Mondiali di ciclismo 1995: Olano, l’uomo che ha battuto Indurain e Pantani

E’ l’8 ottobre 1995 e a Duitama, Colombia, città di poco più di 100mila anime che vivono a quasi 2500 metri sul livello del mare, piove a catinelle. Si corre il Mondiale in linea elite di ciclismo, un giorno speciale per un Paese da sempre grande amante delle due ruote. E' la terza volta che la maglia arcobaleno si decide in America, la seconda a Sud dell'Equatore dopo il trionfo del 1977 di Francesco Moser a San Cristobal, Venezuela. Mai, inoltre, un Campionato del mondo su strada si era corso così avanti nell’anno, una sorta di Giro di Lombardia, ma in salsa latina. Il percorso è ricco di insidie: poco conosciuto se non ai chicos locali, con un asfalto non certo di prima qualità e un’altitudine che non scende mai sotto i 2400 metri, toccando la punta massima ai circa 3mila metri de El Cogollo, l’asperità più importante. Sono 265,5 chilometri da percorrere, con un circuito di 17,7 km da ripetere per ben 15 volte. Si rivelerà una gara a esclusione, una sorta di via crucis in sella. I grandi favoriti: Indurain e Pantani Alla vigilia viene presentato come il Mondiale del grande duello tra Miguel Indurain e Marco Pantani. Il navarro è reduce dal quinto trionfo consecutivo al Tour de France, che gli ha consentito di eguagliare leggende del calibro di Anquetil, Merckx e Hinault. Il romagnolo in Francia ha regalato spettacolo come al solito, portando a casa Alpe d’Huez e Guzet-Neige, per una sorta di par condicio tra Alpi e Pirenei. Inoltre Spagna e Italia hanno dalla loro due autentiche corazzate a supporto: se da una parte i vari Jimenez, Escartín e Mauleon sono a totale disposizione di Miguelòn, gli azzurri guidati dal genio di Alfredo Martini hanno in saccoccia altri due jolly dal nome altisonante: Gianni Bugno e Claudio Chiappucci, idolo in Colombia essendo El Diablo il corridore europeo più simile ai piccoli scalatori locali. Una corsa a eliminazione La corsa diventa una gara a eliminazione, complice un’umidità degna della foresta amazzonica unita a una pioggia battente che rende le strade viscide ed estremamente pericolose. Ne fa le spese, ad esempio, Claudio Chiappucci che ai -100 ci aveva provato, come suo solito, tra genio e follia, ma che cade e si ritira. Non sarà l’unico, visto che dei 106 iscritti solo 20 taglieranno il traguardo oltre sette ore più tardi. Tra loro c’è anche lo spagnolo Abraham Olano, 25enne basco in forza alla Mapei, un piccolo Indurain , capace comunque pochi giorni prima di restare in scia al suo capitano nella cronometro da Paipa a Tunja e vincere un argento nella provo contro il tempo che gli vale il simbolico "Mondiale degli umani”. Il Pirata attacca, Miguelòn lo marca: tre i due litiganti… La corsa esplode ai -20 e ovviamente il ‘responsabile’ è il solito Pirata, che appena il naso va all’insù, si alza sui pedali. Marco però è senza compagni e viene ripreso dagli iberici, che possono giocare anche con la tattica. Indurain e Olano parlottano, sembra una sorta di via libera da parte del Re de Tour al giovane gregario. Poco dopo, in un tratto di rettilineo, Abraham spara la sua cartuccia, apre il turbo e scappa via. Lo svizzero Mauro Gianetti prova a ricucire lo strappo, ma è tardi. Anche Pantani, marcato a vista da Indurain, deve arrendersi alla difesa dell’iberico, che resiste anche sulle pendenze de El Cogollo e vede la maglia arcobaleno. A 800 metri dal traguardo una foratura della ruota posteriore fa tremare Olano, che però guidando come in un rally arriva sotto lo striscione, tanto felice quanto incredulo. E' lui il nuovo campione del mondo. Gianfranco Josti, il giorno seguente, scriverà sul 'Corriere della Sera': "La controfigura di Miguel Indurain si è laureata campione del mondo. Olano, ha forato la ruota posteriore a poche centinaia di metri dal traguardo. Ma ormai stava volando, niente poteva fermarlo". “E’ stato il Mondiale di Olano” Indurain taglierà il traguardo battendo in volata Pantani ed esultando come se avesse vinto, lui che nella sua irripetibile carriera dovrà convivere con il pesante buco in bacheca di un oro ai Mondiali in linea. Per il Pirata un 3° posto agrodolce, come dimostra il suo viso provato e sofferente sul podio. Qualche giorno dopo gli andrà anche peggio, con la tragedia sfiorata alla Milano-Torino, l’investimento di un fuoristrada contromano in corsa, la frattura esposta e scomposta di tibia e perone della gamba sinistra e una carriera quasi spezzata. Olano, che dovrà poi difendersi in Patria dalle accuse di ‘alto tradimento’ nei confronti del suo capitano, non riuscirà nemmeno lontanamente a ripetere la carriera di Indurain: una Vuelta e due podi al Giro d’Italia, dimostrandosi però uomo da ‘one shot’ . Fu infatti il primo corridore a vincere l’oro sia nella prova individuale che a cronometro , impresa bissata nel nuovo millennio da un certo Remco Evenepoel, e il primo spagnolo a conquistare la maglia arcobaleno. A Duitama fu il terzo incomodo di una sfida che non doveva riguardarlo, come ha ricordato compiaciuto al quotidiano “As” qualche anno più tardi. “I media avevano preparato quel Mondiale come un duello tra Indurain e Pantani. Invece è stato il Mondiale di Olano”. E chi se lo sarebbe mai aspettato...

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Mondiali di ciclismo 1995: Olano, l’uomo che ha battuto Indurain e Pantani

Claudio Barbieri