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Formula 1, GP Turchia: l'analisi tecnica della gara di Istanbul

gp turchia

Cristiano Sponton

La Ferrari esce rafforzata dal weekend di Istanbul: nonostante una qualifica opaca, Vettel e Leclerc si sono dimostrati molto competitivi in gara, raccogliendo punti importanti per il Mondiale costruttori. Ecco come Hamilton ha realizzato il capolavoro con cui ha suggellato il 7° titolo

HAMILTON CAMPIONE: HIGHLIGHTS DEL GP TURCHIA

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Hamilton è riuscito a regalarsi il settimo titolo mondiale vincendo una gara che sembrava impossibile. In uno dei giorni più difficili per la Mercedes il campionissimo britannico ha regalato a tutti gli appassionati di motorsport una gara capolavoro. Hamilton, nonostante un avvio molto difficile è riuscito a rifilare oltre 30 s a Perez, secondi. Perez è riuscito a gestire gli pneumatici molto meglio di Stroll che ha condotto in modo brillante la corsa per metà gara. Il pilota canadese è andato in crisi di gomme ed ha terminato la gara al nono posto. Ottima la prestazione e la condotta di gara della Ferrari che è riuscita a portare le sue vetture in terza e quarta posizione. La vera delusioni di giornata è stata la Red Bull con il suo pilota di punta, Max Verstappen. Il pilota olandese ha commesso diversi errori su pista bagnata e questo gli ha impedito di arrivare al successo nonostante la RB16 fosse molto veloce in condizioni di pista bagnata e umida.

Qual è stato il fattore decisivo nella vittoria di Hamilton?

Hamilton è riuscito a regalarsi il settimo titolo mondiale con una gara leggendaria. Una vittoria ottenuta pur non disponendo del mezzo più formante. Un primo posto arrivato grazie alla condotta di gara scelta da Mercedes (pit stop singolo) ma, anche il pilota, ci ha messo tanto del suo perché, ancora una volta, ha letto le sue gomme meglio di chiunque. Proprio nella gara di ieri abbiamo visto la differenza tra un pilota normale ed un fuoriclasse. Quest’ultimo vince anche le gare che sembrano impossibili. Nella prima parte di gara, Hamilton, aveva accusato un gap da Stroll, leader in quel momento, di oltre 20s. Si trovava al quinto posto e nessuno avrebbe scommesso su una vittoria del neo-sette volte campione del mondo. Nonostante questo, è stato il primo a tagliare il traguardo con un vantaggio di oltre 30 s su Perez. La corsa di Hamilton non è stata impeccabile perché, specialmente nella prima parte di corsa, ha commesso alcune sbavature ma non ha commesso gravi errori come quelli di Verstappen che lo hanno estromesso dalla lotta per la vittoria. Il momento chiave della gara è stata la scelta strategica di non fermarsi ai box per montare un nuovo treno di pneumatici intermedi cosa che hanno fatto tutti ad eccezione di Lewis e di Perez. Tutti gli pneumatici hanno attraversato una fase di graining ma Hamilton e la Mercedes sono stati bravi ad aspettare che questo sì “pulisse” mentre altri hanno preferito montare degli pneumatici nuovi che hanno amplificato questo problema invece di ridurlo.

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Quando il graining è finito (giro 32-33), la gomma è tornata ad essere molto competitiva ed Hamilton ha potuto spingere veramente forte tanto da riuscire a recuperare il gap su Perez e sfruttando il DRS è riuscito a scavalcarlo al giro 37. Dal quel momento non c’è più stata storia ed Hamilton è andato a cogliere il suo decimo successo stagionale.

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La debolezza del sabato (sugli pneumatici) è stata la vera forza nel successo di Hamilton?

La Mercedes ha faticato molto in tutto il fine settimana ma, nonostante questo, è riuscita a vincere ugualmente. Il principale problema sulla pista turca per la W11 è stata la temperatura degli pneumatici. Questo è sicuramente spiegabile e per farlo bisogna andare indietro di qualche anno. Nelle ultime tre stagioni, il team anglo-tedesco ha sempre progettato vetture che andassero a “proteggere” le gomme visto che, nel passato, hanno sofferto molto di overheating. Questo è sicuramente un vantaggio nella maggior parte delle piste ma con situazioni ambientali come quelle

incontrate in Turchia diventa un grosso svantaggio specialmente in qualifica dove devi estrarre subito il massimo potenziale delle gomme. In qualifica, Racing Point è riuscita a trovare subito la giusta temperatura delle sue gomme mentre, a Mercedes, servivano circa 7 giri per riuscire a portarle nel giusto working range. Il giorno della gara, la debolezza di sabato si è trasformata nuovamente in forza. La Mercedes impiegava ancora più tempo di molte altre a portare le gomme nella finestra di temperatura, ma una volta dentro, la W11, è diventata la vettura competitiva che

tutti conosciamo. Qui vanno dati i meriti ad Hamilton che, ancora una volta, ha capito meglio di chiunque altro come gestire le gomme posteriori e l’anteriore destra. È stato lui a consigliare al suo ingegnere di pista di valutare l’opzione di andare fino al termine con il set di intermediequesta decisione si è rivelata vincente.

Come è stata la gara della Ferrari?

Il fine settimana per la Ferrari è stato veramente buono e, nonostante l’opaca qualifica, Vettel e Leclerc sono riusciti a portare a casa tantissimi punti per il campionato costruttori. La SF1000 è sicuramente cresciuta e la gara di ieri ne è la chiara dimostrazione. In qualifica hanno faticato a portare in finestra gli pneumatici ma, in gara, con asfalto meno bagnato hanno sofferto molto meno. Vettel è stato più veloce del compagno di squadra con gomme full wet mentre, con le intermedie, la situazione si è capovolta con il monegasco più rapido del tedesco. Non è stata una sorpresa vedere una Rossa così competitiva perché, nelle stesse condizioni, aveva dimostrato di essere molto veloce anche nelle prove libere 3 di sabato mattina. Anche a livello strategico il muretto è stato bravissimo ed ha fatto delle scelte veramente impeccabili. Sono stati i primi tra i big a montare le intermedie al giro 6 sulla vettura di Leclerc. Il monegasco prima di entrare in pit-lane era quattordicesimo a 52 s da Lance Stroll, leader della gara. Grazie a queste scelta è riuscito a portarsi in nona posizione e da qui è iniziata la rimonta di Charles.

 

Anche la seconda chiamata ai box di Leclerc, avvenuta al giro 30 è stata fatta correttamente e giocando d’anticipo su tutti gli altri gli ha permesso di guadagnare secondi preziosi sui piloti che lo precedevano. Anche Binotto, Team Principal Ferrari, ha espresso la sua soddisfazione per il risultato ottenuto dal team: “Dopo un sabato molto difficile fa piacere concludere la domenica essendo la squadra che ha raccolto più punti di tutti in questo Gran Premio. Sapevamo che, in queste condizioni, sarebbe stata una gara a chi commetteva meno errori. Credo che, come team, abbiamo complessivamente fatto un bel lavoro, in particolare dal punto di vista della strategia: abbiamo fatto scelte coraggiose e le abbiamo fatte nel momento giusto”.

 

Unica cosa che si può rimproverare alla Ferrari è quello di non aver cercato di differenziare le strategie da Leclerc e Vettel. Si poteva tentare l’azzardo di lasciare fuori Vettel visto che al momento del pit si trovava davanti ad Hamilton che poi, alla fine, è andato a vincere la corsa. Anche i pilota tedesco, a fine gara, nonostante la soddisfazione del risultato ottenuto ha mostrato un leggero rammarico perché osando qualcosa in più si poteva cercare di vincere la gara: “Negli ultimi 20 giri pensavo se fosse il caso di mettere le gomme da asciutto. Le intermedie erano usurate ed erano come delle slick, ma poi mi era arrivata la comunicazione che sarebbe arrivata la pioggia nell’ultimo giro. Mi sarebbe piaciuto montare le gomme da asciutto. Credo che avremmo avuto una chance di vincere, ma sono contento lo stesso. È stato un risultato positivo in un anno difficile”.

 

Nonostante questo, la scuderia di Maranello poteva ottenere un bottino di punti ancora maggiore visto che, a poche curve dalla fine, Leclerc si trovava in seconda posizione con Vettel quarto. Il pilota monegasco per difendersi dal contrattacco di Perez ha staccato troppo tardi finendo lungo e perdendo due posizioni. In questa fase l’errore di Leclerc è stato quello di andare a staccare profondo su un tratto di pista ancora molto umido e scivoloso. Ha chiuso il DRS troppo tardi e questo non gli ha garantito il giusto carico al posteriore in frenata. Sarebbe stato meglio chiudere l’ala mobile leggermente in anticipo e successivamente andare con forza sui freni con l’ala posteriore in grado di generare la massima downforce possibile.

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