Kimi Antonelli, un talento da proteggere

Kimi ha un talento enorme, innato, e fin da piccolo è stato molto precoce nel dimostrarlo. L’ha aiutato essere nato in una famiglia che ha le corse nel sangue: il papà, Marco, è stato un pilota di successo tra gli anni Ottanta e Novanta nella categoria Turismo e oggi gestisce un team in Formula GT e in Formula 4. Kimi infatti è stato messo sui kart fin da piccolissimo, ma da subito ha regalato velocità e grandi risultati: in Formula 4 è stato vincente al primo tentativo, così come in Formula Regional. Questi successi gli hanno permesso di tentare il salto direttamente in F2 senza passare dalla F3, seguito sempre ovviamente dalla Mercedes. Nel suo percorso fino a questo momento ha dimostrato grande spirito di adattamento: vincere in due categorie diverse non è affatto banale, è una grande dimostrazione di talento, non per niente è lo stesso percorso fatto da George Russell, Oscar Piastri, Charles Leclerc e Lewis Hamilton. Un’altra sua caratteristica è la grande maturità. Nonostante abbia appena compiuto 18 anni, è un ragazzo e un pilota che ragiona molto in maniera adulta, più di quanto non dica la sua carta d’identità. Ha una capacità di ragionamento superiore rispetto ai suoi coetanei. Anche in questo tratto dimostra una certa precocità, aiutata dalla sua grande passione per il motosport. In questo ha avuto una forte influenza papà Marco, che fin da piccolo lo ha portato con sé in pista e l’ha messo in macchina su ogni tipo di veicolo possibile appena ce n’era l’occasione per sviluppare le sue capacità di adattamento. Perché “Un buon pilota è in grado di andare forte su qualsiasi mezzo”: è sempre stato il mantra di Antonelli senior. È un pilota, un ragazzo, con una totale dedizione per quello che fa e allo stesso tempo con una convinzione nei propri mezzi tipica di chi è forte, ma sempre con serenità, senza mai eccedere nell’arroganza. Sa quello che vale, è sicuro di sé ma sempre con umiltà. Ultima qualità, ma non per importanza: il 18enne Kimi ha una capacità di reggere la pressione fuori dal normale. Non so quanti ragazzi della sua età sarebbero passati indenni dal trattamento che gli hanno riservato i media quando è diventato ufficiale che avrebbe preso il posto di una leggenda come Hamilton. In una stagione in cui ha debuttato in una categoria difficilissima come la Formula 2, in una scuderia poco competitiva come la Prema di quest’anno, è rimasto umile, silenzioso, ha lavorato duro e ha fatto parlare i risultati quando qualcuno cominciava già a dubitare delle sue abilità dopo una prima parte di campionato turbolenta. Nel motorsport, sia in pista che fuori, si va veloce e le opinioni possono cambiare in un attimo. In un 2024 sì di formazione ma già difficile, è stato in grado di crescere sia come pilota sia come uomo e di sviluppare quel carattere che gli servirà nel corso della sua carriera. Questo weekend debutterà in Formula 1. I test che ha fatto nei mesi passati sono stati molto incoraggianti, già diversi ingegneri lo definiscono un pilota con testa e con capacità non da esordiente. E non potrebbe essere altrimenti, perché un team come Mercedes non avrebbe mai investito così tanto se non avesse visto un potenziale eccezionale. Certo, dovrà imparare tantissime cose, com’è giusto che sia per un ragazzo di 18 anni che sbarca in F1, ma ha già dimostrato di saper apprendere in fretta. Siamo fortunati ad aver in Italia un talento di questa caratura, dobbiamo proteggerlo e aspettarlo, e lasciargli il tempo per renderci orgogliosi di lui.