Perché la Ferrari ha bisogno del miglior Hamilton: così la Rossa è in stallo

La prima vittoria di Lewis Hamilton in Formula 1 è ormai maggiorenne. 10 giugno del 2007, la domenica di un week end perfetto. La prima pole e la prima vittoria al sesto tentativo, in faccia al due volte campione del mondo, nonché compagno di squadra, Fernando Alonso. Allora, come sarà quella del prossimo gran premio, la sede è in Canada, Montreal. Laddove Hamilton non era più solo il secondo di Alonso, ma iniziava a far capire di che pasta era fatto. Da lì arriveranno altre 103 pole e 104 vittorie. Gli ultimi due successi sono di meno di un anno fa, mentre per l’ultima partenza al palo, sprint a parte, bisogna risalire a Ungheria 2023. Inizia un po’ a preoccupare l’astinenza da podio, a -1 dall’eguagliare la sua striscia negativa record di 12 senza salirci, da Messico 2023 a Spagna 2024. Oggi è a quota 11, di cui due con la Mercedes e nove con la Ferrari, tanti quanti i gran premi fin qui disputati vestito di rosso. 0 podi a 3 con Leclerc, 7 a 2 in qualifica a favore di Charles. Lewis ha sempre fatto almeno un podio in stagione, ma quest’anno, Sprint a parte, è fermo a quota 0. La volta che ci è andato più vicino è stato a Imola, grazie a una safety favorevole in quel momento, altrimenti tanta, ma tanta fatica e il podio lontano come un miraggio. In Mercedes Russell, sulle 24 qualifiche dello scorso anno, era stato davanti 19 volte, ma in gara la situazione era molto più equilibrata, seppur sempre a favore di George 13 a 7 . Lo scorso anno i podi furono 5 alla fine per Sir Lewis, uno in più del 'baronetto' George. Come detto più volte la Ferrari aveva bisogno di Lewis in un momento in cui tornava a giocarsi il titolo costruttori. Più che per la performance, comunque attesa da alti livelli, serviva riavere un campione del mondo in squadra per sentire la tensione dell’essere 'costretti a vincere'. Per portare mentalità, esperienza, metodo e fame. L’ultimo campione del mondo alla guida della Ferrari era stato Sebastian Vettel nel 2020, pensionato da Leclerc. Hamilton sembra disperso, anche nelle interviste, ma il beneficio del tempo glielo concediamo assolutamente. Il rischio di stare di fianco a un pilota come Leclerc, che ha vinto è vero solo 8 gare, ma che con la Mercedes di Lewis sarebbe abbondantemente in doppia cifra, come altri, è quello di rendersi conto che non ce n’è più. Oltre a lui ovviamente se ne rendono conto anche gli ingegneri con i dati. Ci sono comunque dei ma… Il primo riguarda la macchina. Doveva essere da mondiale, non è neanche da podio se non in modo sporadico, almeno per ora. Così è chiaramente ancor più in difficoltà che non essere in una scuderia che lotta per vincere le corse. Un potenziale 'invernale' da 1/2 o 1/3 o 2/3 hanno un peso più specifico che non se sei 8/10 in Australia, SQ/SQ in Cina, 4/7 in Giappone, 4/5 in Bahrain, 3/7 in Arabia, 7/8 a Miami, 6/4 a Imola, 2/5 a Monaco e 3/6 in Spagna. La situazione non è semplicissima in casa Ferrari, dal momento che hai la necessità di spingere sulle prestazioni di chi va più forte, Leclerc, ma non puoi permetterti, come in Red Bull, di non salvaguardare il secondo, soprattutto se porta il cognome pesante di un 7 volte campione del mondo, Hamilton. Considerando che non sei in lotta per niente puoi trovare la tua verità nel mezzo. Altro tema: sia Leclerc che Lewis saranno in scadenza a fine 2026, una stagione che per stile di guida potrebbe ribaltare tantissime gerarchie attuali. La Ferrari ha la priorità di realizzare una macchina competitiva, dominante o almeno forte alla pari con un avversario, come non gli riesce dal 2008. Ha bisogno soprattutto di dare assicurazioni tecniche a due piloti che, andando avanti così, potrebbero decidere uno di cambiare e l’altro di smettere, prefigurando così scenari totalmente inaspettati. Leclerc vuole vincere con la Ferrari, consapevole che vincere un titolo con Maranello lo metterebbe nella storia della squadra più grande di tutte. Non può aspettare invece Lewis, ma la Ferrari ha bisogno di lui affinché torni a crescere di squadra. Tutti, compresi soprattutto gli ingegneri, chiamati a realizzare un capolavoro mai visto… Almeno da quelli nati negli anni 2000…

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Perché la Ferrari ha bisogno del miglior Hamilton: così la Rossa è in stallo

Carlo Vanzini