'O surdato' Conte è più che mai 'nnammurato' del suo Napoli che cambia e può cambiare

“O surdato” è sicuramente “nnammurato”. Canta Antonio Conte, uscendo dal campo, dopo aver ribaltato un Genoa che anche stavolta stava per combinarla grossa. C’era riuscito l’11 maggio scorso, pareggiando 2-2 al Maradona alla terzultima giornata con un gol a 4’ dalla fine di Vasquez, impedendo al tempo agli azzurri di salire a +3 sull’Inter nella volata Scudetto. La storia stava per ripetersi, con il Genoa passato addirittura in vantaggio grazie a un prodigio di un ragazzo di 18 anni, di nome Jeff e di cognome Ekhator. Del Napoli pochissime tracce nella prima frazione: il ritmo, l’aggressività, la qualità, niente a che vedere con quello che era stato messo in mostra mercoledì scorso in Champions League contro lo Sporting Lisbona. Come se non bastasse, la resa poco prima della fine del primo tempo dell’uomo che gestisce tempi e spazi, l’imprescindibile in regia: Lobotka out e dentro Gilmour. Al 5° minuto del secondo tempo, ecco un altro insostituibile come Matteo Politano alzare bandiera bianca. Ma è proprio in quel momento, quando a tutti il Napoli sembrava barcollante, che arriva la svolta dalla panchina, con Antonio Conte bravo a cambiare la storia di una partita che si era complicata non poco. De Bruyne, per la prima volta fuori dagli 11 titolari, prende il posto di Politano, mentre Spinazzola sostituisce un timidissimo Olivera. L’impatto è immediato. La qualità di entrambi, in zone diverse del campo, ha la stessa funzione della torcia che ognuno di noi, ormai, ha sul suo smartphone e che si accende solo quando ce n’è davvero bisogno. Torna a giocare a un ritmo diverso il Napoli, sfruttando anche l’inevitabile calo fisico del Genoa. Ricomincia a ruggire Anguissa, perfino lui fino a quel momento parso con la testa altrove. Il pareggio porta la sua firma, rapidissimo a sfruttare un pallone che era rimasto lì, in area di rigore, e che forse nessuno avrebbe pensato di aggredire di testa, dandogli la giusta forza e soprattutto la direzione vincente. Al resto ci ha pensato Kevin De Bruyne, con i suoi lampi di qualità allo stato puro e il suo feeling disarmante con Hojlund. L’attaccante danese, nel primo tempo, era stato quasi cancellato dal campo da Marcandalli, che con le buone aveva vinto il duello senza se e senza ma. Perdonato forse dall’arbitro La Penna, che avrebbe potuto estrarre il secondo giallo già nei primi 45’, Vieira ha preferito non rischiare nel secondo tempo, inserendo Otoa, compagno di Hojlund ai tempi delle giovanili del Copenaghen. Stessa fisicità, ma risultato sensibilmente diverso. L’ex attaccante del Manchester United è infatti entrato in tutti gli episodi importanti della ripresa. C’è lui, dopo il cross di Spinazzola, a tenere occupati Vasquez e proprio Otoa in occasione del gol di Anguissa. E anche a mettere dentro una verticalizzazione sublime di KDB, annullata per fuorigioco del belga. Infine, è sempre Hojlund a segnare il gol della vittoria sulla respinta di Leali su tiro di Anguissa. Tre gol al 'Maradona' in meno di 96 ore, dopo la doppietta allo Sporting anche la firma in Serie A davanti al suo nuovo pubblico, la prima in casa dopo aver lasciato il segno a Firenze nel giorno dell’esordio assoluto in campionato. Il Napoli è lì, dove tutti si aspettavano di trovarlo: in testa alla classifica. Anche un anno fa di questi tempi aveva perso una partita, quella d’esordio a Verona. Nulla a che vedere con la sconfitta della scorsa settimana a San Siro contro il Milan. E poi, dodici mesi fa, non c’era il pensiero della Champions, che porta in dote avversari come il Manchester City e lo Sporting Lisbona. Il Napoli ha due punti in più dopo sei giornate, rispetto alla scorsa stagione, ma soprattutto ha una serie di protagonisti in grado di far tornare la luce quando fuori è buio. Alcuni sono il frutto di un mercato estivo per certi versi ineccepibile, altri, per esempio Leonardo Spinazzola, sono tornati a livelli altissimi proprio grazie ad Antonio Conte, "O surdato 'nnammurato".

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'O surdato' Conte è più che mai 'nnammurato' del suo Napoli che cambia e può cambiare

Riccardo Gentile