Perché Pogacar è davvero il campione della gente

I campioni che hanno reso grande la storia dello sport sono quelli che hanno raccolto l’amore della gente, facendola sognare. Con imprese rimaste indelebili negli occhi, nella memoria, ma soprattutto nel cuore. Come Coppi e Bartali. Da Cassius Clay a Michael Jordan, passando per Valentino Rossi e Michael Schumacher. Ecco, questi campioni hanno in comune un unico comune denominatore: essere trasversali. Riuscire a unire pubblico e tifosi di diversa estrazione, non solo nazionale. Nello sport moderno non fanno eccezione grandi rivalità che nascondevano profonde amicizie come quelle tra Federer e Nadal, capaci di essere estremamente divisivi sul campo, quanto così uniti al di fuori. In un contesto del genere stiamo assistendo alla crescita e alla consacrazione di grandi campioni. Come Lindsey Vonn che a 41 anni è tornata al successo in discesa libera a quasi 8 anni dal suo ultimo acuito in coppa del mondo. O ‘Mondo’ Duplantis che sta mettendo in soffitta a suon di record una legenda come Sergey Bubka nel salto con l’asta. Al pari di Duplantis, c’è un altro ragazzo di 27 anni, che arriva dalla Slovenia che come missione ha quella di stupire, sempre e comunque. Tadej Pogacar è il campione della gente. È il campione del popolo del ciclismo. È un patrimonio dello sport. Fa innamorare i tifosi, che accorrono sulle strade di grandi giri e classiche, non solo monumento, per poterlo guardare da vicino, urlargli il suo nome per pochissimi secondi, quelli necessari a renderle felici e farlo emozionare. Già, perché Tadej è a tutti gli effetti ‘Il campione della gente’. Quello che proviamo a raccontare in questo speciale disponibile on demand e in onda il giorno di Natale su Sky sport 24. Un viaggio intorno a quel “principe diventato re” che sta riscrivendo la storia del ciclismo, a suon di vittorie e record . Chi dice che il suo modo di correre sta ammazzando il ciclismo, probabilmente non frequenta le strade del ciclismo. A ogni corsa, sia essa una classica monumento o una tappa di un grande giro o la corsa in linea di un mondiale, con e per Pogacar si riversano lungo il percorso migliaia di persone. Per urlagli quel “Tadej, Tadej” che gli fa venire la pelle d’oca e lo fa emozionare come lui stesso ha dichiarato. Le immagini dell’imbuto che si crea sulla Boccola, nella rampa che porta a Bergamo alta nella parte finale del Giro di Lombardia, dicono tanto, forse tutto. Dell’amore trasversale che questo ragazzo sloveno, ma cittadino del mondo a tutti gli effetti, riesce a provocare. Come successo in Ruanda per il mondiale a Kigali. Perché ‘Tadej Pogacar è il campione della gente’. Lo è per il suo modo di correre. Lo è per il suo modo di divertirsi in bici. Lo è per il modo in cui si approccia con il popolo del ciclismo, soprattutto con quello dei più piccoli. Ma anche nel modo in cui accetta le sconfitte e riconosce la grandezza e la bravura dei suoi avversari. Come Van der Poel alla Sanremo e alla Roubaix, o Evenepoel alla crono mondiale. Qualcosa che lo accomuna, e non poco, a Eddy Merckx. Nessun paragone con il passato, ma un mantra: onorare sempre chi ti riesce a battere. Per questo Tadej è unico nel suo genere. E per aiutare a raccontarlo abbiamo chiesto aiuto a un altro campionissimo, uno dei sette corridori della storia ad aver vinto i tre grandi giri, che con Tadej aveva in comune la capacità di essere competitivo nelle corse a tappe quanto in quelle di un giorno: Vincenzo Nibali. Le sue parole aiutano a capire meglio il fenomeno Pogacar, soprattutto dal punto strettamente ciclistico. Ma ‘Tadej Pogacar, il campione della gente’ è un vero e proprio viaggio intorno a uno dei più grandi atleti della storia dello sport, non solo del ciclismo. Il 2025 con i suoi successi e i suoi momenti chiave non potevano mancare. Pogacar parla dei problemi avuti a fine Tour, ma soprattutto della settimana “mondiale”: dallo schiaffone preso da Evenepoel a cronometro fino al trionfo nella prova in linea di Kigali. Con uno sguardo al futuro. Che ripartirà dall’Italia e dall’attacco a Sanremo e Roubaix. Le due classiche monumento che non è ancora riuscito a vincere. Magari con l’aiuto di uno stratega speciale come il pilota della Williams: Carlos Sainz. Sullo sfondo c’è sempre quella mission impossible che in molti fanno fatica a nominare, mentre Tadej ha ben chiara in mente. Magari nel 2027: provare a vincere i tre grandi giri nella stessa stagione. Perché lui non si accontenta mai. Per lui ogni anno deve essere migliore di quello precedente. Urska Zigart, compagna e collega dello sloveno, ci aiuta a conoscere il Pogacar più intimo, quello di tutti i giorni. Quello che non si vede in corsa. Il ritratto di un ragazzo umile e disponibile. Alla mano e sempre pronto ad aiutare. Come avviene con la fondazione e con il Pogi Team. Lorenzo ‘Fizza’ Verdinelli, videomaker della UAE, ma soprattutto amico di Tadej aiuta a capire bene perché i compagni di squadra siano tutti per lui. I contributi del portiere della Juventus Mattia Perin e della grande speranza del nostro ciclismo, Giulio Pellizzari, fanno emergere ancora di più la grandezza del campione. Non poteva mancare Alex Carera, molto più di un agente. Un amico, un fratello maggiore, quasi un padre. La persona a cui Tadej chiede spesso un’opinione, un consiglio. L’ultima tappa di un viaggio intorno ad un Campione. Tadej Pogacar, il campione della gente.

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Perché Pogacar è davvero il campione della gente

Luigi Vaccariello