Colton Herta ha realizzato il sogno di una vita arrivando in F1 con la Cadillac

Dopo anni di tentativi Colton Herta ha trovato il modo di sbarcare in Formula 1, lasciando la IndyCar dopo aver conquistato 9 vittorie, 19 podi e 16 Pole Position nell’arco di sette stagioni. Numeri, questi, non sufficienti per aspirare direttamente a un sedile da titolare, ma il 25enne di Santa Clarita, California, ha trovato in Cadillac e TWG Motorsports la grande occasione per entrare nel Circus dalla porta di servizio. General Motors lo ha messo sotto contratto come test driver a supporto dei già confermati Valtteri Bottas e Sergio Perez e, cogliendo al volo l’opportunità, Herta ha “realizzato il sogno di una vita”, come da lui stesso affermato. Il percorso, però, non è privo di difficoltà, alcune delle quali già affrontate. PRIORITÀ ALLA SUPERLICENZA In IndyCar Herta ha raccolto meno del previsto, soprattutto in base alle aspettative createsi con la vittoria ad Austin nel 2019, quando è diventato il più giovane pilota della storia ad aver vinto nella categoria. Tuttavia, negli anni successivi Andretti ha più volte barcollato e Herta ha sofferto questa altalena, specialmente a partire dal 2022. Il secondo posto dell’anno scorso sembrava galvanizzante, ma nella stagione appena conclusa Herta ha raccolto davvero poco: solamente due podi per un settimo posto finale non proprio soddisfacente. Quello dei mancati risultati non è stato un problema relativo alla sola IndyCar, anzi. Presto è diventato un ostacolo anche in prospettiva F1, categoria a cui Herta si è avvicinato nel 2021 con la poi sfumata possibilità di ingresso da parte di Andretti attraverso Sauber. Il problema più importante ha preso il nome di Superlicenza FIA, requisito minimo per gareggiare in F1. Non facendo parte della Federazione Internazionale la IndyCar assegna meno punti anche rispetto alla Formula 2, che consente ai primi tre classificati di intascarne 40, lo stesso numero che, invece, in America spetta solo al campione. Non avendo conquistato titoli oltreoceano, Herta non ha ancora totalizzato i punti necessari per ottenerla. UN PROGRAMMA A 360° PER FARE ESPERIENZA Per aggirare il problema è stato necessario affidarsi proprio a Cadillac e Dan Towriss, CEO di TWG Motorsports, stabilendo un programma che gradualmente potrebbe offrire al californiano un’occasione abbastanza concreta di gareggiare nel Mondiale. Idealmente il piano prevederebbe la partecipazione a quattro Prove Libere 1, obbligatorie da regolamento per gli esordienti, a cui si aggiungerebbe la partecipazione a tutta la stagione di Formula 2. Se nella serie cadetta le cose dovessero andare per il verso giusto, il doppio impegno consegnerebbe a Herta un numero di punti sufficiente per rientrare nei requisiti minimi della Superlicenza FIA. Inoltre, tra simulatore, FP1 e F2 il figlio d’arte potrà macinare km in piste sconosciute o quasi. Sì, prima di tornare in America Herta ha gareggiato nella F4 inglese , arrivando terzo nell’anno del titolo di Lando Norris, ripetendo lo stesso piazzamento in EuroFormula Open e correndo in piste come Spa, Silverstone, Red Bull Ring, Catalunya e Monza. Parliamo, però, di dieci anni fa e di un contesto decisamente diverso. Per questo la F2 diventerebbe un più che ottimo strumento tanto per la Superlicenza quanto per accumulare pratica ed esperienza. QUALI GARANZIE PER HERTA IN CADILLAC? Guardando alla F1, Cadillac ha scelto due veterani della categoria, puntando sulle conoscenze di Valtteri Bottas e Sergio Perez, entrambi al rientro dopo un periodo di pausa, allo scopo di creare un ambiente solido che possa assicurare stabilità e risultati a lungo termine. Il finlandese ha da poco compiuto 36 anni, mentre Perez ne ha 35, età che consentirebbe di gareggiare per qualche altra stagione con l’obiettivo di dare una traiettoria al team a stelle e strisce. Herta, quindi, si è posizionato proprio alle loro spalle e, a meno di colpi di scena, quando uno dei due si defilerà sarà lui la prima opzione per Cadillac. In tal senso, con un Perez sostenuto economicamente e socialmente dall’intero Messico, il posto più allettante per Herta sarebbe quello di Bottas nel caso in cui il rendimento dell’americano si dovesse rivelare all’altezza. La scelta di lasciare la IndyCar è stata definita bizzarra, ma per un pilota che ha più volte espresso il desiderio di gareggiare in F1 difficilmente sarebbero passati treni migliori. Da considerare anche che Herta abbia per ora le spalle coperte da TWG Motorsports, coinvolta su più livelli nel piano motoristico: se le cose non dovessero andare per il meglio, Andretti accoglierebbe nuovamente Herta in IndyCar, ma Colton potrebbe contare anche su Cadillac nell’endurance, ambiente in cui ha già dimostrato di poter dire la sua con due vittorie a Daytona. In definitiva, tutto si è allineato affinché l’americano potesse intraprendere una nuova, cruciale strada della carriera e ora non resta che aspettare l’insindacabile riscontro della pista, probabilmente già in F2.

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Colton Herta ha realizzato il sogno di una vita arrivando in F1 con la Cadillac

Matteo Pittaccio