'Gen clash': come Gasperini e Chivu stanno trasformando Roma e Inter

Chiariamoci subito: questa partita, Roma-Inter, va molto al di là della semplice tattica. È storia, è aneddoti, è un tuffo nel passato che guarda al presente. Sono numeri e statistiche. Ma di questo, in questo articolo, non ci occupiamo. O meglio, useremo quei numeri e quelle statistiche per provare a tracciare un identikit del tipo di partita che potremmo vedere. Miglior difesa contro miglior attacco: si è detto e ridetto. Anzi, per entrare più nello specifico la Roma ha qualcosa in più: non è solo la miglior difesa d’Italia, ma di tutta l’Europa. Basterebbe solo questo per inquadrare la solidità difensiva della squadra di Gasperini, ma se vediamo i numeri capiamo ancora meglio perché i giallorossi non prendono gol. Non è per nulla facile entrare nell'area di rigore difesa da Svilar: la squadra è la prima per tiri subiti in area ; è la prima per tocchi in area concessi ; è la seconda che subisce i tiri più distanti. E la motivazione si vede nella grafica di destra. Sull'asse delle X, in orizzontale, notiamo i tocchi concessi nel terzo difensivo, su quello delle Y, in verticale, i tocchi concessi in area. In alto a destra ci sono loro: la Roma e l’Inter. Vecchio-nuovo Gasp E se è vero che il dato dei gol subiti sembra straniante se pensiamo a Gasperini, è altrettanto vero che l’allenatore a Roma ha portato tantissimi dei concetti che ha insegnato per anni all’Atalanta. Uno di questi è l’utilizzo delle catene laterali. O, per essere meno tecnici, più semplicemente delle fasce. Perché la sua squadra risale il campo dalle fasce, preferendo questa soluzione al gioco centrale. Una prova si ha da questo Sky Tech. La Roma è divisa in due: la parte sinistra e la parte destra. Koné è il vertice basso di questo rombo a sinistra, ma non c'è spazio. Allora cosa succede? Si torna indietro e si va subito dall'altra parte, non c'è nessuno a centrocampo, è tutto svuotato. Nella stessa azione accade la medesima cosa ma dall’altra parte: stesso rombo con Cristante laterale a destra. Nel derby abbiamo assistito a una piccola variazione: Cristante si trova tra i difensori avversari, Koné fa l'esterno di destra. Nessuno dei due è nel posto classico dei centrocampisti. Ma qui avviene qualcosa di diverso: Soulé gestisce la variazione della catena, va da destra a sinistra per cercare Angeliño che, proprio come avveniva con gli esterni dell’Atalanta, butta uno dei tanti cross all’interno dell’area di rigore. Cambiamento Inter Gasperini a Roma ha deciso comunque di ripartire dal suo credo. Con tutto quello che c’è da affinare. Chivu, invece, ha dovuto lavorare diversamente: ha avuto l'intelligenza di capire che fosse il caso di riprendere alcuni concetti dell'Inter d'Inzaghi, mantenendo invariati certi cardini. Una consapevolezza a cui l’allenatore è arrivato strada facendo, perché nelle prime gare ha provato a impostare un calcio un po’ diverso rispetto a quello che si basava sulla fluidità e sulle relazioni tra i reparti: ha lavorato sulle posizioni fisse dei giocatori e lo vediamo bene nella partita contro l'Udinese contro cui l'Inter ha perso. Calhanoglu, per esempio, si sarebbe trovato più tra i difensori, così come i braccetti di difesa sarebbero probabilmente stati in posizione più avanzata. Questo contro i friulani non avviene. Le cose sono cambiate nel tempo: Chivu ha allentato questa rigidità, soprattutto sulle catene laterali. Vediamo la partita contro il Cagliari e torniamo lì a sinistra: l'Inter è tornata a giocare in modo più fluido, con più scambi. Carlos Augusto entra dentro il campo come fosse una mezzala. Chi prende il suo posto? Bastoni, come accadeva lo scorso anno. Il difensore fa il cross, Lautaro segna. Un ritorno al passato simile si è visto anche contro la Cremonese. I tre centrocampisti, Barella, Mkhitaryan e Frattesi, sono quasi sulla stessa linea. Sullo sviluppo dell'azione Akanji è il centrale di destra ma stringe tanto la sua posizione. E notiamo ancora una volta come viene portata avanti l’azione sulla catena di sinistra con tanti cambi: Lautaro si posiziona al posto di Dimarco, al posto poi dello stesso Dimarco arriva anche Bastoni che fa un cross molto simile a quello col Cagliari e arriva l'occasione di Dumfries. Le vecchie relazioni tornano di moda. Ma cosa è cambiato? Il gioco dell’Inter è molto più diretto. È vero: in questa stagione, come quella passata, la squadra è l'ultima per passaggi in verticale in Serie A. Però non possiamo fermarci a questo dato, perché è cambiata la gestione dello spazio in questa Inter. L'anno scorso i nerazzurri erano sedicesimi per percentuale di passaggi progressivi, cioè quelli che ti avvicinano tanto alla porta. Adesso è quinta. È quarta come percentuale di passaggi giocati in area di rigore, l’anno scorso era diciassettesima. I passaggi all'indietro sono l’emblema: l’anno scorso nella metà campo difensiva-offensiva era prima e quinta, cioè quella che ne faceva di più ora è quattordicesima. Lo split è immenso. Pressing asfissiante E arriviamo a parlare del pressing. Sappiamo quanto tenga Gian Piero Gasperini alla sua marcatura uomo, che è stata portata anche a Roma ma con una variazione: Angeliño, ovvero l’esterno sul lato debole, sta sempre un po’ lontano dall'uomo che deve marcare. Nel derby, vediamo Angeliño che in questo caso è sul suo uomo, arriva quando la palla si presenta da quella parte e prende il suo uomo di corsa. E arriva anche Ndicka che da centrale, si trova addirittura nel terzo offensivo. Tutte coppie: uomo contro uomo. Questo però comporta dei rischi: basta perdere un uomo e poi il campo si spalanca. Contro la Fiorentina, Pongracic conduce dopo aver fatto un uno-due superando Baldanzi e si crea il 5 contro 5. Pro e contro di questa marcatura. Notiamo in tutti i casi un grande aumento di intensità. Se confrontiamo Ranieri con Gasperini, il risultato è simile perché anche Ranieri aveva la miglior difesa della Serie A nel suo periodo, ma il modo in cui ci si arriva è molto diverso: per pressing si è passati dal diciottesimo al secondo posto, mentre si è saliti addirittura al primo per il recupero delle seconde palle. Un cambio di atteggiamento avvenuto in pochissimo tempo. E se andiamo a vedere i numeri, pressa molto di più dell'anno scorso anche l'Inter. Con un dato che arriva a quantificare a +105% di efficacia nella pressione dell’avversario. I nerazzurri sono migliorati molto anche sulla riaggressione, come dimostrano gli xG da recupero . Ma l'occhio cade, in questa grafica, soprattutto sull'ultima riga. Perché alzare la difesa di 5 metri, vuol dire recuperare la palla 5 metri più avanti: si tratta di un cambio radicale nell'impostazione difensiva. Soprattutto nelle ultime partite abbiamo visto in concreto questo cambiamento. Contro il Cagliari l’Inter va a trovarsi in condizioni di uomo contro uomo. Diverso invece questo schema su costruzione degli avversari. L’Inter pressa a zona per chiudere il centro e per non far passare la palla in mezzo. Ma appena il pallone si trova a lato poi appena la palla va sul lato, quindi più vicina alla linea, allora torna la marcatura a uomo. Alcune cose sono cambiate, alcune cose sono rimaste uguali. Ci sono due ex, ci sono i ricordi belli e brutti e c'è uno scontro generazionale tra un allenatore che farà la ventesima panchina in Serie A a e uno allenatore che arriva alla sua seicentoseiesima. Tutto questo è ‘Gen clash’, scontro generazionale. Tutto questo è Roma-Inter da seguire su Sky Sport.

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'Gen clash': come Gasperini e Chivu stanno trasformando Roma e Inter

Luca Mastrorilli