Quando il poker spadroneggiava nel paddock

La nuova moda di allora in F1 era rilassarsi giocando a poker per qualche ora. Erano gli anni dello scontro tra Alonso e Hamilton, del mondiale portato a casa da Raikkonen, dell’astro nascente Kubica, di Fisichella in Force India con Liuzzi come compagno di squadra, ma anche degli ultimi Gran premi della stagione per l’italiano con la Ferrari. E proprio in Force India, motorizzata Ferrari, ci si ritrovava per qualche partitella a Texas Hold’em. Almeno all’inizio era così, con il sottoscritto, Fisico, Vito Antonio, Sutil e Kubica nel Motorhome messo a disposizione da Vijay e le ragazze dell’Hospitality che ci facevano dei buonissimi tramezzini. In breve, il tutto divenne un po’ più corposo, anche se la posta del gioco non era mai molto alta e il luogo era sempre il Motorhome della Force India. Ma un pomeriggio addirittura al tavolo si sedettero Ron Dennis, Briatore, il padre di Hamilton e anche Max Gazzè che seguiva la F1 proprio per noi di Sky. Insomma fu un Texas Hold’em piuttosto rinomato. Piano piano prese piede e quindi ci trovammo seduti sulla barca di Flavio Briatore durante un GP di Monaco, con Alonso, Ecclestone, lo stesso Briatore, l’ing. Tredozi e poi i soliti. La sceneggiata fu quella di Flavio che aprì il cassettone alle sue spalle pieno di biglietti da 500 euro. Lo fece un po’ per prenderci in giro e un po’ perché a volte fare lo spaccone… aiuta in quel mondo. Ma la palla al balzo Alonso la prese subito e gli chiese se fosse l’ingaggio richiesto per la prossima stagione! Giù tutti a ridere, compreso Ecclestone che era ospite dello stesso Briatore in barca. Decisi di farne una produzione televisiva da mettere in onda e la risposta fu fantastica: aderirono un po’ tutti, compresi Rosberg, Zanardi, Irvine e anche Schumacher. I Casinò che ospitarono le serate furono quello di Saint Vincent e Venezia. In entrambe le occasioni vinse Nico Rosberg, portandosi a casa anche un bel gruzzoletto e suscitando l’ironia degli altri piloti, visto che non offrì neppure un aperitivo. A Venezia poi successe un qualcosa di ridicolo e paradossale... Per chi non lo sapesse questo tipo di poker è sostanzialmente ad eliminazione e al termine della partita si scontrano due piloti. E in questo caso rimasero Nico Rosberg e Robert Kubica. La produzione televisiva è sempre un qualcosa di complesso, e anche in questo caso era presente una regia audio e video e una serie di stanze con i monitor delle telecamere che inquadravano il tavolo. Fisico ci mise il naso e intuì immediatamente che avrebbe potuto dare una mano al suo amico Kubica. Vedeva le carte sia dell’uno che dell’altro . Così iniziò a messaggiare Robert dicendogli le carte che l’altro aveva in mano. Kubica discretamente cercò di sbirciare il proprio telefono e qualche volta ci azzeccò. Ma, ironia della sorte, nonostante l’aiuto, Nico Rosberg riuscì a vincere la finale e il montepremi in palio: quasi 40 mila euro! In una serata a Abu Dhabi, durante il weekend del gran premio, l’hotel che ospitava i piloti ci mise a disposizione una stanzetta per giocare proprio prima dell’ingresso alla reception. Nei Paesi arabi non si gioca d’azzardo e non si beve alcool. Quindi in parte eravamo fuorilegge... Stranamente Kubica, notoriamente parco nello spendere, quella sera si improvvisò particolarmente disponibile. Al terzo o quarto ordine consecutivo del bere e del mangiare, Fisichella mi guardò stralunato. Chiesi cosa stesse succedendo e perché eravamo suoi ospiti. Kubica se la rise alla grande e disse di non preoccuparci. Continuammo quindi a giocare, sino a quando decidemmo di smettere e di andare a dormire. Arrivò il cameriere e fece firmare il conto a Robert. Subito ci accorgemmo che tutto ciò che fu ordinato quella sera, venne caricato sulla camera del compagno di squadra di Robert, il povero Nick Heidfeld. La F1 di allora era anche questo.

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