Sai perché la Gazzetta dello Sport è rosa?

C’è un quotidiano che da più di un secolo si fa riconoscere, più di tutti gli altri, nelle edicole italiane: la Gazzetta dello Sport. Questo grazie al colore rosa che caratterizza la sua carta e che rende inconfondibile questo giornale, da decenni il più letto all'interno del nostro mercato editoriale. Se, dopo pochi anni dalla sua fondazione, il colore della carta fu preferito al bianco per motivi economici, con il passare degli anni il rosa fu mantenuto per il legame tutto particolare con il Giro d’Italia. L’idea di dar vita a un quotidiano sportivo nacque a Milano alla fine del XIX secolo, quando la gente iniziò ad appassionarsi sempre di più al ciclismo, al pugilato e all’ippica. Fu così che, nel 1893, il Corriere della Sera dette vita al settimanale 'Il Ciclo' per strappare lettori al 'Secolo' di Raffaele Sonzogno, il quotidiano più letto a Milano. Nel 1894 'Il Ciclo', stampato su carta rosa, fu trasformato ne 'La Bicicletta' che usò la più economica carta verde. Un anno dopo ancora, lo stesso Sonzogno, rispose a questa iniziativa del Corriere incaricando Eliso Rivera di fondare 'Il Ciclista'. Sei mesi dopo l’editore, non soddisfatto del prodotto, sostituì il direttore con il torinese Eugenio Camillo Costamagna, già alla guida de 'La Tripletta'. Furono proprio gli stessi Rivera e Costamagna che, imitando il mercato francese con 'Le Velo', pensarono di unire 'Il Ciclista' e 'La Tripletta' e di fondare una gazzetta che non si occupasse solo di ciclismo ma di tutto lo sport in genere. Nacque, così, il bisettimanale 'La Gazzetta dello Sport', la cui redazione era alle spalle del Duomo in via Pasquirolo. Ad occuparsi dei singoli sport furono presi soprattutto ex atleti. Il giornale usciva il lunedì e il venerdì, poiché i giorni in cui si svolgeva la maggior parte delle gare sportive erano il sabato, la domenica, il mercoledì e il giovedì. Era stampato su carta verde chiaro , su quattro pagine, mentre l'impaginazione era su cinque colonne. La prima tiratura fu di 20mila copie e, come per gli altri giornali, ognuna costava 5 centesimi. Per una incredibile coincidenza, le pubblicazioni della 'Gazzetta' iniziarono tre giorni prima della prima edizione delle Olimpiadi moderne, tenutesi ad Atene dal 6 al 15 aprile 1896. Il ciclismo fu da subito lo sport privilegiato dalla nuova testata, soprattutto in prima pagina. All’interno, invece, trovarono spazio gli sport più seguiti in quell’epoca: podismo, scherma, canottaggio, lotta e atletica. Il 4 settembre 1896 il giornale abbandonò la carta verde e passò a quella gialla 'alla francese', ispirandosi ai quotidiani francesi, ma l'esperimento durò pochissimo perché dal 1º gennaio 1897 si tornò al verde chiaro originale, con un'impaginazione che passò da cinque a sei colonne. Nel dicembre 1898 il giornale fu stampato su carta bianca come molte altre testate ma l’esperimento fu bruscamente interrotto perché troppo costosa, e il 2 gennaio 1898 il giornale annunciò ai suoi lettori l’adozione del colore rosa. La vera rivoluzione della 'Gazzetta' fu però quella di iniziare a organizzare e patrocinare alcune importanti manifestazioni sportive, come il mondiale di sollevamento pesi nel 1899, la prima gara podistica Milano-Monza-Milano nel 1902 e il Giro di Lombardia di ciclismo, il 12 novembre 1905. Questa gara divenne subito un appuntamento fisso a livello internazionale ed entusiasmò tifosi e lettori a tal punto che il giornale decise di organizzare, nel 1907, un’altra corsa ciclistica: la Milano-Sanremo, che entrò nel programma internazionale come gara di inizio stagione. Fu così che, a partire dal 1908, la Gazzetta si trasformò da bisettimanale a trisettimanale, con uscite il lunedì, mercoledì e venerdì, e il 24 agosto annunciò l'organizzazione del Giro d’Italia, battendo sul tempo il Corriere della Sera. Finita la guerra, il 15 maggio 1919 la Gazzetta annunciò ai suoi lettori la sua definitiva trasformazione in quotidiano e consolidò il ruolo di organizzatore del Giro d’Italia, sempre più amato dagli italiani. Fu proprio da questo rapporto e non solo più per motivi di risparmio che il quotidiano sportivo decise di mantenere la carta rosa. Nel 1931 Armando Cougnet, organizzatore della corsa ciclistica più popolare d’Italia, per rendere più facilmente riconoscibile il leader della classifica agli spettatori, ebbe la fantastica idea di fargli indossare una maglia di colore rosa come quella della carta della Gazzetta. Il primo corridore a indossarla fu Learco Guerra, vincitore della tappa inaugurale con arrivo a Mantova. Francesco Comusso, invece, divenne leader della classifica generale alla penultima tappa e difese la maglia rosa nell’ultima frazione conclusa a Torino. Da quel momento Gazzetta e Giro d’Italia furono uniti più che mai da un rosa inconfondibile e immutabile che ha creato miti e leggende nel giornalismo sportivo e nel ciclismo.

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