Roma, la doppia lezione di Claudio Ranieri

La capacità di giocare diverse partite dentro i 90 minuti stabilisce la cifra della maturità della Roma di Claudio Ranieri. La Juventus che arriva all’Olimpico è un gruppo consapevole dei sui obiettivi di campo. È squadra giovane con forza nelle gambe e con questi requisiti chiude la Roma dentro l’area di rigore. Venti minuti che sembrano non finire mai per il pubblico giallorosso. Pressing intenso quello bianconero gestito però senza mai perdere il controllo. Non c’è spazio per le ripartenze ma il blocco basso funziona. Ranieri è ben consapevole della lunghezza temporale dell’evento e sa che le cose cambieranno. Ma quando c’è da soffrire e combattere contro l’intensità juventina lo si fa. Tutti insieme. La squadra ha pazienza e non si lascia irretire. E infatti poi la partita cambia. Al di là degli episodi perché il gol di Locatelli arriva proprio nel momento in cui la Roma aveva iniziato a prendersi un po’ di campo. A questo serve un allenatore. A comprendere i momenti. Decifrarli. Far capire al gruppo di non lasciarsi abbattere dalle situazioni momentanee. Il secondo tempo di Roma-Juve fotografa perfettamente la capacità del suo condottiero di inquadrare la partita. Si passa a due punte. “Ma non è l’invenzione del secolo” si potrebbe obiettare. “Lo fanno tutti. Sotto di un gol si aggiunge una punta”. Non è così. L’arte è quella di capire come e quando fare le cose. E Ranieri sa farlo, anche con un gruppo discretamente dotato ma privo di eccellenze quali Dybala e Lorenzo Pellegrini , i due calciatori di maggiore qualità. Nuovi protagonisti L’attuale momento di Shomurodov dà la misura della capacità dell’allenatore di adattamento alla situazione. Praticamente ceduto al Venezia nella sessione invernale di mercato viene tenuto da Ranieri quando appare evidente la difficoltà di intervenire nel settore attaccanti. Non se ne trovano. Quelli che fanno gol risultano troppo costosi oppure non cedibili. Si decide di puntare sull’uzbeko. A quel punto un allenatore ha due scelte a disposizione. Passare il tempo a lamentarsi di un mercato non soddisfacente oppure mettersi a valorizzare il materiale a disposizione. La risposta sta nel gol di Shomurodov alla Juventus unito a una serie di prestazioni sempre convincenti in quanto a reattività e partecipazione. Facile allenare i titolari. Più complicato tenere in tensione i calciatori meno impiegati e tenerli coinvolti nel progetto. La Roma raccoglie il quindicesimo risultato utile e inizia con una prestazione seria e convincente la fase più dura del calendario. La partita con la Juve conferma il consolidamento di due situazioni. Intanto aver reso possibile l’impossibile: la qualificazione europea è a una distanza sostenibile, cosa impensabile a fine 2024. E poi l’autorevolezza mostrata in uno scontro d’alta classifica. Appena arrivato Ranieri si era trovato ad affrontare Napoli e Atalanta da vittima predestinata. Un gruppo senza forma e senza forza mentale. Stavolta è tutto cambiato. La Roma ha guardato negli occhi una Juventus forte senza abbassare lo sguardo. Ne ha riconosciuto il valore senza subirlo. Segnale evidente di un lavoro eccellente svolto da un signore, Claudio Ranieri, che purtroppo per il calcio ha deciso a fine stagione di cambiare mestiere.

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Paolo Assogna