La Generazione Z alla conquista della Formula 1: i talenti del presente e del futuro

L’esempio di Piastri Ad aprire le danze è stato Oscar Piastri, il primo vincitore in Formula Uno nato dopo il 2000. In attesa di qualche exploit della nuova generazione che avanza, con tutta probabilità rimarrà un record per un po’. Anche lui è frutto di un’Academy, e in modo particolare di quella della Renault nella quale è entrato a far parte dal 2019. Tre anni, tre titoli consecutivi dopo e qualche pasticcio di troppo dei vertici di Alpine ha convinto la McLaren a scommettere su di lui al posto di Daniel Ricciardo. Un’operazione per cui Zack Brown e Andrea Stella non possono che essere soddisfatti. Ma pensando all’australiano, stiamo parlando ormai – e forse paradossalmente – di un pilota che nonostante la giovane età ha già l’approccio di un veterano navigato e ha convinto tutti per velocità, risultati e soprattutto mentalità. Rivoluzione 2025 Ma ora non c’è più solo Oscar. In attesa di capire se, come sembra, Sauber-Audi deciderà di abbandonare il certo per l’incerto scegliendo di puntare su Gabriel Bortoleto al posto di Valtteri Bottas, nel 2025 c’è già la certezza che il vento è cambiato e che in griglia ci saranno tanti volti giovani e nuovi. Dopo il record di stabilità del 2023, l’anno prossimo Kimi Antonelli, Oliver Bearman, Liam Lawson e Jack Doohan saranno infatti la polaroid di una nuova generazione cresciuta nei programmi junior e che in pochissimi mesi ha trovato giustamente il suo spazio. Come già era successo nel 2006/2007 con i debutti di Hamilton, Rosberg, Kubica e Vettel, ma anche nel 2018/2019 con quelli di Leclerc, Norris, Russell e Albon. L’exploit di Bearman Dopo qualche anno in cui l’ago della bilancia nelle scelte dei team si è spostato più verso sicurezza ed esperienza, quest’anno c’è stato un cambio di rotta importante. A riportare l’attenzione sui giovanissimi e i prodotti delle Academy ci ha pensato sicuramente la prestazione egregia di Oliver Bearman a Jeddah di inizio stagione. Classe 2005, il pilota britannico è stato chiamato all’ultimo momento utile a sostituire Carlos Sainz alla guida della Ferrari nel momento in cui lo spagnolo ha dovuto dare forfait per l’operazione d’urgenza all’appendice. Dalla pole in Formula 2 al volante della Rossa in poche ore, Olli ha chiuso il suo primo weekend in Formula Uno al settimo posto, lottando contro la tensione, le forze G e una pista di certo non semplicissima, tenendosi persino dietro due mastini come Norris e Hamilton. Cavallino della Ferrari dal 2022, Bearman ha sicuramente risposto alla grande alla chiamata e soprattutto all’opportunità che gli è stata messa a disposizione in quel momento, assicurandosi attenzioni e poi successivamente anche un posto da ufficiale con la Haas dal prossimo anno di fianco a Ocon. Dopo un 2023 interlocutorio per la Ferrari Driver Academy, quest’anno le promozioni sono state più d’una, perché insieme al grande salto del britannico dalla Formula2 alla Formula Uno, anche Rafael Camara, vincitore della Formula Regional, e Tukka Taponen si sono ben guadagnati il passaggio in Formula3. Il brasiliano debutterà con Trident, la squadra che ha vinto gli ultimi due titoli, e il finlandese gareggerà invece con ART. Il pupillo di Toto Wolff Anche Kimi Andrea Antonelli, orgoglio dei nostri colori, ha stampato sulla tuta da sempre, da quando ha 12 anni, il simbolo di una squadra, la stella a tre punte della Mercedes. Toto Wolff si è innamorato professionalmente di questo ragazzino coi ricci nato a Bologna nel 2006. Ha le spalle larghe Kimi, una personalità decisa e sicuramente talento alla guida. Lo pensano tutti ma lo pensa soprattutto il big boss Mercedes, tanto che Wolff ha deciso quest’anno di investire in un importante programma di test con una vecchia Formula Uno per farlo trovare il più pronto possibile al grande salto. Spiazzato dalla partenza di Hamilton direzione Maranello Toto ha corteggiato anche Verstappen ma ha sempre avuto pochi dubbi su chi avrebbe dovuto mettere al posto dell’inglese in quel sedile che in tanti avrebbero voluto. Ha scelto Antonelli, dopo averlo visto crescere e migliorare, ha deciso di fidarsi del suo istinto e trasformalo nell’erede di Sir Lewis a soli 18 anni. Ha deciso di difenderlo, come nemmeno suo padre Marco avrebbe fatto, anche a Monza quando Kimi ha provato per la prima volta la macchina di quest’anno in prove libere ed è andato a sbattere, tradito dall’impazienza di dimostrare tutto e subito. Ma il talento è cristallino e tutta Italia ci crede, insieme a Wolff. Lo scugnizzo argentino Sempre a Monza, ma chiamato un po’ a sorpresa da parte di tutti a sostituire in corsa Logan Sargeant alla Williams, ha fatto il suo debutto Franco Colapinto. Argentino con passaporto italiano, nato a Buenos Aires nel 2003, è entrato a far parte della famiglia Williams solo l’anno scorso ma James Vowles ha passato tanto tempo con lui negli ultimi mesi. In tanti si sarebbero aspettati di rivedere in macchina Mick Schumacher e invece no, il team principal della squadra britannica ha deciso di coinvolgere e mettere alla Colapinto, nonostante nella sua carriera nelle squadre minori non abbia mai avuto accesso a team di vertice e quindi la giusta visibilità. Da 18^ a 12^ a Monza, al suo secondo Gp di F1 a Baku è entrato dritto in Q3 e riportato l’Argentina a punti dopo 42 anni. In queste prime tre gare Franco non si è certo fatto intimorire ma ha dimostrato concentrazione, concretezza e carattere portando in griglia anche una ventata di aria fresca, dimostrando quanto fosse necessaria anche. Ma le porte per lui in Williams il prossimo anno son già sbarrate, con Albon e l’arrivo di Sainz. Nonostante ciò, Colapinto ha già svelato il suo piano A per il 2025, chiarendo la sua volontà di rimanere fedele alla scuderia di Grove che ha creduto in lui prima di tutti gli altri. Sei gare per Lawson Nel suo destino sembra ci possa comunque essere una seconda chance, come per quella che avrà Liam Lawson. Il neozelandese ha scelto il numero 30 per il suo ritorno, in pianta più stabile, in Formula Uno. L'anno scorso, sempre in AlphaTauri al posto dell'infortunato Daniel Ricciardo per cinque Gp, Lawson aveva stupito fin da subito per la sua velocità di adattamento ma anche di risultati. A Singapore era già riuscito a centrare la Q3 e ottenere i primi punti iridati chiudendo nono. Ora in sei gare si gioca persino il salto in Red Bull nel 2025. Helmut Marko è tornato infatti a rendere bollente il sedile di Sergio Perez in vista della prossima stagione: il super consulente Red Bull si augura infatti di vedere un pilota dell’Academy RBR al fianco di Max Verstappen. Queste ultime gare dell’anno, in classico stile Red Bull, diventeranno quindi anche un confronto tutti contro tutti, con Perez ancora portato a dimostrare qualcosa, e Lawson e Tsunoda schierati in Racing Bulls con la stessa macchina messi nelle condizioni anche di vincere un confronto interno. Da Lawson a Bearman, passando per Antonelli e Doohan, sono tutti nati dopo gli anni Duemila, tutti appartenenti alla Generazione Z. Fare, creare e lasciare il segno riassume l'orientamento valoriale di questa generazione, sia fuori ma soprattutto in pista, come hanno dimostrato già tutti. L'esperienza e la maturità di piloti della vecchia guardia come Hamilton e Alonso non sono certo in discussione, ma anche il nuovo che avanza ha radici e qualità da coltivare e veder esplodere.