La magia del Bra: un'alchimia perfetta per la serie C

La magia scatta quando meno te l’aspetti. La magia è sorpresa. Ti fa esclamare: “Wow! Non è possibile”. Ecco, benvenuti a Bra dove un allenatore, una squadra, una società, una tifoseria, hanno cambiato il loro destino dominando il girone A del campionato di serie D. Se ci fosse un momento esatto per iniziare questa storia con la bacchetta magica, si potrebbe partire dalle ore 17.00 del 18 settembre 2024. Terza giornata di campionato. Si gioca allo stadio “Attilio Bravi”, intitolato all’olimpionico di salto in lungo. Quel pomeriggio la squadra di Fabio Nisticò imita il grande atleta braidese con un salto lungo una stagione intera, schiantando 5 a 0 la corazzata Vado, che punta alla serie C: “A fine partita entro negli spogliatoi, guardo i ragazzi e capisco che è successo qualcosa di speciale. Quella partita ci ha dato consapevolezza e fiducia”. Nisticò è arrivato a Bra nell’estate per rilanciarsi dopo un’esperienza difficile a Chieri. Ha un carattere solare e tenace, una grinta gentile perché riesce a coniugare la cattiveria agonistica con il sorriso e un’empatia che coinvolge tutto l’ambiente. Sa come parlare e convincere le persone a farsi seguire. “E’ riuscito pure nell’impresa di mettere d’accordo il consiglio comunale, maggioranza e opposizione. Siamo tutti orgogliosi del Bra e stiamo lavorando per adeguare lo stadio alle esigenze del professionismo”, racconta l’assessore allo Sport Francesco Matera. Sull'impianto che ha una tribuna coperta che può ospitare 800 posti domina il santuario della Madonna dei Fiori che dava il nome allo stadio prima che fosse intitolato ad Attilio Bravi. L'edificio conserva in una cappella laterale la statua della Madonna dei Fiori che viene portata in processione l'8 settembre giorno della festa patronale: religione, tradizione, comunità e calcio tutto in pochi metri. Dal lato del santuario dovrebbe essere costruito un nuovo rettilineo, poi andranno tirate su le gradinate fronte tribuna e verrà sistemato il settore ospiti. Il progetto è ancora in fase di definizione ed è a carico del Comune. L'obiettivo è iniziare i lavori questa estate, ma tutta la prima storica stagione da quando c’è la nuova formula della serie C si giocherà al Piola di Vercelli oppure al Moccagatta di Alessandria. Dunque sarà sempre in trasferta la tifoseria giallorossa, mai così rumorosa e colorata come quest’anno e con un coro che ha spopolato diventato il simbolo della passione che covava sotto la cenere e aveva bisogno soltanto di una scintilla per divampare. I ragazzi del Bra Front si sono lanciati con l’interpretazione di “Amandoti” di Gianna Nannini che ha accompagnato la cavalcata di una squadra rimasta in testa tutta la stagione, mettendosi alle spalle realtà come Varese, Gozzano e Vado. “Amami ancora, fallo dolcemente” intonavano squadra e tifosi dopo ogni vittoria. Ritmo dolce e suadente, che significa: Bra, noi ci siamo sempre ed è amore vero! Adesso gode l’intera città di 30 mila abitanti. Il presidente Giacomo Germanetti al raduno estivo parlava così: “Noi siamo legati al territorio e i ragazzi lo sentono, abbiamo una tifoseria appassionata. Siamo un mix di giovani talenti ed esperti. L’obiettivo è restare a ridosso delle squadre di vertice rispettando l’equilibrio economico e finanziario”. Senza spese folli, ma con investimenti oculati. Solo che il Bra è salito sull’ottovolante. Nella patria dello Slow food del braidese Carlo Petrini, il calcio è andato a velocità supersonica. “La serie C non era nei programmi, ma la squadra ci ha regalato una gioia immensa. Undici anni fa siamo stati una stagione in C2 ma questo successo è una prima volta storica perché parliamo di una categoria unica con la riforma del campionato. Vogliamo farci trovare pronti, sempre rispettando le esigenze di bilancio”. I giovani sono la base su cui costruire il futuro, in linea con la nuova filosofia che il presidente della Lega C Matteo Marani sta portando avanti. Regole ad hoc per premiare chi schiera i ragazzi del proprio settore giovanile o under in prima squadra. Il portiere titolare Emanule Ribero classe 2006, scuola Torino, è nato ad Alba. Un figlio del territorio di Langhe e Roero. Giocava in D all’Albese, retrocessa in Eccellenza. Un anno dopo ha festeggiato da 18enne la promozione in serie C. La collaborazione con i club professionisti sarà un punto qualificante del nuovo Bra: “Cercheremo di avere un rapporto proficuo con tutte le realtà vicine a noi e in particolare con Juventus e Torino”. La Juve in particolare ha intuito le potenzialità di una realtà in espansione su un territorio finora 'scoperto' e si è subito mossa accettando la richiesta di collaborazione del Bra che potrà concretizzarsi non solo a livello di prima squadra ma soprattutto per quanto riguarda il settore giovanile. Germanetti è al 18° anno di presidenza. Nato a Bra nel 1966 è contitolare della BraGas insieme al fratello Natale. L'azienda si occupa di commercio e impianti Gpl, reti canalizzate, articoli da campeggio, apparecchiature e distributori di carburante. La serie C è fantastica, però richiede uno sforzo economico supplementare per l'aumento dei costi. Germanetti resterà il punto di riferimento intorno al quale si stanno muovendo nuovi potenziali soci per rinforzare la società e permettere al sogno di alimentarsi. L'obiettivo sarà la salvezza, ovviamente: “Il Bra all’inizio mi appassionava come tifoso. Poi, grazie ad amici, ne sono diventato dirigente. Sapevamo di non essere deboli, però non pensavamo di essere così forti! E’ stata una cavalcata pazzesca. La squadra ha maturato una consapevolezza e una forza tecnica, ma soprattutto umana incredibile. E questo ha fatto la differenza". Armonia e amicizia. Come quella che lega l’allenatore al direttore sportivo Ettore Menicucci ed è alla base del magico campionato del Bra: “Io e Fabio Nisticò siamo amici e questo di sicuro facilita il lavoro – spiega il ds – ma soprattutto vediamo il calcio allo stesso modo, ci capiamo con uno sguardo, sappiamo cosa può essere funzionale per la squadra, abbiamo idee molto simili. Si lavora col budget a disposizione per il bene della società e cercando di puntare sulle idee e le conoscenze. L’impresa del Bra si racchiude in questa parola: amicizia”. Una parola antica e rara nel calcio moderno. Ma il fattore umano lo percepisci appena varchi i cancelli del centro sportivo a fianco dello stadio. La squadra si allena qui, ma si cambia negli spogliatoi del “Bravi” dove ha stabilito il suo quartier generale Fabio Nisticò. L’alchimia è nata in questi stanzoni e davanti al magazzino dove comanda “Il pampa”, al secolo Antonio Pulvirenti, nato a Buenos Aires, soprannominato così ovviamente in onore del connazionale Sosa. Fa parte della grande famiglia giallorossa ed è una miniera di aneddoti. Così come l’addetto stampa Danilo Lusso, che ha testimoniato la cavalcata storica della squadra con articoli, video e interviste che Nisticò e i giocatori conserveranno gelosamente perché quello che hanno fatto resterà per sempre nei loro occhi e nel loro cuore . Prima della trasferta ad Imperia la squadra aveva preparato una maglia celebrativa con lo slogan “ABracadaBra” e la foto dell’allenatore con la bacchetta di Harry Potter. Gli ingredienti del pentolone magico sono stati sacrificio, resilienza, entusiasmo, gioventù e qualità tecnica. Nisticò ha mischiato il tutto aggiungendo pragmatismo, concretezza e una solida impostazione tattica fondata sul 5-3-2: “Sono un risultatista!” dice orgoglioso il mister. Pochi fronzoli, insomma. Però anche spettacolo. La capolista è stata miglior attacco e anche miglior difesa: “Tutti dicevano che prima o poi avremmo mollato”, ricorda il capitano Cristian Tos, settore giovanile alla Juventus, difensore e assicuratore. Vive a Torino e ogni giorno fa su e giù in treno per venirsi allenare. Con un esempio di dedizione così come potevano i giovani non dare tutto? “Lo scetticismo degli avversari è stato la nostra benzina”. Il Bra è volato via senza farsi più riprendere. Ma ci sono stati momenti molto duri da superare. La squadra ha reagito dopo i tre gravi infortuni al crociato di Quitadamo, Amansur e Giorcelli. Il bomber Costantino dopo un inizio fulminante con 10 gol si è rotto il malleolo in allenamento. Ma l’attacco ha continuato a segnare: il cuneese Aloia classe 2004 ne ha fatti 10, accanto al greco Elios Minaj, ex Spal, una panchina in serie A. Per lui 11 gol e 12 assist, sarà un punto di riferimento anche in serie C. Solo in tre della rosa attuale hanno giocato tra i professionisti: Zanon, Quitadamo e Perseu, romano di 23 anni, ex Latina e Alessandria. Il padre ha un ristorante frequentato da Totti, che in un video gli ha fatto i complimenti per la promozione in serie C con una battuta fulminante delle sue: “Bra…Bra.. Bravi!”. Applausi. Ci vediamo presto. In serie C.

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