Lettera aperta a Piastri: "Caro Oscar, c'è anche domani..."

Caro Oscar, il tuo nome di battesimo mi evoca il massimo riconoscimento che viene attribuito ad un film ed ai suoi protagonisti. Ma non cercherò un titolo di pellicola che possa in qualche modo rappresentare quel che ti è successo dopo il Gran Premio di Monza. Sei stato un po’ come quei ciclisti che vanno in fuga e ad un certo momento si piantano. Non ne hanno più e dietro, prima lo mettono nel mirino, e poi lo passano senza pietà quando lo striscione d’arrivo si comincia ad intravedere. Ma cosa ti è successo? Il dietrologo che alberga in ognuno di noi potrebbe suggerirti che sono stati quei finti catecumeni della tua squadra a favorire Lando. Che è inglese come loro, mentre tu appartieni alle colonie del Commonwealth. Poi a te, o al tuo social media manager , è scappato il ditino sotto forma di like quando il vetusto Bernie Ecclestone ha messo per iscritto sui social quel che molti stavano pensando. Ecco, se accetti un consiglio, tieni lontani da te tutti i complottisti in esercizio permanente effettivo. Ti riempirebbero la testa di cattivi pensieri senza offrirti alcuna soluzione alla tua improvvisa involuzione. Tutto è nato, bisogna ricordarlo, da quello “swap” che ti hanno ordinato di fare a Monza quando il tuo compagno, che al GP precedente era rimasto a piedi per uno dei pochissimi guai tecnici della stagione, ha dovuto pagare al pit stop un errore di un meccanico. Ecco, lì forse ha cominciato ad albergare in te il sospetto che le regole papaya fossero un tantinello orientabili a favore di Lando. Certo, tu potevi evitare di andarti a schiantare a Baku, però… Non so se conosci, mi auguro per te di sì, il Maestro Supremo Julio Velasco. Vatti a vedere, se non la conosci, la sua teoria sugli alibi. Imparerai moltissimo e forse ti serviranno maggiormente le sue parole rispetto a qualche mentale coach che nella migliore delle ipotesi ti racconterà quel che dice anche a un manager di banca o a un leader di partito. Un grande banchiere italiano, Ennio Doris, ripeteva spesso una massima che gli aveva detto suo padre dopo una tappa del Giro d’Italia nella quale il suo idolo, Fausto Coppi, non aveva vinto. “C’è anche domani”, fu il commento che il piccolo Ennio si sentì dire dal padre e applicò poi nella vita e nel lavoro. Ecco, Oscar, ricordati che c’è anche domani. Che a marzo riparte la giostra e che di opportunità per battere Lando ne avrai ancora. Se fino a Monza avevi un centinaio di punti di vantaggio su quello squalo di Max significa che sei forte e che non era solo merito della superiorità della tua McLaren. Ecco, credo che una cosa che non ti ha aiutato sia stato il fatto che molti commenti superficiali ti hanno regalato l’etichetta di “freddo”. Chi ti ha paragonato a Lauda e Prost o non li ha mai visti davvero o ha un concetto di tenuta nervosa quantomeno rivedibile. Andare via dalla McLaren dopo questo amarissimo finale di stagione sarebbe una soluzione? Sì, sarebbe una soluzione. La peggiore. L’onta, se possiamo definirla tale con una evidente forzatura, la dovrai lavare in casa. Il codice di comportamento dei cavalieri medievali ti concede la rivincita e tu questa opportunità devi giocartela con quei colori papaya e contro il tuo compagno diventato campione. E poi, anche se il cambio di regolamento tecnico in teoria rimette tutto in discussione nel 2026, dove andresti a star meglio rispetto alla McLaren? Resta lì, è ampiamente possibile che i bi-campioni Costruttori avranno ancora un vantaggio su tutti gli altri. E tu avrai il tuo colpo. Passa un buon inverno, riposa la mente più che il corpo. Ayrton si rifugiava ad Angra dos Reis per ricaricarsi. Tu trova un luogo che sappia proteggerti prima di tutto dai cattivi pensieri. E poi torna più carico che mai.

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Lettera aperta a Piastri: "Caro Oscar, c'è anche domani..."

Fabio Tavelli