Il sole di Taiyo Furusato è sorto proprio al tramonto

Il sole non sorge al tramonto, al massimo i due momenti si accarezzano due volte l'anno negli equinozi, ma di certo è antiscientifico affermare il contrario. A meno che non si parli di Moto3, in quel caso può succedere. Taiyo in giapponese infatti significa proprio ‘sole’, ed è anche il nome di Furusato, prossima promessa giapponese del Motomondiale, destinato alla Moto2 nel 2026, e pertanto al tramonto del suo cammino in Moto3. E proprio in questa fine Furusato ha trovato la sua prima vittoria, la sua alba. L'ha fatto a Sepang nell'alba astronomica italiana, e con l'Italia, per la verità, di legami importanti ne ha almeno due. Il primo, quello del debutto in Red Bull Rookies Cup, avvenuto a stagione iniziata nel 2021 per sostituire un pilota infortunato a lungo termine. Al Mugello, la prima volta che ci correva e con un meteo difficile a causa della pioggia intermittente, Furusato vinse immediatamente. Il secondo legame col nostro Paese è rappresentato dal suo manager, che è Simone Battistella, che tra gli altri ha seguito le carriere di Andrea Dovizioso e Álvaro Bautista. Ma Furusato, quando ha dovuto trasferirsi stabilmente in Europa per comodità rispetto al calendario del Motomondiale, ha scelto la Spagna. È lì che vive, è lì che si allena e che condivide il suo lavoro di preparazione in vista delle gare con altri piloti, un po' come fanno tutti. Ci si dà una mano fuori dalla pista, ci si dà battaglia dentro. Il riferimento attuale di Furusato è Diogo Moreira. Il legame sportivo tra Brasile e Giappone è fortissimo da almeno una quarantina d'anni, perché Ayrton Senna divenne il simbolo del successo per entrambi i Paesi, uno per nascita, l'altro per destino portando a Honda popolarità e vittorie in Formula 1. Sulla scia di questo strano amore il Brasile entrò in Giappone anche con il suo prodotto più conosciuto, ‘o futebol’, e in questo senso i pionieri più famosi del calcio samba in Asia sono stati Zico e Dunga. Poi nel 1993 il trionfo del São Paulo contro ogni pronostico contro il Milan a Tokyo nella Coppa Intercontinentale, e più avanti, nel 2002, la notte di Ronaldo a Yokohama, in Germania-Brasile 0-2, la finale del Mondiale. Ecco perché questa amicizia particolare, per estrazioni culturali apparentemente lontanissime, non deve sorprendere. Anche perché Furusato e Moreira, per quanto i loro percorsi suggeriscano altro visto che uno si appresta al salto in Moto2 e l'altro a quello in MotoGP, in verità sono quasi coetanei. Meno di 15 mesi di differenza, Moreira è nato nel 2004 e Furusato nel 2005. Da Moreira Furusato ha imparato l'arte dell'ossessione: Moreira, contro ogni cliché sui brasiliani tutta fantasia, è totalmente immerso nel suo obiettivo di diventare un grande pilota, e ogni giorno si ritaglia lo spazio per seguire la sua routine senza mai mancare un impegno. Furusato ne beneficia quando magari la stanchezza del viaggio da casa al circuito prevale sulla voglia di fare una lunga pedalata. In quei casi Moreira lo sprona con ogni mezzo a fare, togliendogli qualsiasi scusa. Da Furusato Moreira ha imparato l'arte della pazienza: la foga è sempre stata un difetto di Diogo, ma nel 2025, dopo qualche gara, ha cambiato approccio alle cose e il risultato è che si sta giocando il Mondiale Moto2. Ossessione e pazienza hanno prodotto lacrima, a Sepang: quella di Hiroshi Aoyama, sul podio della Malesia vicino al pilota in cui ha forse creduto di più tra tutti quelli che ha avuto . Al momento dell'inno giapponese non ha potuto nascondere la commozione. La strada per diventare un campione è ancora lunga per Furusato, ma il Taiyo, cioè il sole, adesso è finalmente sorto ed è pronto a brillare per tanto tempo nel Team Asia e nel motociclismo.

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Il sole di Taiyo Furusato è sorto proprio al tramonto

Rosario Triolo