In questa Juve più di qualcosa deve cambiare: cosa ancora non convince

E sono cinque. Cinque pareggi consecutivi tra campionato e Champions League e riemergono i fantasmi di un anno fa. In sole tre partite la Juventus ha bruciato i sei punti di vantaggio che aveva sull'Inter dopo lo scontro diretto del 13 settembre, data dell’ultima vittoria della Juventus. Contro il Milan, invece, un discreto primo tempo e un secondo tempo in cui - dopo una clamorosa occasione per Gatti - la Juve si è spenta e ha rischiato seriamente di perdere anche l'imbattibilità, graziata da Pulisic e due volte da Leao. Il problema attaccante è il più evidente, David anche contro il Milan ha avuto un paio di possibilità e le ha sprecate. Ma non è l'unica pecca di una squadra che si affida solo ed esclusivamente alle invenzioni di Yildiz e Conceiçao, il migliore dei bianconeri. In più si aggiungono le scelte discutibili di Tudor, che a un certo punto ha virato sul 3-5-2 togliendo i due fantasisti e inserendo Openda e Vlahovic con Thuram. Con due esterni con le caratteristiche di Cambiaso e soprattutto Kalulu creare occasioni dalle fasce era praticamente impossibile. Perché non inserire Joao Mario o lo stesso Zhegrova per mantenere qualità e imprevedibilità? La soluzione del 3-5-2 può essere un'alternativa per sfruttare di più gli attaccanti a disposizione, ma ci vuole più coraggio. Con quel sistema di gioco servono due quinti di qualità, che saltino l'uomo e mettano cross in area di rigore, cosa che con Kalulu e Cambiaso non è accaduta. In più, vista la rosa a disposizione, Tudor potrebbe anche virare sul 4-3-3 per avere maggiore imprevedibilità lì davanti senza perdere equilibrio con un centrocampista in più. La sensazione netta che si è avuta al momento di quelle sostituzioni è stata che Tudor si sia più preoccupato di non perdere che convinto di provare a vincere. Con quelle scelte si è visto un palleggio sterile, una squadra che arretrava invece di attaccare e Vlahovic e Openda sono rimasti totalmente isolati. I due si sono fatti notare soprattutto per qualche recupero difensivo, ma non hanno ricevuto palloni giocabili per far male al Milan. Poi di certo Tudor dovrà prendere delle decisioni nette riguardo l'attaccante centrale. Perché in difesa e a centrocampo le gerarchie sono chiare, lì davanti ruotano tutti e nessuno finora ha avuto la continuità necessaria per entrare bene nei meccanismi di gioco. Tudor nel post partita ha elogiato il gruppo, si è detto soddisfatto della prestazione di David: "Mi è piaciuto come si è mosso, certo non mi è piaciuto perché non l'ha buttata dentro". Un dettaglio non trascurabile per un attaccante. E poi ha aggiunto che il calendario ha proposto alla Juventus tutti avversari di prima fascia escluso il Verona erano "tutte squadre da Champions League". Alla ripresa la Juventus affronterà in trasferta prima il Como, poi il Real Madrid e a seguire la Lazio, partite tutt'altro che semplici. Qualche soluzione tattica diversa va trovata, anche perché la soddisfazione di Tudor a fine partita stride fortemente con quanto manifestato dai tifosi dello Stadium. I primi fischi per la sua Juventus sono un messaggio chiaro e Tudor non può non prenderli in considerazione. Qualcosa deve cambiare per non far rivivere ai tifosi un film già visto troppe volte in questi ultimi anni.

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In questa Juve più di qualcosa deve cambiare: cosa ancora non convince

Giovanni Guardalà