Gasperini: "Roma, la parola d'ordine è credibilità. Al tempo ci penso io"

Gasperini, è passato circa un mese dal suo arrivo alla Roma. Le chiedo: vuole fare un primo bilancio o dirci quanto manca per vedere la Roma che ha in testa? “Se mi guardo indietro, credo che abbiamo già fatto tante cose insieme. Ho avuto la fortuna di incontrare un gruppo molto unito, che mi ha dato una grandissima disponibilità. È chiaro però che, se mi guardo avanti, dobbiamo fare ancora moltissimo, forse anche di più” Si può sognare? Può già promettere qualcosa ai tifosi? Ha in mente un obiettivo stagionale? “L'obiettivo più importante è acquisire credibilità, soprattutto nei confronti dei nostri tifosi. Vogliamo che sentano che stiamo lavorando in una direzione che possa portare loro grandi soddisfazioni. Il tempo che ci vorrà? Speriamo il meno possibile. La Roma deve essere una squadra ambiziosa, deve guardare sempre in alto. Quello che mi auguro è che si percepisca che abbiamo imboccato una strada giusta” Parliamo di mercato: si avvicina Ziółkowski , difensore del Legia Varsavia classe 2005 e in attacco il nome più caldo è Fabio Silva del Wolverhampton. Il portoghese gradisce la destinazione Roma. Ce lo può confermare? “Posso dire che fino a questo momento sono arrivati Wesley, El Aynaoui, Ferguson e Ghilardi: tutti ragazzi tra i 21 e i 23 anni, con esperienze già importanti. Questi sono i profili indicati dalla proprietà per avviare un progetto in questa direzione, non usuale per una piazza come Roma, ma che stiamo cercando di portare avanti. Se arriveranno altri giocatori, saranno su questa linea. Fabio Silva non l’ho sentito. In questo mese sono stato totalmente concentrato sul campo e sugli allenamenti” Però ha sorriso quando si parlava di Silva. Si può dire che l’attaccante è il vero obiettivo di questa fase di mercato? “È innegabile che ci sono tanti giocatori sotto osservazione e ora entriamo nel momento più cruciale del mercato. Gli attaccanti, in particolare, sono sempre il centro dell’attenzione. Fa parte del calcio” Lei ha sempre lavorato bene con i giovani. Abbiamo visto che i giocatori che ha fatto esordire in carriera hanno generato una differenza tra investimento e incasso di circa 300 milioni di euro. È un dato incredibile. Lo sapeva? “No, i numeri non li conoscevo, ma sicuramente è una direzione che ho seguito un po’ ovunque: al Genoa, all’Atalanta… Questo approccio, però, è qualcosa di nuovo per Roma. Quando ti rivolgi a un altro tipo di mercato, magari scegli giocatori affermati, che portano risultati immediati ma hanno anche altri costi e meno prospettiva. Qui invece vogliamo costruire qualcosa di duraturo. E se riesco a farlo anche a Roma, dopo averlo fatto altrove, sarebbe straordinario” Durante la stagione, si fece il suo nome per la panchina della Roma, ma in conferenza stampa Ranieri smentì. Era davvero un ‘no’? “Questo dovete chiederlo a Claudio . Era un momento molto importante della stagione, ed è stato bravo a gestirlo così. La mia decisione vera è arrivata a fine campionato. Dopo l’ultima partita, ho chiesto all’Atalanta di incontrare un altro club, e in tre giorni è successo tutto” Parliamo della coesistenza tra Dybala e Soulé. Possono giocare insieme nella sua idea di Roma? “I giocatori bravi possono sempre coesistere, anzi, più ne hai meglio è. È vero che entrambi preferiscono agire nella stessa zona del campo, ma Dybala ha giocato anche in posizioni diverse. Soulé, invece, è ancora giovane e ha bisogno di ampliare il suo raggio d’azione. Quando hai delle qualità puoi muoverti e giocare in diverse zone del campo. Questo rappresenta un valore, non una difficoltà. Il limite, semmai, c’è quando il tuo bagaglio è ristretto a poche zone” Si è parlato molto del cambio di capitano alla Roma. Pellegrini lo era, ma ora lei ha adottato un altro criterio. Ha parlato con lui prima di partire? “No. È una gerarchia che ho adottato da sempre. Credo che in una squadra ci debbano essere più elementi con i requisiti per portare la fascia, perché è prestigiosa. Avere più leader è una ricchezza per il gruppo. Ricordo l’esperienza a Dublino: Toloi non giocava, De Roon era squalificato, e fu Djimsiti ad alzare la coppa, ma insieme agli altri. Questo è il mio concetto di squadra: un nucleo forte, coeso” Il criterio quindi è basato sul numero di presenze? "Sì, chi è alla Roma da tanti anni ha già acquisito determinati valori e rappresenta qualcosa. È un criterio semplice. Non è legato a valutazioni soggettive su chi sia più leader o più forte” In fase di mercato, se potesse scegliere, preferirebbe un giocatore in più o più tempo per lavorare? “Il tempo non basta mai. Ed è proprio per questo che non parlo tanto di risultati, ma di credibilità. Quando riesci a far capire che stai costruendo qualcosa di vero, la gente ti concede tempo. Tutti vorremmo partire forte, vincere subito, avere la squadra già pronta. Ma non è una cosa che posso promettere, anche se è quello a cui ambisco.” Allora possiamo dire: “Portatemi i giocatori, al tempo ci penso io”? “Esatto. La sintesi è perfetta. I calciatori sono fondamentali, ma conta anche lo spirito con cui gioca una squadra, se è apprezzata dal pubblico. E ovviamente poi contano i risultati” Le faccio un’ultima domanda. L’anno scorso con l’Atalanta ha vissuto una situazione simile con Lookman e Koopmeiners. Si aspettava che potesse ripetersi? Lookman è pronto per il salto all’Inter? “Posso solo dire che mi dispiace. Abbiamo vissuto momenti bellissimi insieme e ora si rischia di ricordare questi giocatori solo per l’ultimo episodio. Invece ce ne sono stati tanti, meravigliosi. Mi dispiace per il ragazzo e per la società. Spero che la situazione si risolva presto”.

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Redazione Sky Sport