Le pagelle ragionate della trentottesima giornata di Serie A

Per la prossima Champions League, la Juve sa da chi ripartire. Yildiz e Locatelli ci saranno: la scintilla e la pietra focale. È Yildiz a incendiare le iniziative bianconere. Il preziosissimo e immediato gol del pareggio della Juve lo inventa lui , sfruttando una dormita della difesa veneziana e infilandoci slalom e gol. Locatelli invece è la sostanza, la materia prima attraverso la quale lavorare contro il freddo dello svantaggio iniziale. Il solito lavoro davanti alla difesa, viene esaltato dal rigore decisivo. Bella la trasformazione. Ancora più importante prendersi quella responsabilità, da capitano, da leader. Carattere da 7. Alla fine Tudor centra il risultato finale . La Juve finisce quarta dimostrando di avere un gioco, e ritrovando molti protagonisti. Tra i quali Kolo Muani, da sfruttare per la sua velocità . E Di Gregorio, che stavolta impedisce a Doumbia il 3-2 per il Venezia, prima dell’azione di Conceiçao che provoca il rigore decisivo. Il Venezia in effetti, se la gioca e pure bene. Il migliore è Haps, 7,5 per l’assist iniziale e per il gol del pari. Ma si fa apprezzare anche per il vantaggio di Fila a cui contribuisce Ellertsson . In generale, l’aggressività e la manovra della squadra si fanno apprezzare, ma non bastano a evitare il penultimo posto per Di Francesco confermato comunque per la serie B. Imprese sfiorate e delusioni certificate La Roma perde la corsa per la Champions per un solo punto. Ma resta la grandissima impresa di Ranieri , che porta in Europa League una squadra raccattata nei pressi della zona retrocessione. Da quando è arrivato, la sua media punti è stata praticamente analoga a quella del Conte scudettato. Ma ha scelto la pensione di allenatore e un ruolo da consulente con cui sceglierà il suo successore. La sua squadra domina in casa di un Toor già in vacanza . Il miglior giallorosso è Saelemaekers che conquista il rigore del vantaggio, poi raddoppia e poi sfiora pure la doppietta personale. Bravo come sempre Soulé . Ma anche Cristante e Mancini , anime di centrocampo e difesa. Il 2-0 finale è certamente un risultato stretto. Fa impressione invece il tonfo della Lazio, che non solo perde la corsa per la Champions, ma non si piazza in Europa League e alla fine nemmeno in Conference. Da stagione sorprendente di Baroni , diventa campionato disastro . E ora per l’allenatore comincerà la valutazione complessiva, da cui dipenderà la riconferma. All’ultimo atto, certamente, viene tradito da tutti. Tranne Padro, che entra nel secondo tempo, sullo 0-1, ed è l’unico a provare iniziative a tirare in porta . Ma nel buio generale. Manca un centravanti ; non c’è qualità a centrocampo ; sono evaporati alcuni punti fermi . Un 4 generale è il voto aderente. Il Lecce vince segnando con Coulibaly nel primo tempo in cui gioca meglio; e resistendo nella ripresa in dieci uomini, con grande sacrificio e ottimo gioco aereo di Gaspar e Baschirotto , e poi con le parate di Falcone . In Conference ci va la Fiorentina che ribalta l’Udinese sebbene fosse passata in svantaggio per il bel gol di Lucca . Una mano gliela dà l’arbitro Marcenaro che, come molti della sua categoria, non conosce il gioco del calcio. Per cui trasforma un intervento in scivolata sul pallone di Bijol , in un secondo giallo che lascia l’Udinese in dieci uomini dal 39’ del primo tempo. Marcenaro 4, ma la Fiorentina ha la capacità di sfruttare l’assist. Meglio della Lazio, se è vero che nello stesso periodo di superiorità numerica di gol ne segna tre in più. Intanto perché ha un centravanti, che trascina la squadra, arriva spesso al tiro in porta, e finisce per segnare il gol del sorpasso . E poi perché ha una squadra più funzionale, dove in mezzo al campo ci sono piedi , qualità e generosità . Il marocchino stavolta gioca da regista, e produce l’azione che permette a Comuzzo di esaltarsi. Col Venezia finisce in B l’Empoli, che doveva battere il Verona per agganciarlo ed essere certo perlomeno dello spareggio. Invece va sotto immediatamente, dopo tre minuti, per uno spunto eccellente di Serdar, che si libera per il tiro e sceglie di calciare di punta, come nel calcio a 5 . L’Empoli reagisce sempre col solito Fazzini, che non avrà problemi a trovare estimatori in serie A. Il biondino impegna il portiere Perilli, poi lo batte nel finale del primo tempo, e prova a replicare su punizione nel finale. Con il quarto gol nelle ultime sei partite e il suo rendimento costante, il suo 7 diventa obbligatorio. Gli altri non lo aiutano e si distraggono. Come nell’occasione del gol che permette al Verona di vincere. Bravissimo Tchatchoua, che è destro naturale, ma disegna un cross perfetto col sinistro . Vasquez non esce , e Bradaric segna il suo primo gol in serie A. Di una discreta importanza. Anche il Parma ha avuto paura di retrocedere. In avvio di secondo tempo, un gol dell’Empoli lo avrebbe costretto alla terzultima piazza, visto che aveva subìto due gol da Maldini , entrambi molto belli. Il primo da centravanti, rubando il tempo in spaccata; il secondo alla Del Piero, a giro sul palo lontano. Solo che nell’intervallo, Maldini, che aveva voglia, è rimasto negli spogliatoi; gli altri, già in vacanza, sono rientrati in campo . L’Atalanta ha mollato la partita, e il Parma se l’è ripresa. Prima con Hainaut, che sfrutta il gran lavoro di Pellegrino , poi con la doppietta di Ondrejka, una mezzala che vede molto bene la porta, anche quando entra a partita in corso . Per Chivu, per la prima volta su una panchina di serie A a partire dal 18 febbraio, una grande soddisfazione. Subentrato al terzultimo posto, a un punto dall’Empoli e dalla salvezza, ha evitato la retrocessione con un margine di 5 punti. Un trionfo da 8 in pagella.

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Le pagelle ragionate della trentottesima giornata di Serie A

Stefano De Grandis