
Milan, rimonte e gol allo scadere: le sliding doors dello scudetto
Non è stata la squadra con più gol segnati al 90' e nemmeno quella con più punti recuperati da situazione di svantaggio, ma il tricolore passa anche per il 3-2 in rimonta col Verona, per la rovesciata di Ibra nel recupero con l'Udinese. Un macigno il gol di Tonali all'Olimpico, come la linguaccia di Giroud nel derby

JUVE-MILAN 1-1, RIMONTA ATTO I - L'ultima volta in cui il Milan aveva fatto punti a Torino con la Juve dopo essere andato sotto nel punteggio risaliva al 25 febbraio del 1996. Lo Stadium non c'era ancora. Si giocava al Delle Alpi. Conte e poi Weah. Salto temporale: quel giorno - inteso come il 19 settembre 2021, quarta di campionato - è la Juve con Morata a sbloccare la partita. Poi ecco Rebic. Un fulmine nell'area: testata, gol.

Il croato esulta alla maniera di CR7 a Madrid. Calma calma, dice con le mani. È solo la prima rimonta dell'anno.

SPEZIA-MILAN 1-2, DIAZ A 4 DALLA FINE - È un inizio di stagione show quello del folletto che veste una nuova maglia, col numero 10 stampato sulla schiena. Scatta, crea, salta l'uomo, ogni tanto sembra passare sotto le gambe degli avversari. E poi segna, proprio sotto le gambe del portiere dello Spezia il gol partita di quel giorno, all'86'. Lo coccolano come si fa con un fratello minore.

MILAN-VERONA DA 0-2 A 3-2 - Nel segno di Samu Castillejo, il gregario che sulla schiena porta un tatuaggio con la scritta Mamihlapinatapai, antichissimo vocabolo di una lingua (quasi) morta parlata da una tribù della Terra del Fuoco: lo Yaghan. Cosa voglia dire, di preciso, non lo sa nessuno. Ma potrebbe essere interpretato come l'atto di guardarsi l’un l’altro, sperando che uno dei due si prodighi a fare qualcosa che entrambe le parti desiderano molto fare ma che nessuno ha la volontà di iniziare.

Ebbene, quel giorno, Castillejo si prodiga a fare qualcosa non soltanto con uno sguardo. Il Milan è sotto 2-0 all'intervallo. Lì entra Castillejo, gregario tricolore. Giroud inzucca con la specialità della casa e la riapre. Poi Samu si guadagna il rigore che Kessié trasforma. Propizia con un cross l'autogol di Gunter al 78'. E a fine partita scoppia in lacrime. "Perché sono rimasto al Milan in estate? Forse c'entra il destino" dirà lui. Aveva ragione.

BOLOGNA-MILAN 2-4, CI PENSA BENNACER A 6 DALLA FINE - Partita pazza: Milan sopra di un gol, poi di un uomo, poi di due gol. Ma i rossoblù rimontano fino al 2-2 prima di restare in nove. Serve il guizzo finale: Bennacer raccoglie un pallone allontanato e spara una stilettata mancina al volo all'84', roba tra trequartisti puri. Ibra chiude i giochi al 90'. Bologna da dark, come quella canzone di Lucio Dalla, torna a splendere. E sorridono anche loro, il gigante e il bambino, parafrasando quel meraviglioso cantautore bolognese.

IL DERBY DI ANDATA, 1-1 IN RIMONTA - Non tutti i supereroi indossano maschera e mantello. Alcuni si accontentano dei guanti. Mettetevi negli alti panni di Ciprian Tatarusanu, trentaseienne da Bucarest. È tra i pali del Milan in un derby, sostituisce un mostro della porta come Maignan, che a sua volta sostituisce un mostro come Donnarumma. Pressione?

In più il Milan va sotto col gol dell'ex passato sull'altra sponda del Naviglio per vincere lo scudetto. Macigno psicologico. Ma in casa rossonera arriva un nuovo punto da situazione di svantaggio. Arriva con l'autogol di De Vrij, ma anche per il suo rigore parato a Lautaro. Firma sul tricolore: sì, c'è anche quella di Tata.

UDINESE-MILAN 1-1, IL SOLITO IBRA AL 92' - Solito perché appena entra in area il vento cambia, ed è uno scenario a cui siamo abituati. Attorno ai difensori avversari filtra quell'elettricità da quiete prima della tempesta. La situazione da sotto controllo diventa sotto imminente pericolo. A lui piace chiamarla Adrenalina. Due minuti oltre il novantesimo. Il Milan sta perdendo. Lui è lì, domina l'area. Lo circondano, lo guardano, lo temono, non lo fermano.

Poi ci vuole anche l'abilità di unire il calcio alle arti marziali. Fortuna per il Milan che Zlatan Ibrahimovic, nato a Rosengård 40 anni prima, applichi il taekwondo al calcio fin da inizio carriera. Rovesciata, acrobazia, pareggio.

IL DERBY DI RITORNO, 2-1 IN RIMONTA - Fa la linguaccia Olivier. Del Piero la mostrò in un paio di Inter-Juve d'alta classifica, chissà se sia stata una citazione. Il bel francese fa più che altro il francese. Un po' snob, naso all'insù, prende un derby sofferto, e fin lì perso, e lo ribalta come se niente fosse. In tre minuti. Con la leggerezza e la delicatezza dei film di casa sua. Chapeau.

Da rapace fa 1-1, l'ultimo 9 del Milan capace di segnare così, e gol così pesanti, era stato il fratello dell'allenatore avversario. Che non a caso era stato l'ultimo nove rossonero a timbrare un derby (maggio 2008). Col 2-1 spezza la maledizione di quel numero (il peggior Pato, poi Matri, Torres, Destro, Luiz Adriano, Lapadula, André Silva, Higuain, Piatek, Mandzukic). Un gol bellissimo: tacco e interno, da Musée d'Orsay, casa dell'impressionismo. Impressionante e basta è il peso della doppietta. In carriera ha vinto Champions e Mondiale, non sarà certo un caso.

Il gol è sotto la Curva Sud. La corsa. Arriva anche Pioli. Il Milan si abbraccia.

LAZIO-MILAN 1-2, IN RIMONTA E NEL RECUPERO - La vera sliding doors da scudetto. È il 92' e il Milan sta pareggiando all'Olimpico (già di rimonta, manco a dirlo, grazie a Giroud) e in quel momento ha 72 punti in classifica; come quelli del'Inter attesa tre giorni dopo al recupero col Bologna. Il mondo nerazzurro è pronto a giocare al Dall'Ara per scappare a +3 in classifica. Lì, Sandro Tonali, nato a Lodi e da bambino tifoso del Milan, cambia il destino.

Segna in pieno recupero, travasando nel tabellino e nella storia del campionato la grinta che esplode ad ogni minuto di ogni partita. È il suo segreto: gioca da tifoso. Si toglie la maglietta, sotto ne ha una rossa, sotto ancora ha la pelle rossonera, come quando da piccolo chiedeva in dono, in una letterina a Santa Lucia, il completo della sua squadra del cuore. Il resto è noto: il Milan vince quella partita e sale a 74, l'Inter scende allora in campo a Bologna, nel recupero, non più per allungare a +3, ma per non perdere la vetta. La perde, e il Milan vola.

MILAN-FIORENTINA 1-0, CI PENSA LEAO ALL'82' - Dai e dai, il Milan ci prova. San Siro è pienissimo, come mai negli ultimi due anni di pandemia, e ribolle. Spinge ma non segna. L'ansia sale come su una giostra spinta fino al massimo. Poi a sbloccare ci pensa lui: prende il motorino e saluta tutti. Con le ali sotto i piedi. Leao meravigliao.

MILAN-VERONA, ALTRA RIMONTA - Per sfatare il fatale serviva una magia, ma anche cuore. Ce lo mette il solito tifoso, Tonali. Classe 2000, non era ancora nato quando il Milan, lì al Bentegodi contro l'Hellas, perse due scudetti. Nel 1973 e 1990. Ma c'è quando non lo perde. Due gol, la solita rabbia, la solita grinta.