Noah? Ah no... Gli acquisti saltati dopo le visite mediche

Più che OK-afor, in questo caso è NO-kafor. L’attaccante svizzero aveva salutato i compagni e i tifosi del Milan all’aeroporto, imbarcandosi per un volo verso la Germania. Prossima tappa della carriera di Noah Okafor, appunto, la Bundesliga: ma la sua esperienza tedesca è finita ancora prima di iniziare. I risultati dei test medici e atletici effettuati con il Lipsia hanno evidenziato che il calciatore non avrebbe potuto essere subito disponibile con il suo nuovo club. NO-ah? Ah no, allora niente: e così Okafor torna in Italia perché il Lipsia ha bloccato il trasferimento. Non è la prima volta e non sarà l’ultima, che un affare salta dopo le visite mediche. C’è chi aveva già posato con la nuova maglia, chi è stato bloccato -almeno ufficialmente- da problemi ai denti, chi da complicazioni più gravi. La galleria è lunga. E, anzi, solo nell’ultima sessione estiva di mercato, in Serie A, era successo altre due volte DAJE DANSO “Daje Danso”. Kevin l’avevano accolto così, a Ciampino, a fine agosto, i tifosi della Roma. Tanti sorrisi, una raffica di cinque stampati sulle mani dei bambini accorsi con la maglia giallorossa all’aeroporto. Ma in fondo un saluto veloce, perché poi c'era da scappar via sulla macchina della società per le visite mediche. Con la voglia di arrivare il prima possibile a Trigoria per conoscere De Rossi, che attendeva il nazionale austriaco venduto dal Lens alla Roma per 22 milioni di euro più bonus. L’allora allenatore romanista lo aspetta ancora: il trasferimento non si è concluso. Il giorno dopo, Danso non ha ottenuto l’idoneità sportiva e la Roma ha preferito non proseguire nell'affare con i francesi. Grandi sorrisi e un bel pollice alzato erano stati i segni distintivi anche dell'arrivo in Italia di Marc Pubill, spagnolo classe 2003 che l’estate scorsa l’Atalanta è andata a chiedere all’Almeria, per una cifra vicina ai 16 milioni di euro. Un terzino tutto nuovo per Gasperini, fresco di vittoria del torneo olimpico con la Spagna sulla Francia padrona di casa. Arrivo in aeroporto, visite mediche alla Madonnina di Milano con tanto di sacchetto loggato Dea. Ma dopo i test programmati per la domenica, l’Atalanta ha pensato di aggiungerne un supplemento per il giorno dopo: indagini più approfondite, che portano il club dei Percassi, come in un film già visto a Roma, a rinunciare. Keannonsifapiù? Ma è nella sessione di mercato invernale precedente, quella dello scorso gennaio, che si è verificato un altro caso molto simile a quello appena visto con Okafor. Non è questione di non aver passato le visite, ma un problema di tempi di recupero da un infortunio: differenti da quelli previsti dal nuovo club. E così, di Moise Kean all’Atletico Madrid, resta solo una fotografia. Del centravanti -ora alla Fiorentina, ma allora della Juve- in tribuna al Wanda Metropolitano, alla fine del gennaio 2024. In campo, quelli che sembravano poter essere i suoi futuri compagni di squadra, guidati dal 'Cholo' Simeone, contro il Valencia. In tribuna lui, pronto a diventare un nuovo ‘colchonero’. Se non fosse per un infortunio alla tibia, che ai tempi lo stava tenendo fuori da un mese e che dopo approfondite visite mediche ha portato il club spagnolo a riflettere sulle tempistiche. Un anno fa l’Atletico ha ritenuto che i tempi per poter schierare Kean sarebbero stati più lunghi di quelli previsti. E così l’attaccante -Keannonsifapiù?- è tornato a Torino. E ha dovuto aspettare l’estate successiva per partire, stavolta con destinazione Firenze e non più Madrid. IL RIFLESSO DI PAVLOVIC Dalla nuova città di Kean, Firenze, era partito fiducioso verso l’estero anche Gaetano Castrovilli. Era l’agosto del 2023 e il centrocampista era pronto per una nuova avventura: dopo la Viola, la Premier League. Ad attenderlo il Bournemouth, che ai tempi si era accordato con la Fiorentina per acquistarlo per 12 milioni più bonus. Ma anche Castrovilli una volta arrivato in Inghilterra non ha superato le visite mediche: “Si comunica che i risultati degli esami medici effettuati non sono stati ritenuti idonei” scriverà la stessa Fiorentina in un comunicato. E Castrovilli è tornato dunque in viola, per poi sottoporsi a operazione e saltare quasi tutta la scorsa stagione. Prima di partire davvero, lo scorso luglio, per Roma. E diventare un calciatore della Lazio. Proprio la squadra in cui avrebbe dovuto diventare un giovane dal grande futuro anche Strahinja Pavlovic. Il difensore serbo è arrivato in estate al Milan ma la Serie A avrebbe dovuto ‘assaggiarla’ molto prima. Già nel 2019, quando aveva solo 19 anni. La Lazio di Tare lo aveva notato nel Partizan Belgrado. Fisico già notevole, capigliatura alla Stam. Ad agosto di quell'anno eccolo a Roma, per le visite alla consueta clinica Paideia. L’idea è quello di comprarlo e lasciarlo ancora un anno in prestito al Partizan. Ma la buona conclusione dell'affare è condizionato all'ok dei medici. E qualcosa non va. “Avevamo firmato con il giocatore -racconterà proprio Tare un anno dopo- purtroppo il nostro medico non ha dato il via libera per tesserarlo”. E così la strada verso la Serie A di Pavlovic si complica: Monaco, Bruges, Basilea, Salisburgo. Fino al Milan. Che in materia di ripensamenti dopo le visite mediche ne può raccontare diverse. I DENTI DI CISSOKHO E BIABIAN...O È l’estate del 2009. Il Milan vuole dare un nuovo terzino sinistro al nuovo allenatore Leonardo. E individua il profilo giusto in Aly Cissokho. I rossoneri si sono accordati con il Porto, la squadra dove gioca il difensore francese: 15 milioni di euro e via al trasferimento a Milano per le visite mediche. Finchè, si dice che la cifra non proprio trascurabile stanziata da Galliani arrivi alle orecchie di Berlusconi. Che non autorizza l’acquisto di Cissokho. E ora chi glielo dice al Porto? Bisognerà avvisare il club portoghese, che l’affare non si fa più, anche se a denti stretti… Ecco, a questo punto entrano in scena proprio i denti. Una malformazione ai denti, che porterebbe poi a probabili problemi muscolari, è la motivazione che il Milan porta per tirarsi indietro. CissoKO. Il gioco di parole è facile facile. Come quest’altro, che riguarda sempre il Milan: BiabiaSY , BiabiaNY , BiabiaNO . Breve storia triste, soprattutto mai nata. O meglio, stroncata sul nascere. Nell’estate di 2014, i rossoneri puntano sull’esterno ex Inter, mandando al Parma Zaccardo: il francese arriva a Milano per le visite, su Twitter il Milan dà il benvenuto al nuovo acquisto, immortalato con la sciarpa rossonera al collo. Peccato che alla fine Zaccardo rifiuti la nuova destinazione e lo scambio tra Milan e Parma salti. Biabia, alla fine, è No. Al suo posto, Galliani sceglie il signor Bonaventura, soffiandolo all’Inter, ma questa è un’altra storia. MADJER E FADIGA, L'AFRICA MANCATA DELL'INTER Una grande storia avrebbe voluto scriverla in Italia Rabah Madjer, preso dall’Inter di Ernesto Pellegrini nel 1988 e presentato in sede a tutta la stampa con tanto di foto ufficiali con la maglia nerazzurra. Nazionale e uomo simbolo dell’Algeria capace di battere -anche grazie a un suo gol- la Germania Ovest al Mondiale 1982, di qualificarsi a Messico ’86 e di far conquistare alle “Volpi del deserto” la loro prima Coppa d’Africa nel 1990, Madjer arriva a Milano pochi mesi dopo alcune imprese notevoli. La vittoria della Coppa dei Campioni 1987 con il Porto, con un suo gol in finale segnato di tacco al Bayern Monaco e poi, sempre con i Dragoni, il trionfo anche in Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale. Imprese che valsero a Madjer il Pallone d’Oro africano. Se guardate però alla voce ‘presenze’, nell’Inter troverete un triste numero zero. Nonostante la presentazione, l’esperienza nerazzurra di Madjer si fermò alle visite mediche, che rilevarono problemi fisici e convinsero l’Inter a stoppare l’affare. Copione simile a quello andato in scena a Milano con Khalilou Fadiga. Preso dall’Inter di Moratti nel 2003, dopo il fenomenale Mondiale 2002 giocato con il suo Senegal. Con lui, la nazionale africana guidata da Bruno Metsu batte la Francia campione del mondo in carica all’esordio, e si arrampica fino ai quarti di finale. Quel numero 10 che gioca nell’Auxerre intriga l’Inter, che però gli diagnostica problemi cardiaci fin lì mai riscontrati. E così, anche per Fadiga, nessun debutto a San Siro, rescissione ed esperienza italiana finita praticamente prima ancora di cominciare. C'EST SCHICK MA NON PER LA JUVE Un’esperienza italiana la vantava già Patrik Schick: nella Sampdoria, che lo porta in Italia nel 2016 e con Marco Giampaolo in panchina gli dà fiducia. Gli 11 gol alla prima stagione di Serie A gli attirano le attenzioni di diverse squadre. E nell’estate 2017 è la Juventus a trovare l’accordo con il club allora di Massimo Ferrero. Per oltre 30 milioni, l’attaccante ceco si trasferisce a Torino. Dove però indossa una maglia con lo stemma della Juve solo nel giorno in cui svolge le visite mediche: Patrik non le supera, la Juve si tira indietro e a fine estate, invece che allo Stadium, si ritrova all’Olimpico di Roma. I DUE VIAGGI A VUOTO DI SANTON Nella Roma Schick resta due anni, e fa in tempo a condividere per una stagione lo spogliatoio con Leonardo Spinazzola. Un altro che ha visto il suo destino cambiare dopo le visite mediche. Nella finestra di mercato invernale del 2020, è tutto apparecchiato per uno scambio: il laterale campione d’Europa con l’Italia di Mancini è pronto a passare dalla Roma all’Inter, con Matteo Politano destinato al percorso opposto. I due club organizzano le visite mediche: Politano scende a Roma per i test con il club giallorosso, Spinazzola sale a Milano per sottoporsi agli esami previsti dall’Inter, che dopo controlli approfonditi non trova più l’accordo con la Roma. E il trasferimento salta. Succede, come abbiamo visto. E come hanno visto anche altri. Alessio Cerci, che con il Bologna nel 2016, reduce da un'operazione, si è fermato proprio alle visite mediche. O Mattia Perin, che chiuso da Szczesny e dal ritorno di Buffon alla Juve nel 2019 era volato in Portogallo per firmare col Benfica: viaggio a vuoto anche per lui e ritorno quasi immediato in Italia. Come quello, doppio, effettuato 8 anni fa da Davide Santon. Il “Bambino” lanciato tra i grandi da Mourinho e poi tornato all’Inter, nell’estate 2016 è andato in Inghilterra convinto di giocare nel Sunderland. Ma è dovuto tornare subito in Italia, stoppato dopo le visite mediche effettuato col club allora in Premier. Cosa che gli ricapita poche settimane dopo, nella stessa sessione di mercato: viaggio a Napoli inutile. Santon resta a Milano. La stessa sorte che, per il momento, è toccata anche a Noah Okafor.

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