I Minnesota Timberwolves vincono 119-105 contro gli Houston Rockets, interrompendo la striscia di nove successi consecutivi dei texani e vendicando la clamorosa sconfitta in rimonta subita meno di un mese fa
“Ricordate l’ultimo volta”. Dovrà essere passato qualcosa del genere nella testa di Ricky Rubio e compagni all’inizio del quarto periodo della sfida contro gli Houston Rockets. Meno di un mese fa infatti, i T’wolves erano esattamente allo stesso punto, con 12 punti di vantaggio a meno di tre minuti dal termine. Anche in quel caso i texani arrivavano a Minneapolis con una striscia aperta di nove vittorie consecutive e furono bravi a ribaltarla nel finale, costringere i padroni di casa all’overtime per poi batterli e condannarli all’ennesimo assurdo ko. Questa volta invece Minnesota conserva buona parte dei 12 punti di vantaggio con cui entra nell’ultimo quarto, condannando Houston a una sconfitta che non subiva da 20 giorni. “Abbiamo mostrato molta più forza e solidità rispetto all’ultima volta”, commenta un soddisfatto Tom Thibodeau.
La partita – Il primo quarto è sempre stata la specialità della casa dei T’wolves, tanto bravi ad accumulare vantaggio a inizio gara, quanto a sperperarlo strada facendo. Andrew Wiggins ne segna 15 nel solo primo quarto e il +7 dopo 12 minuti di gioco è poco rappresentativo rispetto a quanto fatto vedere sul parquet. Nel secondo quarto però, si sveglia James Harden che ne piazza 8 dei suoi 33 e riporta a contatto i texani, che vanno al riposo sul meno uno grazie al canestro rocambolesco dalla distanza sulla sirena di Nene. La parità dura poco, perché Minnesota torna a fare gara di testa senza più voltarsi indietro. Alla fine sono 28 per Wiggins, 23 con 18 rimbalzi per Karl-Anthony Towns e 20 in uscita dalla panchina per Shabazz Muhammad. Il massimo in carriera e il record di franchigia eguagliato lo piazza Ricky Rubio alla voce assist: 17 cioccolatini tutti da scartare per i suoi compagni, alcuni di fattura davvero pregevolissima. “Dobbiamo dimostrare di essere solidi e concreti – commenta il playmaker spagnolo -, non soltanto per una gara. Dobbiamo dare continuità a queste prestazioni per tutta la stagione”.
Battuta d’arresto - Houston ferma così la sua corsa lanciata, perdendo quel secondo posto al pari con San Antonio agganciato soltanto ieri, in un match da 15 triple realizzate su 42 tentativi (sembrano persino poche quando si parla dei texani). Il Barba chiude con 33 punti, 6 rimbalzi e 12 assist, alcuni dei quali a servire Trevor Ariza e Ryan Anderson, unici in doppia cifra in casa Rockets rispettivamente con 16 e 18 punti. Sotto canestro non c’è storia, con i Timberwolves che vincono la contesa per 49-32. “Quando siamo entrati nel quarto periodo con quel vantaggio, non potevamo permettere che accadesse di nuovo – racconta Karl-Anthony Towns –, abbiamo fatto un grande lavoro. Per una volta posso sorridere soddisfatto di fronte a tutti voi”.