che lo ha tenuto fuori quasi due mesi. Come tutti gli allenatori, anche Ranieri gli ha consegnato la maglia da titolare. Sempre pronto a mettersi a disposizione dei compagni nelle due fasi in questo momento sembra più affidabile di Koné. … e quelle da rivedere Il centrocampista francese quando veste la maglia della Roma sembra ancora piuttosto distante dal livello eccellente delle sue uscite con la maglia dei Bleus. A Lecce non ha raggiunto la sufficienza. Ora nelle ultime otto partite di campionato il livello delle avversarie si alza e c’è bisogno di certezze in mezzo al campo. Cristante-Paredes sembrano poter rappresentare la coppia in mediana pronta a dare maggiori garanzie. Ma i problemi contro la Juventus arrivano in altri ruoli. Saelamaekers diffidato ha preso ingenuamente un cartellino giallo che gli farà saltare una partita tanto delicata. El Shaarawi si candida al suo posto. Sulla trequarti rimane abbondanza. A Lecce i titolari Pellegrini e Soulé hanno raggiunto la sufficienza ma in quella zona la Roma ha bisogno di più. Senza Dybbala serve qualcuno in grado di alzare il livello di qualità. Nelle prossime quattro partite, tre delle avversarie saranno Juve, Lazio e Inter. Per continuare a sognare la Champions League difficilmente basteranno i gol di Dovbyk e la solidità difensiva.

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Paolo Assogna