Jacques Villeneuve e il british style Williams

Oggi apprezziamo o ridacchiamo, dipende dai punti di vista, delle ‘mise’ un po’ rap, grunge e stravaganti di Sir Lewis Hamilton. Adesso poi che il nuovo pilota Ferrari è approdato a Maranello siamo tutti curiosi di vedere cosa sfoggerà nei prossimi gran premi o come si comporterà ‘frantumando’ l’etichetta che impose il Drake ai suoi piloti. Ma ci dimentichiamo - o meglio non era così sotto i riflettori e non risaltava così tanto, nel senso che la cassa di risonanza era molto meno rumorosa - che il primo a portare in pista il suo ‘punto di vista’ fu un signore dal cognome sicuramente ingombrante: Jacques Villeneuve. Immaginate una squadra inglese, molto seria per non dire seriosa. Insomma, così british che di più non si può. Siamo poi nel 1998, si correva con il numero uno sulla monoposto. I due capi rispondevano al nome di Sir Frank Williams e Patrick Head, un vero duro col cuore d’oro, ma perfettamente calato nel mondo british. Aggiungiamoci un Jacques Villeneuve fresco di titolo di campione del mondo, quindi sicuro di quello che faceva, del suo ego e soprattutto delle proprie credenziali che sbandierava ogni volta che chiudeva la visiera del casco o solo entrava nel paddock. Insomma, si sentiva un po’ intoccabile. Poi aveva l’indole canadese e in parte italiana che lo classificava tra gli stravaganti abitanti di Montreal e i classici italiani estroversi. In più a quell’epoca si nutriva di una vena artistica da rock star, in quanto aveva comperato a Montreal un locale dove spesso si esibiva con la chitarra elettrica per il piacere dei numerosi clienti che mangiavano e bevevano con lui sul palco. Ma non solo all’epoca Jacques era fidanzato niente meno che con Dannii Minougue, la popstar australiana tanto in voga in quel periodo. Spesso li abbiamo visti assieme suonare e cantare al Newtown, durante il gran premio del Canada. Quindi la sua vita di quel periodo poteva considerarsi un ‘periodo Blu’, artistico e stravagante. Certo cozzava un po’ con l’aplomb inglese del team, ma in sostanza un po’ perché campione, un po’ perché era abbastanza nei canoni il suo essere istrionico, il tutto veniva sopportato. Il salto di qualità venne fatto, proprio durante un gran premio del Canada del 1998, quando JV , pischello canadese un po’ guascone, decise di presentarsi nel paddock con una capigliatura biondo platino e un tutone da gara oversize che neanche Snoop Dog avrebbe indossato. In più con nonchalance girava per il paddock con un calzone di velluto larghissimo e un occhialino colorato modello Jonh Lennon. Quel GP fu fenomenale , tanto quanto la faccia di Sir Frank Williams e Patrick Head, quando lo videro far capolino sul ponte che collegava il parcheggio dei piloti con il loro motorhome. Frank sul suo trespolo ebbe la forza di sbarrare gli occhi e guardare il suo fido accompagnatore Benjamin. Patrick entrò direttamente nel box aspettando che il canadese facesse capolino per sbraitare come se non ci fosse un domani. Al termine delle prime libere mangiammo assieme e il sorrisino di Jacques Villenueve, ironico e anche un po’ irriverente, si tramutò in una frase storica: “Beh, prima o poi si abitueranno”. L’anno successivo, ovvero il 1999, Jacques Villeneuve cambiò squadra e passò alla BAR.

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