Verstappen: "La Formula 1 non è la mia ossessione"

Max, congratulazioni. Quattro volte campione del mondo è una grande impresa. Che sensazioni ti sono rimaste addosso? "Molte emozioni, è stata una stagione lunga, una stagione difficile. Molte gare buone ma anche molte gare impegnative allo stesso tempo. Molti momenti in cui noi come team siamo dovuti rimanere uniti e abbiamo dovuto mettere a punto delle cose. Non è stato sempre facile ma siamo rimasti calmi e concentrati sull’obiettivo finale. Nei weekend di gara dove chiaramente non avevamo il passo abbiamo continuato a massimizzare e addirittura sovraperformare in alcune gare, e questo ha sicuramente fatto la differenza". Quanta pressione c’è stata quest’anno? Hai parlato di questi momenti in cui la macchina era difficile da guidare e con il cambiamento della McLaren e della Ferrari durante l’anno hai davvero dovuto dare il massimo "Sicuramente, ma la pressione c’è sempre. Io metto molta pressione su me stesso, voglio fare il meglio che posso cercando di ottimizzare le prestazioni e ovviamente quando eravamo in difficoltà e loro ci stavano portando via punti bisognava solo cercare di andare avanti, restare concentrati e provare a triare fuori il meglio. Ed è quello che abbiamo fatto". Come pensi di essere riuscito a farlo? Perché da fuori l'hai fatto sembrare facile... "Sì, ma non lo è stato. Non ne ho parlato con tante persone, mi piace risolvere i problemi da solo, di testa mia. Può essere una cosa negativa o positiva, dipende dal punto di vista, ma per quanto mi riguarda funziona. Durante l’anno ho avuto diversi pensieri per la testa ma sono riuscito a risolverli e ne sono molto orgoglioso". Dopo un inizio di stagione con 7 vittorie su 10 le cose hanno iniziato a cambiare, hai mai avuto la sensazione che non ce l'avresti fatta? C’è mai stato un momento in cui hai pensato che ti stavi allontanando troppo dalla concorrenza? "A Monza è stato molto pesante per me. Pensavo: 'Se dobbiamo continuare così sarà una lotta enorme'. Penso non sia stato facile per nessuno, ma sono molto fiero di come abbiamo reagito. Una volta capito il problema della vettura abbiamo iniziato a portare i giusti aggiornamenti, la macchina è diventa più guidabile e abbiamo decisamente aumentato le prestazioni. Si spera che con gli insegnamenti che abbiamo acquisito quest’anno e il progetto dell’anno prossimo potremo costruire una macchina più competitiva per il 2025, ma sono certo che ci sarà una lotta tra molte scuderie". Quanto il fine settimana in Brasile ti ha fatto capire che dopo un periodo difficile stavano per tornare momenti migliori? "Guardando dove sono adesso sono davvero felice che quel giorno abbia piovuto! Amo guidare con la pioggia, mi sento sempre molto fiducioso ma nemmeno io pensavo di poter vincere partendo diciassettesimo. Quella corsa ha decisamente dato una svolta al mio campionato. E' stata la gara in cui ho capito che ce l’avevo fatta. Oltrepassato il traguardo ho realizzato che quello era stato il momento decisivo, a meno di grossi errori sarei stato di nuovo campione del mondo. E di solito ne commetto pochi...". Quest’anno hai avuto qualche giornata negativa, ma la sensazione è che anche in quei momenti hai sempre ottenuto il massimo. Non hai delle vere e proprie giornate no, pensi che sia un tuo punto di forza? "Così è come si lavora quando sei un pilota, cercando di ridurre al minimo i tuoi giorni no. Perché non siamo delle macchine, ci saranno sempre dei weekend in cui ti senti bene e altri in cui fai più fatica. Sono convinto che trovare quella costanza, o almeno provarci, sia la chiave". Sempre in quelle brutte giornate magari c’erano questioni difficili interne al team, la macchina non sempre ha reso al meglio e il tuo compagno di squadra non è stato sempre pronto a supportarti. Tu però non ha mai dato la sensazione di risentirne, come hai fatto? "Cercando di restare calmo quando sono in pista. Per me è molto utile tornare a casa e non pensare alla F1. Perché il pensiero c’è sempre, ma è davvero importante riuscire a staccare la spina: se pensassi alla F1 ogni giorno mi verrebbe un esaurimento. È importante affrontare sfide diverse nella vita, per esempio sono molto impegnato nel Sim racing , che è una bella distrazione. Poi, naturalmente, quando torno in fabbrica dedico tutto il mio tempo alla squadra, cercando di portare dei miglioramenti alla vettura. È molto importante anche trovare qualcos’altro nella vita sui cui concentrarti oltre alle normali questioni della vita familiare". Pensi che potrebbe essere la chiave per una carriera longeva il modo in cui cerchi di bilanciare vita e Formula 1? Perché sembra un approccio davvero maturo. "Funziona per me, non è detto che valga anche per altri. Ovviamente 24 gare sono tante e so che non potrò fare questo mestiere per sempre. Amo gareggiare e competere ai livelli più alti con piloti incredibili ma ci sarà un giorno in cui vorrò rilassarmi. Si vive una volta sola dopotutto. Voglio poter fare anche altre cose per godermi la vita, per guardarmi indietro un giorno e vedere che ho massimizzato il mio tempo su questo pianeta. L’obiettivo finale di otto titoli sarebbe fantastico ma non è strettamente necessario. Ci sono molte altre cose che voglio fare, anche solo divertirmi e passare del tempo con la mia famiglia. Perché purtroppo arriverà un giorno in cui i miei genitori non mi chiameranno più, perché non saranno più qui. Queste piccole cose mi fanno capire che non tutto gira tutto intorno alle gare e alla F1. Da quando ho 4 anni tutta la nostra vita è stata dedicata a me, al successo e al tentativo di arrivare qui. A un certo punto sarà abbastanza, dovrò ricambiare e passare più tempo con loro. Amo la mia carriera, essere competitivo, vincere gare e campionati ma la famiglia viene prima, le persone invecchiano e bisogna godersi questi momenti con loro". Pensi davvero di riuscirci? "Al momento sì. Ho 27 anni ma ci sarà un momento in cui ne avrò abbastanza, in cui starò ancora gareggiando ma con meno intensità. So che se dicessi a me stesso di smettere di correre da un momento all'altro impazzirei, perché sono troppo competitivo. Voglio sempre scendere in pista e sfidare i migliori in ogni auto. Per ora sono molto contento di quello che sto facendo. Cercherò di andare avanti finché posso, finché mi diverto e sento che ne vale la pena". In questa stagione con Lando Norris è stata un grande duello. Come siete riusciti a trovare un equilibrio tra l’essere amici e l’essere rivali? A maggior ragione considerato che stavate lottando entrambi per il campionato... "Ho trascorso un sacco di momenti con Lando prima di questa stagione, quando io stavo già vincendo e lui no. Gli ho sempre detto: 'Il momento arriverà, fidati del percorso, sei in una buona squadra'. L’ho anche invitato a diventare mio compagno di squadra a un certo punto. Ovviamente sono felice per lui, ha fatto una grande stagione. Forse non è andato tutto per il verso giusto quest’anno ma è solo parte del percorso. Non siamo inseparabili, non lo chiamo tutti i giorni, ma comunque siamo amici e ci rispettiamo molto, sia in pista sia fuori. Ovviamente spesso abbiamo molta pressione addosso, ecco perché abbiamo avuto alcuni scontri. Ma alla fine penso che possiamo guardarci negli occhi e apprezzare quello che stiamo facendo. Lui è un bravo ragazzo oltre a essere anche un grande pilota. Sono sicuro che il suo momento arriverà e che anche lui vincerà dei titoli". Parlando di rispetto, Lando ha detto che non pensa che tu abbia alcun punto debole. In questo momento ti senti come se stessi guidando davvero al massimo? "Non penso di avere delle debolezze, ma se le avessi ovviamente non lo ammetterei mai. Sono sempre molto aperto mentalmente, perché so che posso sempre migliorare, ma so anche che è molto dura. Non si tratta di avere singole prestazioni incredibili ma di mantenere ad alto livello per tutto l'anno. Ci sono tanti fattori in ballo ma non voglio entrare nel dettaglio, non voglio regalare i miei segreti. Come pilota devi esse al top della forma ogni singola gara. Devi scoprire cosa funziona per te, cosa ti fa massimizzare le prestazioni, perché ogni pilota ha un approccio diverso. Io penso di averlo capito molto bene". Ti diverti ancora a trovare quei dettagli su come ottenere il massimo da te stesso? Perché ho la sensazione che tu stia facendo progressi costanti anche su questo. "Trovo questa sfida molto eccitante. Finché la considererò così stimolante penso che resterò nei paraggi...". Sei arrivato a quattro campionati. Ti unisci ad alcuni nomi illustri come Fangio, Vettel, Hamilton e Schumacher. Quando senti questi nomi come ti senti? "Non male, siamo un circolo ristretto. È fantastico. Spero di ispirare molti bambini in Olanda ma spero che abbia anche un effetto positivo sulle corse automobilistiche in generale. Abbiamo avuto parecchi piloti olandesi nel tempo ma spero davvero che i bambini che adesso hanno tra i 4 e gli 8 anni capiscano che non importa da dove vieni, puoi ottenere grandi cose comunque. Per me questa è la cosa più importante. Ovviamente mi sto godendo il momento e il successo ma spero di vedere un altro talento olandese quando smetterò in F1". Hai parlato di come anche dopo 4 campionati continui ad amare essere competitivo e a goderti quello che fai. Cosa fai in ogni stagione per auto-motivarti e per continuare a spingere al massimo? "Sicuramente prendermi un po’ di tempo e divertirmi quando non gareggio. Mi piace però sapere che dovrò guidare ancora, l'impegno nel farlo mi dà motivazione. Durante l’inverno mi rilasso ma so che ha un certo punto devo ricominciare. Perché odio perdere: posso ammettere che qualcuno abbia fatto un lavoro migliore ma in ogni caso la sconfitta non è piacevole. Questo è il fattore che mi spinge a migliorare. La crescita deve essere costante anche quando hai molto successo. L'abbiamo imparato in questa stagione: abbiamo iniziato bene e poi abbiamo avuto diversi momenti difficili. Così si superano, cercando di tornare davanti a tutti". Hai detto che odi perdere, immagino che non si possa avere successo se non si odia perdere. "Durante l'anno ci sono state gare complicate, mosse e momenti discutibili, ma so cosa faccio. Ho il pieno controllo delle mie azioni, c'è sempre un pensiero dietro, so bene quello che faccio in pista. A volte è necessario, sai… Io faccio tutto quello che posso per vincere". Altro che pensare a un futuro ritiro... Tu sei uno che ama quello che fa "Certo che lo amo! Intanto ho un contratto fino al 2028, non voglio ancora pensare a cosa succederà dopo. Possono succedere molte cose da qui in avanti, voglio ottenere ancora tanto. Per ora sono molto felice di dove sono, mi sto godendo il momento". Pensi che il fatto di non guardare mai troppo lontano sia una delle chiavi del suo successo? Hai avuto questo contratto a lungo termine ma sembra che tu riesca a compartimentalizzarlo molto bene. "Questa è sempre stata una discussione che ho avuto con mio padre quando ero bambino. Per carattere ho sempre avuto questa tendenza a dire: “Sì, vedremo, qualunque cosa succeda”. E mio padre criticava questo approccio. Ma io sono così. Non mi piace stressarmi, non mi piace pensare troppo o complicare ulteriormente cose già complicate. So che quando salgo su qualunque macchina, una volta messo il casco, sono pronto. Questa sicurezza mi mantiene la mente libera. Sono molto rilassato e calmo, non voglio friggermi il cervello con troppi pensieri". C’è qualcosa che diresti adesso al piccolo Max se potessi? "No, non gli direi niente. Sono molto felice di come sia iniziata la mia vita nelle corse e di come sia proseguita verso la Formula 1. A volte ero pigro ma mio padre si è assicurato di aiutarmi a realizzare quello che stavamo facendo. Sono molto grato di come siamo cresciuti insieme. Ora sono arrivato in cima".

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