Le pagelle ragionate della trentaseiesima giornata di Serie A

La sorpresa arriva in fondo alla domenica. A 5 minuti dalla fine dell’ultima partita del Napoli, che si sentiva già lo scudetto cucito sulla maglia. Era in vantaggio 2-1, con tre punti sull’Inter, e con la possibilità di vincere il titolo anche pareggiando una delle due prossime partite. Invece nella sua area è spuntato Vasquez, un difensore centrale, che ha segnato il gol del pari riportando l’Inter a -1, e regalando speranze a Inzaghi e pressione a Conte. Per gli interisti, Vasquez merita 10. Ma forse il voto giusto è 7, visto che proprio lui era stato maltrattato da Lukaku in occasione del primo vantaggio del Napoli. Il Napoli, appunto, aveva cominciato forte ed era passato con Lukaku, servito da McTominay . Sempre gli stessi protagonisti, compreso Raspadori autore del secondo gol napoletano, ancora su assist dello scozzese, e con le iniziative di Politano che non ha fatto mancare la sua spinta sulla destra. Ma dopo ogni gol è arrivata la reazione del Genoa. Che ha costruito con Messias ; ha colpito una traversa con Pinamonti ; e poi ha segnato con un colpo di testa di Ahanor , con la deviazione nella sua porta di Meret . È stata la prima doccia fredda per il Napoli, che poi ha ricominciato a produrre azioni con i soliti protagonisti, fino a quando Conte non ha voluto coprirsi negli ultimi minuti, rimpiazzando un attaccante pericoloso come Raspadori, con un centrocampista non così forte nel contrasto come Billing. Che becca un ammonizione, ne meriterebbe due, e soprattutto si fa scavalcare dal cross che restituisce speranze all’Inter. Il voto di Billing non può essere che 5. Come i minuti che mancavano al 90’ e quindi al virtuale scudetto. Chance insperata Nemmeno Simone Inzaghi pensava di avere ancora chance di scudetto. Tanto che a Torino ha presentato una squadra con soli due titolari abituali: Bisseck e Bastoni. Gli altri abitualmente cominciano dalla panchina, eppure sono stati bravi. Soprattutto Zalewski, che all’Inter ha ritrovato fiducia e spunti. Fantastico quello che lo porta a segnare dopo 13 minuti un gran gol: controllo di tacco per dribblare Gineitis e pallone a giro sul secondo palo. Varrebbe già 7 il gol, ma Zalevski merita 7,5, anche per il resto della partita, e per il corridoio utilizzato per mandare al tiro Dimarco . Bravi anche Taremi, De Vrji, Correa . E anche Martinez che con una parata sensazionale salva il vantaggio su Che Adams, migliore del Torino . Napoli insomma ancora padrone del suo destino. Ma non può più sbagliare: per avere certezze deve vincere le ultime due. Per il resto, il prologo alla Coppa Italia lo aveva firmato Santiago Gimenez. Sergio Conceiçao decide di lasciarlo in panca sebbene ora sia in forma. Ma alla fine a Gimenez bastano gli ultimi 25 minuti per ribaltare una partita – l’anteprima della finale di Coppa – che il Bologna stava vincendo. Il messicano segna tre volte e in tre modi diversi: di sinistro facile, di sinistro in pallonetto, e di destro dopo aver saltato l’avversario . Il gol più bello viene annullato ma ne restano due, assieme alla autentica sensazione che il messicano si sia svegliato definitivamente e che debba essere lui il centravanti del Milan, adesso e nella prossima stagione. Con lui, era entrato in campo Chukwueze, e anche lui è stato decisivo: presente in tutti e tre i gol del Milan. Anche in quello di Pulisic , sebbene l’assist fosse per Joao Felix, che la porta non sa dove sia . La vittoria rilancia il Milan per un posto in Europa e mortifica il Bologna che era passato meritatamente col solito Orsolini che continua a bussare alla finestra di Spalletti. Ma quando la difesa sbanda come a San Siro , per il Bologna diventa difficile portare a casa punti. Corsa Champions Lo stop di Italiano rende più pesante la posta in palio tra Lazio e Juve, ma il pari finale dell’Olimpico fa festeggiare solo la Roma, che vincendo a Bergamo sarebbe quarta da sola. La Juve è stata vicina al successo, perché ha cominciato meglio la ripresa ed è passata con un bel colpo di testa di Kolo Muani su un cross di McKennie: 6,5 per entrambi. Ma il gol pesantissimo è stato depotenziato dal gancio con cui Kalulu ha steso Castellanos . La Juve in dieci uomini e i cambi di Baroni hanno ricaricato la Lazio. Che con Pedro, Dia, Vecino e Lazzari ha cominciato a spingere. Pedro ha dato ritmo e iniziative. Lazzari è stato il migliore . Dalle sue iniziative sono arrivati: un rigore su Castellanos ; il suggerimento per il palo di Dia ; il cross da cui nasce il gol di Vecino . Che fissa l’1-1 finale, e concede il match point alla Roma. Lotta salvezza In coda, la classifica si accorcia un po’, grazie all’Empoli che torna a vincere dopo 5 mesi e contro un’avversaria diretta. La storia pare addirittura semplice, visto che passa dopo 11 minuti col suo giocatore migliore: Fazzini segna il suo terzo gol nelle ultime quattro partite e si mostra sempre vivace . In più dopo mezz’ora il Parma rimane in dieci per una ingenuità di Valenti, che si merita il secondo giallo trattenendo per la maglia Esposito. Il Parma non è mai pericoloso ma il gol lo trova quando muove la torre a un quarto d’ora dalla fine. Djuric entra dalla panca, e si arrampica su una punizione lunghissima battuta da Hernani, per scodellare in mezzo. Dove non arrivano né Bonny né il portiere Vasquez . Empoli a terra, ma con Anjorin subentrato. E l’inglese, in campo per gli ultimi venti minuti pesca il jolly, all’incrocio dei pali, che dà respiro al’Empoli e restituisce preoccupazione al Parma. Un punto più in su, anche il Cagliari si ferma contro il Como, che vince la sesta partita consecutiva. Non basta essere passati in vantaggio grazie a un regalo di Reina che si fa passare sotto la pancia un tiro innocuo di Adopo . Il Como non se ne preoccupa e continua a produrre buon palleggio e giocate in verticale. Come quella di Perrone che stimola Caqueret a un pallonetto preciso ed efficace. La squadra di Fabregas , che a fine stagione forse lascerà il Como, non ha cedimenti ed esalta chi ha la possibilità di giocare. Stavolta ci sono in campo Strefezza e Cutrone. Segnano tutti e due: Strefezza , travestendosi con uno scivolone in Del Piero e trovando una gran parabola sul secondo palo; Cutrone regalando profondità alla manovra e proponendo un punto di riferimento sempre presente . Il Como sta sbaragliando la concorrenza nella corsa all’ultimo gradino a sinistra della classifica. Più che mai, ora che l’Udinese ha totalmente mollato. È vero che contro il Monza ha sempre attaccato, subendo il gol nelle due occasioni in cui la squadra di Nesta si è proposta. Ma per subire due gol da una formazione già retrocessa e virtualmente in vacanza ci vuole tanto impegno, oltre che un pizzico di sfortuna. I friulani vanno sotto per un tap-in, di spalla… di Caprari . Ma poi cominciano ad attaccare. Mettendo insieme una collezione di angoli e tante conclusioni di Lucca, che fa un gran gol in diagonale e ne sfiora un altro paio di testa . Più volontà che qualità per i bianconeri, che alla fine perdono nell’unica occasione con cui il Monza si riaffaccia davanti, riportando al gol Keita Balde che di certo meriterebbe la riconferma per la prossima stagione. In serie B potrà fare la differenza. Chiudendo sulla zona retrocessione, Verona-Lecce finisce pari, come forse era prevedibile. Vero che con una vittoria, la salvezza del Verona sarebbe stata aritmetica, ma anche mantenere il vantaggio sul Lecce e sulla terzultima piazza aveva il suo peso. Dunque ci ha provato di più il Lecce, vivace soprattutto in Tete Morente e in Krstovic. Tete è arrivato al tiro un paio di volte e ha trovato la traccia per favorire il gol di Krstovic. Il Verona ha replicato con Coppola che ha segnato di testa su calcio d’angolo sul secondo palo. E poi ha addirittura cercato il bis ancora su corner, ma sul primo palo. Voto 7 strameritato, per quanto fatto in attacco. Più faticoso è stato inseguire Krstovic, che sempre col sinistro ha cercato di replicare . Il Lecce ci ha provato di più e alla fine si è preso il punto. Con cui condivide la terzultima piazza della classifica, in attesa del Venezia. Verosimilmente una sfida a tre da qui alla fine. Con un solo posto al sole.

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