Mattia Pasini e la macchina (o moto) del tempo: 40 anni di passione nel weekend di Brno

Generalmente quando si parla di Moto2 e Moto3 la chiave di ogni discorso è riconducibile al tentativo di scoprire piloti che possano arrivare in MotoGp, provando a individuarne il talento o le caratteristiche umane che fanno la differenza. E quindi, parlare di un quasi quarantenne sembra fuori luogo e anche fuori dal tempo, riconduce a un'epoca diversa, quando le classi di supporto della MotoGp per la verità vivevano secondo la loro luce, senza per forza guardare al piano superiore, come racconta ad esempio più di ogni altra cosa la leggenda di Ángel Nieto, 13 Mondiali vinti, nessuno in classe regina, che quando correva lui era la 500cc. C'erano gli ‘specialisti di categoria’, quelli che collegavano la loro carriera a una cilindrata e la passavano tutta lì, senza alcuna ambizione di saltare in avanti. Mattia Pasini forse potrebbe essere considerato l'ultimo rappresentante di quella specie di piloti in via d'estinzione, legato com'è alla Moto2, quasi un suo sinonimo. Ma parlare di lui non è un modo per rilanciare la sua candidatura a un posto nel Motomondiale, piuttosto il bisogno di condividere una storia che non è stata postata sui social, e che nessuno conosce al di fuori del paddock. Sì, perché avere vissuto questa storia fa tornare indietro nel tempo anche il giornalista, abituato ormai ad avere tra i canali di informazione quelli che tutti possono vedere, e obbligato più a interpretare che a svelare. Ecco, con Pasini a Brno è tornato pure questo privilegio ormai quasi estinto del cronista. La storia si articola su tre giorni, dal giovedì al sabato, perché la caduta di domenica in gara toglierebbe poesia e romanticismo al racconto. Dopo una catastrofica caduta in un test proprio a Brno, con il doppio esito di una moto distrutta e una schiena infortunata al punto da dover cancellare una wild card già programmata per la Germania, Pasini è arrivato in Repubblica Ceca con la necessità di fare tutto da zero. Cioè, fare la moto da zero. Ricostruirla. Insieme alla sua squadra di amici del paddock, gente con tanta esperienza che in questo momento non è impegnata a tempo pieno nel Mondiale, Mattia ha montato la sua Kalex Moto2 pezzo per pezzo, di corsa ma senza fretta, perché per fare certi lavori servono pazienza e minuziosità. Per questo motivo il suo giovedì è finito alle 2.30 del mattino del venerdì, e nel mezzo si è perso la possibilità di fare il ‘track walk’, la camminata in pista programmata per tutti i piloti al giovedì pomeriggio. Ma questa passeggiata di riconoscimento del circuito è sempre importante, sempre necessaria. E così, dopo una breve pausa dal montaggio della moto, Mattia ha preso il suo monopattino, ha acceso il faro, e si è sparato gli oltre cinque chilometri del circuito di Brno al buio, studiando il percorso, le traiettorie, le asperità, le buche, l'umidità, l'altezza dei cordoli, tutte quelle cose insomma che vanno mandate a mente per mettere le ruote nel posto giusto quando si va a 250 all'ora. Poi, presumibilmente intorno alle 3.30, è andato a dormire, e sei ore dopo era in pista, sotto la pioggia Nel pomeriggio ha ottenuto il tempo buono per qualificarsi direttamente al Q2. Al sabato, poche ore di sonno, qualche dolore ancora acuto per l'acciacco alla schiena, e 39 anni trasformati in 19 dalla voglia di stupire e dall'adrenalina di un weekend di gara che gli mancava da troppo tempo, Pasini si è qualificato ottavo, mettendo dietro ventidue piloti, e girando da solo, senza scie, senza andare a cercare aiuti per fare il giro veloce. "I hate him... but I love him!". Lo odio e lo amo. Non lo ha detto Catullo di lui, ma un tecnico Kalex, stressato dalle continue richieste del perfezionista Pasini, ma incantato dalla sua attitudine di instancabile e incrollabile passione per il motociclismo e per le corse. A Brno non abbiamo scoperto una storia speciale di un giovane ambizioso. Ma da Brno portiamo un racconto di quotidianità di un'epoca romantica e lontana, che sa di miscela ad alimentare i motori da corsa e piombo fuso per produrre le stampe dei giornali. Trasferita, chissà con quale macchina, pardon, moto del tempo, nel 2025.

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Mattia Pasini e la macchina (o moto) del tempo: 40 anni di passione nel weekend di Brno

Rosario Triolo