Bailey è come il vento e farà innamorare Roma

Roma non ha bisogno di fretta: si dice infatti che la sua bellezza sia eterna, scolpita nel marmo del Colosseo e riflessa nei tramonti sul Tevere. Ma il calcio, al contrario, vive di accelerazioni, di scatti improvvisi, di attimi che cambiano tutto. Ed è proprio lì che si inserisce Leon Bailey, l’ultimo colpo della Roma. Un’ala che porta in dote la velocità come dono naturale, la fantasia come marchio di fabbrica e la concretezza dei numeri come garanzia. Diventa giallorosso con la formula del prestito oneroso a due milioni di euro e un diritto di riscatto a ventidue. L’ala giamaicana dopo anni di Premier League sceglie di scrivere un nuovo capitolo nella capitale, sotto la guida di Gian Piero Gasperini. Un innesto che sa di rivoluzione, perché Bailey è un calciatore che cambia l’inerzia, che mette a soqquadro le difese, che vive di strappi e improvvise illuminazioni. Gli anni in Inghilterra sono stati una palestra di resistenza e maturità. Bailey ha conosciuto l’impatto fisico della Premier, le difese che non lasciano respiro e i ritmi che bruciano energie. Due anni fa, nel 2023/24, ha vissuto la migliore stagione della sua carriera: sono stati 14 i gol e 14 gli assist in 52 partite . Bailey arriva quindi con un bagaglio pieno e grazie ai dati di Soccerment possiamo analizzare gli ultimi due anni che raccontano non solo spettacolo ma anche sostanza. Guardate il grafico qui sopra, perché l’estetica da funambolo è stata accompagnata da dati che parlano chiaro: ottima produzione in fase di rifinitura , passaggi in grado di aumentare la pericolosità delle azioni , un coinvolgimento costante nel terzo offensivo e una percentuale di dribbling riusciti che supera abbondantemente il 50%. Non un semplice giocatore di fascia, dunque, ma un creatore di gioco, un moltiplicatore di possibilità. Il campo racconta un ruolo chiaro, ma non rigido. In carriera Bailey ha agito in maniera evidente da ala, soprattutto a destra ma anche a sinistra , con brevi parentesi da esterno puro e persino da prima punta . Una versatilità che per Gasperini è oro: significa poterlo immaginare in più posizioni, sempre all’interno di un sistema che vive di rotazioni, ampiezza e improvvise verticalizzazioni. La domanda è naturale: come si incastra Bailey nella nuova Roma del Gasp? La risposta arriva dalle analogie. Negli ultimi due anni, l’unico giocatore giallorosso ad aver interpretato un ruolo simile è stato Matias Soulé, lo scorso anno. I due condividono compiti e funzioni: l’uno contro uno, la capacità di saltare l’uomo e aprire varchi, l’imprevedibilità come arma. Abbiamo paragonato il nuovo arrivo con chi è già in rosa mettendo a confronto la similarità. Per similarità si intendono quei dati che nel complesso presentano delle somiglianze o delle differenze tra giocatori. E le similarità sono di due tipi: quella sui dati puramente tecnici e quella invece legata al rendimento in campo. Il più simile a Bailey per stile di gioco è Soulè: 89%. Percentuale che si abbassa se lo paragoniamo a Dybala , mentre mettendo a paragone le performance il dato scende ancora di più passando all’85%. Il più simile in assoluto risulta essere la versione 2024/25 di Tommaso Baldanzi. La percentuale per stile di gioco è al 92% mentre quella della performance è addirittura al 97%. Eppure - e qui arriva il confronto e la curiosità migliore - lo specchio più interessante non si trova a Trigoria, ma a… Bergamo! Perché per caratteristiche Bailey ricorda da vicino Ademola Lookman. Le metriche raccontano che non c’è una vera affinità di rendimento, ma lo stile di gioco sì: accelerazioni improvvise, strappi in velocità, capacità di rifinire e di finalizzare. Se la Roma del futuro avrà un Lookman in maglia giallorossa, questo può essere Bailey. Perché se andiamo ad analizzare la similarità per stile di gioco tra il nigeriano e il giamaicano notiamo come si alzi al 93%. La sua forza è proprio questa: Bailey non è un calciatore statico, è un vento che cambia direzione, che sposta gli equilibri. Nel calcio verticale e feroce di Gasperini, la sua capacità di portare palla, di creare superiorità numerica e di incidere nel cuore della manovra offensiva sarà un’arma imprescindibile. Non un bomber, ma un catalizzatore, quello che costringe gli avversari a raddoppiare e libera spazi per i compagni. L’Olimpico lo aspetta. Roma lo accoglie con il respiro antico delle sue pietre e il calore moderno. Bailey dovrà imparare a intrecciare la sua corsa con la trama di Gasperini, a trasformare i dribbling in occasione collettiva, a fondere il talento individuale con il sistema. E in una città che da secoli celebra la bellezza, tra statue e canzoni, tra versi e monumenti, Bailey potrà scrivere il suo pezzo di storia: correndo veloce come il vento sul prato dell’Olimpico, tra applausi che rimbombano come le campane di Trastevere. Perché a Roma, ogni corsa può diventare eterna.

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Bailey è come il vento e farà innamorare Roma

Pier Francesco Monachino