Thiago Motta fa bene a far giocare sempre Koopmeiners? Perché sì e perché no

La netta vittoria della Juve contro l’Empoli ha scacciato via le polemiche ma un grande interrogativo continua ad aleggiare nell’ambiente bianconero: perché Thiago Motta non rinuncia mai a Koopmeiners? Contro i toscani l’olandese ha giocato una buona partita, andando anche vicino al gol in più occasioni, ma – nel complesso – fino a questo momento il suo rendimento è stato al di sotto le aspettative di tifosi e addetti ai lavori. Non è della stessa opinione Motta, che ha sempre difeso e sostenuto il suo giocatore . Ma quindi chi ha ragione? E soprattutto, fa bene l’allenatore bianconero a non voler rinunciare mai a Koopmeiners? Proviamo a capirlo. Le ragioni del sì “Per noi è fondamentale per tutto, perché sa fare tutto. Mi piace vedere il suo linguaggio del corpo, che è fantastico, è un numero 10. Il suo approccio mentale nelle difficoltà è un numero 10. Le reazioni che ha sono fantastiche, non si lamenta e fa quello che devo fare. E’ difficile toglierlo dal campo per tante ragioni, rimane in campo perché aiuta tantissimo la nostra squadra”. Una prima chiara risposta arriva direttamente da Thiago Motta in data 13 dicembre 2024 . L’allenatore bianconero non ha dubbi: Koopmeiners è fondamentale per questa Juventus. Qualche dato può aiutarci a capire perché. Partiamo dai numeri più semplici. Fin qui, l’olandese ha segnato un gol e servito tre assist in 19 partite di Serie A e realizzato un gol nell’unica gara giocata in Coppa Italia. Nessuna rete, invece, nelle sette gare di Champions e nei 90’ della semifinale di Supercoppa. In termini realizzativi il suo rendimento è senza dubbio calato rispetto alle ultime due stagioni, in cui ha segnato in totale 26 gol con la maglia dell’Atalanta. L’analisi delle sue prestazioni di Soccerment ci spiega il perché di questo calo. Rispetto alla scorsa stagione quest’anno Koopmeiners ha ridotto di molto il contributo in fase di rifinitura , progressione palla e pericolosità . È anche molto meno centrale nella manovra, tocca molti meno palloni in % sul totale di squadra . Dall’altra parte perde però meno palloni e sbaglia meno passaggi. Questi ultimi due dati sono coerenti con il calo nelle metriche di pericolosità e rifinitura: quel che emerge nel complesso è che si prende meno rischi e quindi è meno pericoloso, ma rende il possesso palla più sicuro. Questo atteggiamento riflette in maniera chiara le richieste di Motta, che dalla sua squadra vuole un possesso palla molto prudente. Per capirlo basta dare uno sguardo ai dati della passata stagione di Lewis Ferguson, che nel Bologna di Motta giocava nel ruolo che sta ricoprendo Koopmeiners alla Juventus. I due giocatori hanno dati molto simili e un profilo analogo. Le differenze sono nei valori più bassi di conduzioni progressive, coinvolgimento e mantenimento del possesso . E nel numero di gol . Perché Koopmeiners non ha lo stesso numero di gol del Ferguson di un anno fa in Serie A ? Osservando i dati di tiro dei due emerge che hanno numeri quasi identici – sia nel numero di tiri che nella pericolosità media dei tiri – l'unica differenza è che il Ferguson dell'anno scorso riusciva a finalizzare in linea con le attese, mentre il Koopmeiners di quest'anno sta finalizzando peggio delle attese . Un qualcosa a cui l’olandese non ci aveva mai abituato: prima di questa stagione aveva segnato 37 gol da 16,6 xG . Da un punto di vista dei dati e statistico è quindi probabile che continuando a giocare e ad avere questo buon numero di occasioni presto tornerà a segnare con maggiore continuità. Oltre ai dati e a tutte le ragioni di campo, ce ne è poi una meramente economica e strategica. La Juventus ha inseguito per quasi tutta la scorsa estate Koopmeiners e per acquistarlo dall’Atalanta ha speso 51,3 milioni . L’olandese è stato il grande colpo dell’ultima sessione estiva di mercato bianconera, tutelarlo e sostenerlo appare – da questo punto di vista – la miglior strategia possibile. Le ragioni del no Se è vero che Motta fa bene a dare spazio a un giocatore costato circa 55 milioni, è anche vero che la sua indiscussa presenza in campo toglie minuti a un altro oneroso acquisto, Douglas Luiz . Al contrario dell’olandese, il brasiliano ha avuto molte meno occasioni per dimostrare il proprio valore ma anche lui rappresenta un investimento importante per la Juventus e come tale meriterebbe maggiori opportunità. C’è poi chi sostiene che qualche esclusione ‘punitiva’ possa far bene ai giocatori. Lo credeva certamente Fonseca, che ha provato questa strategia prima con Leao e poi con Theo Hernandez. L’esito lo conosciamo: è andata bene con il 10 portoghese – rigenerato dopo qualche panchina – e meno con il terzino francese. Cosa significa? Che ci sono giocatori che rispondono bene alle bocciature e altri che hanno bisogno di essere coccolati di più. Se, come sostiene lo stesso Motta, Koopmeiners è un giocatore dalla forte personalità, forse qualche panchina in più potrebbe aiutarlo a tirare fuori il meglio di sé. C’è anche chi – come Giancarlo Marocchi – crede che Koopmeiners debba sì giocare, ma in una posizione diversa: “Lo farei giocare più a centrocampo, dove mi sembra più libero di agire” ha detto lo scorso dicembre in studio a Sky Sport. La ‘libertà’ di gioco è un tema caldo anche per Fabio Capello, che a gennaio – in un’intervista a La Gazzetta dello Sport – ha spiegato: “A me Koopmeiners piace molto, ma credo che non sia agevolato dal gioco di Motta, con tutta quella ragnatela sterile di passaggi. L’olandese avrebbe bisogno di un calcio più verticale, come quello di Gasperini”. Insomma, giusto farlo giocare e dargli spazio ma – a prescindere dalla posizione – bisogna concedergli più libertà di iniziativa . Con Koopmeiners arretrato la Juventus potrebbe anche schierare da trequartista uno tra Yildiz e Nico Gonzalez – come già accaduto in qualche rara occasione in stagione – e avere una maggiore spinta offensiva. In diverse partite di questa stagione la Juventus ha fatto fatica a trovare la via del gol ma nelle gare con il turco o l’argentino alle spalle di Vlahovic le cose sono andate diversamente: 2 gol in 1 partita con Nico seconda punta, 13 in 8 con Yildiz seconda punta/trequartista . La verità… Analizzate le ragioni del sì e del no, appare chiaro come non esista una risposta del tutto corretta alla domanda che attanaglia l’ambiente Juve. Il responso definitivo lo dà sempre e solo il campo e – come ha scritto Michele Padovano nel suo ultimo articolo per Sky Sport Insider – finché i risultati gli danno ragione, Motta fa bene a continuare così…

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