Akanji all'Inter: perché con lo svizzero i nerazzurri sono ancora più forti

Azione-reazione. Esce Benjamin Pavard, entra Manuel Akanji. L’Inter chiude il mercato con un’operazione in difesa. A livello numerico tutto uguale, un difensore per un altro. Anche le cifre sono simili, 1 milione di prestito per lo svizzero del City con diritto di riscatto a 15 che diventa obbligo in caso di scudetto e invece l’Olympique Marsiglia ne sborserà 2,5 per il prestito oneroso e sempre 15 per il riscatto. Di fatto per Chivu cambia poco. Se ne va ‘Benji l’interista’, che rimarrà ricordato per la seconda stella ma che sembrava aver smarrito le antiche motivazioni. Almeno questo hanno cominciato a pensare i tifosi dopo la famosa foto della partita di padel giocata subito dopo il Mondiale per Club saltato per infortunio. Eppure, Pavard verrà ricordato come un giocatore attaccato alla maglia. Ne è una prova il saluto social: “Grazie per il sostegno infinito. Inter per sempre. Non è un addio, è un arrivederci”. Conoscendo questo finale, si comprende meglio anche la scelta di Chivu di tenerlo in panchina con l’Udinese. Pavard nelle settimane scorse aveva rifiutato l’Arabia e un ingaggio superiore. Voleva restare in Europa per giocarsi le chance di convocazione al prossimo Mondiale. Ma era nell’aria, in quest’estate, un addio e la chiamata da Marsiglia ha spazzato via ogni dubbio e risolto la situazione. Via Pavard, arriva Akanji, che era stato cercato anche dal Milan ma era convinto di voler giocare la Champions League. Quella coppa che vinse con il City proprio contro l’Inter a Istanbul nel 2023. “Spero riusciremo a raggiungere di nuovo la finale e vincerla questa volta. Ci siamo già sfidati in una finale, due anni fa, e questa volta spero che la vinca l'Inter” ha subito dichiarato ai canali del club. 30 anni. Nazionale svizzero che a Manchester sentiva di aver chiuso la sua storia. Può giocare centro o centro destra nella difesa a tre. Questo è il vantaggio che avrà Chivu. Manuel è duttile e può ricoprire tutti i ruoli del pacchetto difensivo: “Posso giocare in tutte le posizioni della difesa a tre, ma ovviamente è l'allenatore che deciderà dove impiegarmi”. Aggiunge fisico, un pizzico di velocità, e tanta voglia di cominciare questa nuova avventura. “Scegliere l’Inter è stato facile, è il più grande club d’Italia e uno dei più grandi al mondo” ha spiegato. Arriva per portare grinta e motivazioni nuove. Ma anche qualità nell’impostazione. È nel 6% dei difensori centrali dei top 5 campionati che hanno tentato più passaggi nella passata stagione e nel 4% dei centrali che hanno completato più passaggi . Ma è anche nell’1% per passaggi progressivi e nel 2% per conduzioni progressive . Con lui l’Inter e Chivu non trovano solo un difensore solido ma anche un giocatore capace di guidare la squadra in fase di possesso. L’arrivo di Akanji è utile per puntellare un reparto arretrato colpito dall’Udinese e alle prese con le nuove idee di Chivu, che vuole una difesa più alta, aggressiva, e da ora, con lui e Sommer, molto più svizzera.

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Akanji all'Inter: perché con lo svizzero i nerazzurri sono ancora più forti

Matteo Barzaghi