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NBA, Warriors dalla parte di Durant contro OKC

NBA

Questa notte Golden State fa visita ai Thunder nel quarto incrocio di questa stagione, con Kevin Durant costretto a restare seduto a guardare i compagni. Le polemiche però, non sembrano placarsi: stavolta sono gli Warriors a lanciare la stoccata alla dirigenza di OKC

Dopo 20 giorni di riabilitazione lontano dal parquet, Kevin Durant è pronto a rimettersi in viaggio con la squadra in vista delle due trasferte che impegneranno gli Warriors nei prossimi giorni. La prima sarà quella di Oklahoma City, dove gli ex-tifosi di KD avevano riservato un’accoglienza tutt’altro che lieta al numero 35 il mese scorso. Il ginocchio ancora non risponde bene e quella contro Westbrook e compagni non sembra di certo la partita adatta in cui provare a riprendere confidenza con il campo. Steve Kerr è il primo a non aver ancora deciso se portare con sé il numero 35 in panchina o meno: “L’ho visto in allenamento e sta facendo dei progressi enormi. Riesce a sollecitare il ginocchio e a giocare come se non ci fossero problemi nella risposta dell’articolazione”. Notizie liete che fanno ben sperare una squadra che senza il suo miglior realizzatore viaggia con il record di 5 vittorie e 5 sconfitte.

Golden State bacchetta la dirigenza di OKC - Questa volta quindi, il ritorno in Oklahoma di Durant non genererà la tensione di cui era carico il match dello scorso 11 febbraio, ma la sfida ha già fatto esporre molto la dirigenza di Golden State rispetto a quanto successo nella gara del mese scorso. Secondo la squadra di San Francisco infatti l’atteggiamento dei Thunder è stato connivente con quello dei tifosi, non in grado di placare l’astio del pubblico nei confronti di un giocatore che per nove anni ha fatto la storia della franchigia. Il silenzio della dirigenza di OKC a detta degli Warriors, ha infatti contribuito a generare un ambiente ostile, offensivo e oltraggioso nei confronti dell’ex beniamino. Secondo quanto riportato da ESPN infatti, Golden State sottolinea come i Thunder dovrebbero essere grati a un atleta che oltre ad aver fatto la storia della franchigia, per quasi un decennio ha elevato un piccolo mercato come quello di Oklahoma City al ruolo di contender.

Le parole di Sam Presti - “Siamo molto grati a Kevin Durant per quello che ha fatto nei primi otto anni di vita degli Oklahoma City Thunder – commentò Sam Presti, GM di OKC, prima del match dello scorso febbraio -. Come già sottolineato, ci sono tante ragioni per cui dover restare in piedi ad applaudire oggi KD. Lui, assieme ai suoi compagni, ha investito a lungo tutte le sue forze per costruire una cultura vincente qui a Oklahoma City, un progetto che noi siamo orgogliosi di rappresentare anche grazie al suo lavoro”. Riconoscenza sì, soprattutto però che chi è ancora a bordo. “Siamo fortunati ad avere uomini come Russell, Nick, Steven e Billy; persone che credono fino in fondo in un progetto e che stanno facendo di tutto per guidarci verso nuovi capitoli vincenti della nostra storia”. Parole che si discostano molto da quanto lasciato trapelare dagli Warriors, abili in una manovra che ha come obiettivo più quello di ingraziarsi il proprio giocatore piuttosto che affondare il colpo contro quella che è una squadra che difficilmente preoccuperà Golden State sul parquet. Quello di Sam Presti non fu di certo un invito a fischiare Durant, anche perché l’obiettivo di OKC è quello di lasciarselo alle spalle nel più breve tempo possibile.