Il piano di calciomercato che ha portato Andy Diouf all'Inter

L’arrivo di Diouf a Milano è lo specchio della nuova strategia dell’Inter. Quella che la squadra mercato di Sky Sport aveva delineato quando arrivare a Lookman stava diventando davvero troppo complicato: l’esterno offensivo, visto il precampionato e le successive valutazioni di Chivu, non era più una priorità. Meglio guardare altrove e ad altri ruoli, cioè a un centrocampista forte fisicamente, capace di giocare a due o a tre. Un Manu Koné per esempio, che aveva costi però simili a quelli dell’attaccante dell’Atalanta: troppo alti, secondo le considerazioni di Marotta, Ausilio e Baccin. Meglio guardare altrove. L’estate di Andy Diouf rappresenta un po’ quel guardare avanti che forse lui nemmeno si aspettava. Perché era partito con un interessamento dal Burnley in Premier a giugno, che poi non si era concretizzato. Era continuato con quello del Napoli a luglio: più di un contatto, più di una valutazione. Niente. Si è chiuso con l’Inter e quel blitz a sorpresa di Ausilio che in meno di 48 ore ha trovato l’accordo: 25 milioni di euro bonus inclusi per un giocatore che rispetta precisamente l’identikit di Oaktree e quelle di Chivu. Che cercava un giocatore capace di stazionare sia in una linea a due, sia in una linea a tre, per un’Inter in grado di cambiare pelle partita dopo partita, anche a gara in corso. Della sua storia si rimanda a questo articolo, qui ci concentriamo più sulla tattica. Partendo da un confronto, quello con Koné. Come sempre ci viene incontro Soccerment, che attraverso l’analisi dei dati mostra le differenze tra il nuovo centrocampista dell’Inter e l’ex obiettivo nerazzurro, rimasto alla Roma. Prima di tutto, le posizioni in campo. Diouf gioca nel centrosinistra in una linea di centrocampo a 4 o a 2 , ma in qualche occasione ha fatto anche il trequartista. E a livello di zone in cui tocca più facilmente il pallone, lo vediamo spostato avanti, nella trequarti, a differenza di Koné che è di base rimasto sempre in posizione più arretrata, tipica del centrocampista centrale classico. Un orientamento che viene confermato anche dal rendimento diverso. Diouf è un giocatore con un contributo offensivo maggiore, sia per tiri , sia per assist, ma soprattutto si distingue per la spiccata propensione a portare avanti la palla. Rispetto a tutti i pari ruolo di Serie A e Ligue 1, è il primo per pericolosità delle conduzioni palla e progressive: si prende dei rischi, quindi, anche se deve migliorare molto nella precisione dei passaggi. Da questo punto di vista, Koné è più efficace: trattiene di più il pallone e permette alla squadra di consolidare meglio il possesso palla. Diouf è un ibrido, un giocatore che deve ancora plasmarsi e che in Serie A può proprio puntare a questo. D’altra parte, a 22 anni il tempo per crescere ce l’hai tutto. Anche se arrivi in una squadra che vuole subito tornare a vincere. Ma quella delle pressioni è tutta un’altra storia. Che il giocatore dovrà imparare a gestire.

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Il piano di calciomercato che ha portato Andy Diouf all'Inter

Valentino Della Casa