Ciclismo, la difesa di Froome: "Non ho infranto le regole. Ho l'asma da dieci anni..."

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Il britannico ha preso la parola dopo che l'UCI ha riscontrato un elevato livello di salbutamolo in un controllo effettuato durante l'ultima Vuelta: "Sono un professionista, non ho mai oltrepassato i limiti consentiti. Per molti è stato uno shock, ma questa vicenda non infangherà la mia storia"

FROOME, SALBUTAMOLO IN ECCESSO: COSA SUCCEDERA'

Chris Froome rompe il silenzio. Dopo la comunicazione dell'UCI di mercoledì mattina, in cui è stato riscontrato un valore doppio di salbutamolo (farmaco consentito entro certi limiti come terapia per curare l'asma) nelle urine del ciclista britannico all'ultima Vuelta, il campione del Team Sky ha voluto chiarire la sua posizione in un'intervista rilasciata alla BBC dal ritiro di Maiorca, dove sta preparando la prossima stagione, che lo vedrà impegnato sulle strade del Giro d'Italia e del Tour de France. "Posso capire che si stato uno shock per tante persone - ha detto Froome -. Ma io non ho infranto le regole. Conosco alla perfezione i regolamenti e non ho commesso alcun illecito". L'UCI vuole acquisire maggiori dettagli del caso sia dal Team che dallo stesso corridore, che nel frattempo non è stato sospeso. "Sarà felice di collaborare con l'UCI - ha detto Froome -. Posso capire la reazione di tante persone, specialmente visti i trascorsi nello sport. Ma voglio specificare che non è un test positivo. Lo sport ha vissuto un periodo buio e io ho sempre fatto di tutto nella mia carriera perché questo non accadesse più". 

"Curo l'asma da dieci anni..."

Froome ha detto di aver chiesto il permesso al dottore per l'utilizzo dell'inalatore, dopo aver accertato un netto peggioramento della sua asma durante l'ultima Vuelta, vinta per la prima volta in carriera davanti a Vincenzo Nibali, primo britannico a riuscire in tale impresa, due mesi dopo il suo quarto trionfo al Tour de France. La notifica del 20 settembre è riferita a un controllo sulle urine del 7 settembre, con 2mila nanogrammi di salbutamolo riscontrati contro i mille consentiti dalla Wada, l'agenzia mondiale antidoping. "Sono un ciclista professionista da molto tempo e curo la mia asma ormai da dieci anni - ha spiegato Froome -. Conosco le regole, conosco i limiti da rispettare e non li ho mai oltrepassati. Ho una procedura molto chiara sull'utilizzo del mio inalatore, così come quante volte lo uso. Ho dato all'UCI tutte le informazioni necessarie per chiarire la mia posizione. Ho paura che questa storia infanghi la mia storia? Assolutamente no".