Il costruttori è ancora in gioco, chi festeggerà ad Abu Dhabi?

Se i giochi per il mondiale piloti sono già chiusi da una decina di giorni, il Gran Premio del Qatar ci ha lasciato in dote un campionato costruttori ancora in bilico. La Rossa è arrivata a Losail con un distacco di 24 punti da recuperare nei confronti di McLaren, si è ritrovata a -30 dopo il dominio della coppia Norris-Piastri nella sprint e alla fine è ripartita in direzione Abu Dhabi con uno svantaggio di 21 lunghezze. Il bilancio del weekend di gara dice 3 punti recuperati complessivamente: una rimonta nei fatti molto complicata ma, certo, ancora fattibile. Proviamo a questo punto a fare una disamina del weekend qatariota. Partendo dalla pista, che viene ricordata più per le condizioni estreme a cui sono stati sottoposti i piloti 12 mesi fa ma che, proprio a detta dei piloti, è una delle più belle di tutto il calendario. Le G-force raggiunte su questo tracciato sono qualcosa di stravolgente per chi è all’interno dell’abitacolo: se in circuiti come Silverstone o Spa ci sono due, tre curve da 5G a Losail il design della pista sottopone i piloti a questo tipo di sforzo quasi a ogni tornante. Più di 50 giri in queste condizioni demoliscono i muscoli, in particolare quelli del collo e delle spalle. Per fortuna in questa stagione la gara è stata posticipata in calendario di un paio di mesi, eliminando quella difficoltà ulteriore rappresentata dall’eccesso di calore all’interno dell’abitacolo. Rimane una pista sì molto complicata ma molto bella da vedere e assolutamente adeguata anche per la Formula 1, nonostante per anni sia stato un tracciato destinato solo alla MotoGp. Il cambio delle performance dalla sprint alla gara è stato un altro tema del weekend qatariota. A finire nel ‘mirino’ è stato soprattutto Max Verstappen, arrivato ottavo il sabato e poi dominatore assoluto la domenica. La realtà ci racconta invece che Max è solo incappato in una partenza storta nella gara corta, in cui ha perso cinque posizioni nelle prime curve, compromettendo la competizione. A questo punto il team ha deciso di usare il resto della corsa come una specie di test per il GP: un cambio d’ala, una modifica al setup, una notte al simulatore sono gli elementi di un dominio assoluto della Red Bull numero 1 nella gara domenicale. Se guardiamo ad esempio alle performance di Ferrari sono rimaste più o meno costanti per tutto il weekend, segno che l’asfalto ha tenuto molto bene e che le condizioni di corsa sono rimaste circa sempre le stesse. Spuntato il tema del circuito, un altro motivo di discussione è stata la gestione della nuova direzione di gara, tra Safety Car, penalità e drive through. A mio modo di vedere il punto della questione non è stato tanto l’approccio più o meno rigido nei confronti del regolamento, quanto saper prendere davvero la decisione giusta a seconda dell’occasione. In Qatar il livello della gestione di gara è stato, senza troppi giri di parole, insufficiente. Per quanto riguarda l’episodio che ha compromesso la gara di Lando Norris, regolamento alla mano, sarebbe servito l’intervento della Virtual Safety Car, per dare modo agli addetti di recuperare lo specchietto incriminato, ripulire l’asfalto e far ripartire la corsa con posizioni e distacchi inalterati. La scelta di dare doppia bandiera gialla solo nel tratto del rettilineo è un operato con poco senso, a maggior ragione considerando il numero di giri per cui è rimasta. Detto poi che Lando Norris l’errore che gli ha condizionato la gara l’ha commesso , a rigore di regolamento non si sarebbe mai dovuti arrivare in una situazione del genere. Stesso discorso per la penalità di Verstappen del sabato. Un’altra decisione a dir poco maldestra. Perché sia la Red Bull di Max sia la Mercedes di Russell erano nel cosiddetto cool down lap, il giro di raffreddamento prima di rilanciarsi per un nuovo tentativo di giro veloce. Da regolamento ogni vettura deve seguire un tempo di riferimento che compare sul volante, al di sotto del quale non può scendere. È vero che a voler essere fiscali Verstappen in quel momento era leggermente sotto il delta, ma è regola non scritta di lasciar correre in queste situazioni, perché a ogni sessione sono almeno 6/7 i piloti che non lo rispettano. Mai era successo di avere una penalità in griglia per il mancato rispetto del delta. In questo modo si è creato anche un precedente ‘pericoloso’, incentivando i piloti da qui in avanti a cercare di far scattare delle penalità nei confronti di un avversario. Insomma, a livello di applicazione del regolamento a Losail la direzione di gara è stata ineccepibile. Per quanto riguarda la sua interpretazione, beh, userò solo una parola: maldestri. Fatta questa analisi delle criticità del GP del Qatar, arriviamo al succo della questione: la lotta costruttori tra McLaren e Ferrari. I punti di distacco tra le due scuderie sono 21. Oggettivamente tantissimi con una sola gara da disputare. L’impresa è e sarà titanica. Alla Rossa non basterà nemmeno fare una doppietta per essere sicura di vincere il titolo, servirà un episodio che possa cambiare gli equilibri e ribaltare il risultato. Nelle 18 occasioni in cui un mondiale è stato deciso all’ultima corsa, infatti, chi partiva da una situazione di vantaggio alla fine ha sempre trionfato. Sarà una rimonta complicata e improbabile, ma non impossibile. Pensiamo al 2021. A 5 giri dalla fine Lewis Hamilton era campione del mondo, poi ci ricordiamo tutti molto bene com’è finita. Se in Qatar il layout della pista era a netto vantaggio della McLaren, il tracciato di Yas Marina sarà ‘neutro’, con prestazioni molto vicine tra le due contendenti. Dovendo scegliere, Abu Dhabi potrebbe premiare lievemente la Ferrari, ma si parla di millesimi. Mi stupirei di vedere un grosso gap di performance. Il team principal Frederik Vasseur si è detto ottimista per una Ferrari più competitiva nell’ultima gara della stagione. E fa bene. A Maranello era dal 2012 che non si giocava un titolo in volata: Vasseur a prescindere avrà vinto, perché ha già fatto meglio dei suoi predecessori. Sarà complicatissimo, le probabilità sono minime, ma arrivati a questo punto perché non provarci?

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Il costruttori è ancora in gioco, chi festeggerà ad Abu Dhabi?

Matteo Bobbi