Il Napoli ritrova vecchio modulo e vecchie certezze. Ma ora servono tutti a disposizione

Non tutti i mali vengono per nuocere. Il concetto rappresenta una forzatura, ovvio, soprattutto se il mal di pancia, ha tolto dalla disponibilità di Conte uno dei giocatori più in forma, cioè McTominay. Eppure, il ritorno al 4-3-3, questa volta – appunto - per necessità e non per scelta, ha restituito al Napoli le certezze smarrite nell’ultimo periodo. La risposta sul campo, soprattutto nel primo tempo contro il Milan, ha sgombrato definitivamente il campo dai dubbi che il Napoli non potesse competere fino al termine della stagione per il primo posto. C’è però una ‘conditio sine qua non’ posta da Antonio Conte in conferenza stampa, cioè che tutti gli effettivi siano a disposizione. La conditio è la condizione , cioè il ritorno al top della forma dei giocatori più rappresentativi. Perché i novanta minuti contro il Milan hanno probabilmente messo a nudo il vero limite della squadra. Una rosa che nelle seconde linee non è ancora all’altezza dell’Inter. Le vittorie delle prime due in classifica hanno seguito lo stesso copione; stesso risultato e identico canovaccio nei novanta minuti: primo tempo dominato ma una ripresa vissuta con qualche apprensione di troppo. Risultati ottenuti grazie soprattutto agli interventi provvidenziali dei due portieri. La differenza però c’è, chiaramente leggibile nel tabellino dei marcatori, Arnautovic e Frattesi per l’Inter, Politano e Lukaku per gli azzurri. A Milano decisive due riserve, a Napoli due prime scelte. In poche parole, il gap tra le due squadre è definito dalla profondità della rosa, la qualità delle cosiddette seconde scelte. Del resto, quella dell’Inter è stata costruita negli anni, seguendo le indicazioni di un allenatore alla sua quarta stagione in nerazzurro, mentre Antonio Comte è solamente alla suo prima anno in azzurro. Squadra ricostruita solo in parte ad agosto, rosa peraltro menomata dalla partenza di Kvaratskhelia, vuoto che il mercato di gennaio non è stato in grado di colmare. La differenza sta tutta qua, e non è cosa di poco conto. Per questo motivo recuperare i cosiddetti ‘titolarissimi’ sarà fondamentale per le ultime otto partite di un campionato ancora aperto. I giorni che separano il Napoli dalla trasferta a Bologna rappresentano una garanzia per consentire a David Neres e Anguissa di tornare in condizione e a McTominay di smaltire il virus intestinale. L’undicesima rete in campionato di Romelu Lukaku un altro aspetto incoraggiante per il finale di campionato. Il ritorno al 4-3-3 poi ha restituito le certezze smarrite nell’ultima parte di stagione, ‘liberando’ in parte Politano da compiti di copertura che ne avevano penalizzato il rendimento in fase realizzativa. L’abito giusto per continuare a lottare per lo scudetto, a patto, come ha detto Conte, di avere i modelli giusti, cioè gli interpreti che hanno consentito al Napoli di sfilare in testa al campionato per buona parte della stagione. Poi, a giugno, occorrerà rinnovare il guardaroba, migliorandone la qualità. Ma questo è un altro discorso, che inevitabilmente sarà determinante per capire il futuro di Conte sulla panchina azzurra. Argomento fino ad ora sempre dribblato dal diretto interessato. Comprensibile, considerando l’importanza della posta in palio. Eppure, appare chiaro che per un futuro ancora insieme la ‘conditio sine qua non’ dovrà essere una convergenza totale sul progetto, a cominciare dal mercato. Quelli che è accaduto a gennaio, in questo senso, resta una preoccupante stonatura.

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