Serie A, le pagelle ragionate della trentesima giornata

Di strettissima misura, ma vince. Se l’obiettivo è essenzialmente quello di salvare la stagione con la qualificazione Champions, l’1-0 della Juve al Genoa basta e avanza. Il gioco è più verticale e Tudor ha azionato la sveglia. Yildiz, schierato più avanti, si è tolto in fretta il pigiama e ha segnato un gol dei suoi . Fatto di accelerazioni, sterzate, e conclusioni di livello. Ma c’è pure chi è rimasto sotto le coperte. Per Vlahovic, schierato al posto di Kolo Muani, che non è neppure entrato , Tudor aveva preparato pure una colazione a buffet. Ma Vlahovic ha spizzicato qualcosa senza riuscire a riempirsi lo stomaco. Vieira insiste nel dire che il suo Genoa avrebbe meritato il pari. Di certo, alcuni suoi giocatori non sbagliano mai partita. Vasquez – 6,5 – ha senso dell’anticipo, è bravo nell’uno contro uno, e si fa valere di testa. È pronto per competere per obiettivi più ambiziosi. Chi segna... La Juve comunque vince anche se resta dietro al Bologna, anche lui in grado di vincere con un gol, in casa del Venezia. Tanto per cambiare segna Orsolini, che quando gioca, decide. E stavolta fa un gol che, da solo, vale il voto 8: mezza girata al volo, col sinistro, verso l’incrocio dei pali più lontano. Bravissimo lui, ma anche chi gli ha servito l’assist, da sinistra, rientrando sul destro. Cambiaghi – voto 7 – riempie ancora una volta la sua partita di strappi e iniziative interessanti, andando al cross di destro, ma anche di sinistro arrivando sul fondo. Lui è uno dei giocatori rimessi a nuovo da Italiano, che al momento è l’allenatore di serie A ad aver fatto meglio: più del Thiago dello scorso anno, ma senza due giocatori top come Zirkzee e Calafiori. … e chi no Il Venezia, viste le occasioni avrebbe anche meritato. La manovra funziona – Di Francesco, voto 6,5 – ma non segna mai. Un solo gol, e su rigore contro il Como, nelle ultime sette partite. Zerbin, Yeboah e anche Busio, sprecano davanti alla porta di Skorupski , e non potendo comprare altri attaccanti, DiFra può solo insultare quelli che ha. Il voto 4 al reparto, per quanto pesa a livello di classifica, diventa automatico. Zerbin corre talmente tanto da arrampicarsi al 5,5; l’errore di Busio è meno evidente. Per Yeboah che cerca lo scavetto e si fa stoppare, invece, non ci sono attenuanti. Se valutiamo sulla base dei risultati, Ranieri starebbe addirittura sopra Italiano. Anzi, in testa a tutti, visto che atterrando alla Roma l’ha trascinata dalla zona retrocessione alla corsa Champions. Il cammino personale è da scudetto , anche se non sempre la sua squadra vola. A Lecce gioca a sprazzi. Ha diverse occasioni, ma subisce gli altri giallorossi, quelli di casa, per buona parte del secondo tempo. Fino a quando Dovbyk, si ricorda di essere il ‘pichichi’ dello scorso anno e decide la partita con prepotenza. Spallata a Baschirotto , gioco di gambe, palla sul sinistro, e beffa a Gaspar che lo aveva marcato bene, prima di 10 minuti alla fine. Chissà se Ranieri aveva pensato di sostituire l’ucraino... Ma il fatto di far uscire Pellegrini e non lui per Shomurodov, 8 minuti prima del vantaggio, è un altro merito dell’allenatore della Roma. La quarta partita per l’Europa, guarda un po’, finisce lo stesso 1-0, ma stavolta in uno scontro diretto. Decide Kean, in questo momento inarrestabile. Il gol è una sua invenzione: pressa e ruba palla a Hien , scappa per 50 metri, e trova l’unico buco libero per battere Carnesecchi. Nell’occasione vince pure il duello a distanza con Retegui, che floppa come tutti gli attaccanti di Gasp, che non sa fare di meglio che toglierli tutti. Mandando sotto la doccia quelli che sanno far gol per fare entrare tre mezze punte . Risultato: zero tiri in porta. Con queste pagelle: Kean 8, tutti gli altri 5, Gasperini 4. Una sola nota da aggiungere, su Fagioli, mai cosi vivace e tecnico. Tanti duelli vinti, bel palleggio con la ricerca della conclusione. Con Mandragora e Cataldi forma una mediana capace di gestire molto bene il possesso palla. Ma l’ex juventino merita mezzo voto in più dei compagni di reparto. Voto 7. Anche l’Empoli aveva provato a perdere per 1-0, pur meritando tutt’altro risultato. A Como aveva giocato meglio, rischiato zero, dominato per un tempo, colpito un palo con Grassi … ed era finito sotto per l’unica azione livello Como . L’ingresso di Fazzini , ha permesso di raddrizzare la storia. Kouamé – un gol, un palo e tanti strappi – piazza una partita da centravanti vero. Se non si divorasse banalmente il gol vittoria , sarebbe da applausi infiniti. Invece lui manca il gol e l’Empoli l’aggancio alla zona salvezza. Crollo del voto, che per la testata del pari ancoriamo sul 6,5. L’andamento lento rende preziosa la vittoria del Cagliari sui naufraghi del Monza. Che giocano pure benino, attaccano nel primo tempo , ma poi prendono gol nella ripresa grazie alla pennellata di Augello e al colpo di testa di Viola e di conseguenza crollano. La squadra di Nicola si muove bene sulla trequarti. Una volta sbloccato il risultato, raddoppia con il 10 di riserva Gaetano, che sfiora anche un altro gol e poi serve l’assist per Luvumbo. Quindi Gaetano 7,5, Luvumbo 6,5 e Nicola 7 periodico, voto per l’allenatore salvezza per eccellenza. Inter, Milan e... In vista del derby di coppa, Simone Inzaghi ha lasciato alcuni titolari a riposo. E la scelta pare funzionare benissimo, visto che a segno vanno sia Arnautovic che Frattesi, tutti e due puntualissimi e coordinati nel raccogliere gli assist di Dimarco. Che dimostra una volta di più quanto possa cambiare la manovra con lui o senza di lui. Il primo tempo è da Inter antica: potrebbe chiudersi in anticipo la partita, anche con quattro gol di scarto. Potrebbe ma resta sul 2-0, fino al 55’, quando Inzaghi decide di dare inizio alla girandola dei cambi, che finiscono per indebolire la squadra. Subito fuori Arnautovic per il trasparente Correa . E otto minuti dopo Barella al posto di Frattesi, ma soprattutto Asslani e Bisseck al posto di Calhanoglu e Dimarco: cioè due insufficienze al posto di due tra i migliori della squadra. Di conseguenza, via ai problemi dell’Inter, senza il suo regista e senza una uscita palla con un giocatore a sinistra . L’Udinese prende campo. Solet, difensore mercato dell’Udinese , ha anticipato Correa, è andato in slalom e riaperto la partita con un eccellente tiro da fuori. L’Inter non è più uscita dalla propria area. I friulani hanno sfiorato il pari prima con Lucca poi ancora con Solet. E Sommer ha dovuto salvare una vittoria che sembrava inattaccabile con la formazione iniziale. Un incubo. Vissuto in prima persona da Inzaghi, che ha finito di colorare il suo personale inferno , con una protesta eccessiva e lunghissima – piedi dentro il campo – costringendo l’arbitro Chiffi ad espellerlo. La vittoria dell’Inter, assieme a tutti gli altri risultati, porta all’ultima chiamata per Napoli e Milan, una di fronte all’altra, per i rispettivi sogni: scudetto o Champions League. Vietato perdere, partita e contatto con la concorrenza. Per cui massima concentrazione… che per il Milan dura la bellezza di due minuti. Dopo i quali Pavlovic e Theo Hernandez si cristallizzano su un lancio verticale di Di Lorenzo e invitano in area di rigore Politano : sinistro e gol. Responsabilità maggiore di Pavlovic, che non assorbe la discesa dell’esterno, e poi si ripete in occasione del raddoppio, a braccetto con Gabbia; tutti e due incontro a Gilmour , con Lukaku abbandonato in area. Una ‘difesa Brancaleone’ con Pavlovic disastroso e Walker meno colpevole . Con Theo che si sdoppia tra l’incapacità di difendere e la capacità di spingere nel secondo tempo (rigore procurato, sovrapposizioni e assist , una volta entrato Leao. Difficile anche capire la panchina di Gimenez, come il fatto che batta il rigore lui, al posto dello specialista Pulisic. Insomma, il Milan finisce in crescendo e sfiora il pari, con la formazione schierata da Conceiçao , solo nel secondo tempo. Meglio Conte . Senza McTominay intossicato, ha riproposto il 4-3-3 con Gilmour interno e Neres alto a sinistra . Ha dominato con un grande primo tempo e un ottimo Lukaku playmaker d’attacco. Poi ha chiuso in affanno, ma per stanchezza e mancanza di centrocampisti. Non certo di idee.

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Stefano De Grandis