Pioggia, gomme e visibilità: cosa è successo a Spa e perché rinviare il via è stato giusto

Come fai, sbagli. Come decidi, sbagli. La situazione che si è creata a Spa è la più difficile per un direttore di gara, perché qualsiasi decisione avrebbe preso sarebbe stata criticata da qualcuno. Due le opzioni di scelta: far partire subito la gara, mantenendo l’integrità sportiva della manifestazione, o aspettare per salvaguardare la sicurezza dei piloti. In Belgio, lo sapete, ha ‘vinto’ la seconda opzione: il via è stato posticipato per garantire maggiore sicurezza. E, inevitabilmente, si sono scatenate grandi polemiche. Chi critica la decisione della direzione di gara sostiene che si dovesse partire subito per non ‘falsarla’. In poche parole, questa è la tesi di chi non è contento di quanto accaduto: ‘se ci sono dei piloti che hanno fatto la scelta di utilizzare un carico aerodinamico più consono alla pioggia e altri che invece lo hanno scelto più consono all'asciutto, dovresti far partire la gara anche in condizioni di pioggia per rendere integra, sportivamente parlando, la manifestazione’. E su questo non ci sono dubbi. Altre critiche, però, non sono condivisibili. C’è chi ha sostenuto e sostiene che è stata rimandata la partenza a causa dell’incapacità degli pneumatici di smaltire l'acqua. No, non c'entra niente. E non c'entra niente neanche il tema che ho letto sui social: ‘se ci fosse il parco chiuso la situazione sarebbe decisamente migliore’, una critica che non è pertinente. Il tema unico e vero in queste situazioni è la visibilità, legata a due fattori. Gli attuali pneumatici intermedi Pirelli sono così efficaci da riuscire a smaltire una quantità d’acqua talmente elevata da generare, dietro la vettura, una scia di acqua nebulizzata. Questa nuvola investe il pilota che segue, impedendogli la visibilità a causa di tutta l’acqua sospesa davanti a lui. L’altro fattore riguarda la conformazione del fondo vettura e, in particolare, dell’estrattore, che contribuisce ad amplificare verso l’alto la dispersione e la nebulizzazione dell’acqua sollevata. Questo effetto, combinato con l’elevata capacità di evacuazione degli pneumatici, rende la scia posteriore estremamente densa, alta e ampia. In sintesi, gomme ed estrattore generano una colonna d’acqua imponente dietro alla monoposto che riduce tantissimo la visibilità del pilota immediatamente dietro. Questo è un tema fondamentale, soprattutto in un circuito con dei grossi dislivelli e dei grandi punti ciechi come Spa. Ad esempio, il tratto della Eau Rouge-Raidillon è cieco e chi arriva nella parte bassa non vede cosa succede nella parte alta. Questo avviene già sull'asciutto, figuriamoci in condizioni di acqua nebulizzata che riduce la visibilità… è impossibile vedere. Fatte queste premesse, torniamo al punto iniziale: la difficile decisione che deve prendere il direttore di gara, che da un lato vuole mantenere l'integrità della manifestazione a livello sportivo e dall'altra deve – perché è suo compito! – tutelare la sicurezza dei piloti. Due temi importanti che vanno in piena contrapposizione uno con l'altro. A Spa si è scelto di salvaguardare la sicurezza dei piloti e non sono sorpreso. Il mondo sta andando in quella direzione, la Formula 1 sta andando in quella direzione da anni e in generale tutto lo sport sta andando da anni in quella direzione da anni. La sicurezza degli sportivi è messa al primo posto, e – aggiungo io – giustamente. Personalmente credo che sia stato corretto non partire alle 15:00, perché non c'erano le condizioni di sicurezza per poterlo fare. Probabilmente, con il senno di poi, si poteva forse partire, e sottolineo forse!, 10-15 o 20 minuti prima rispetto a quello che si è fatto, perché lì ci sarebbero state delle condizioni un filo più bagnate che avrebbero reso più integro a livello sportivo il tema degli assetti aerodinamici scelti dai piloti e, credo, avrebbe reso integra allo stesso modo la sicurezza dei piloti. Però questo è il mio punto di vista, maturato stando seduto in uno studio televisivo. Bisogna poi mettersi nei panni di queste persone la cui decisione può impattare sulla vita dei piloti, motivo per cui trovo sbagliatissimo accusarli di aver fatto una cosa non corretta. A non aiutare la decisione del giudice di gara ci sono anche i commenti via radio dei piloti, che sono gli unici a essere in pista e di conseguenza sono gli unici che possono dare reali indicazioni sulle condizioni e sulla visibilità. Ciascun pilota, però, vuole ‘portare l’acqua al proprio mulino’. È facile immaginare che un pilota con assetto da bagnato spingerà per partire subito, mentre un pilota con assetto da asciutto farà di tutto per rimandare il più possibile la partenza. È normale, ciascuno prova a trarre vantaggio dalla situazione, però in questo modo non viene aiutato il giudice di gara, che spesso riceve comunicazioni falsate che lo portano fuori strada. A maggior ragione, non potendosi fidare al 100% di questi feedback, credo che dare priorità alla sicurezza sia sempre la scelta più giusta.

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Matteo Bobbi