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NBA: vittorie playoff per Pacers, Bulls e Blazers

NBA

La tripla doppia di Jimmy Butler regala il successo e il settimo posto a Est ai Chicago Bulls. Vince anche Indiana il delicato incrocio contro Milwaukee. Portland rimonta in casa contro Minnesota e riduce al minimo le sperenze playoff di Denver

Indiana Pacers-Milwaukee Bucks 104-89

Indiana batte con merito Milwaukee e ritorna all’ottavo posto della Eastern Conference. Una vittoria che serviva più ai Pacers e in campo si è vista tutta la differenza di approccio. “Il senso di urgenza di cui così spesso avevamo parlato, finalmente è venuto fuori da parte di tutti”, commenta un soddisfatto Paul George al temine di una sfida da 23 punti e 10 rimbalzi. “Il rimpianto è legato alle occasioni perse in precedenza, quando potevamo consolidare la nostra posizione in classifica che ci avrebbe permesso di non essere ancora invischiati nella lotta”. Quella contro i Bucks però è una prova di forza, con ben sei giocatori in doppia cifra più l’intramontabile Lance Stephenson che chiude a quota nove. “Queste partite ci permetteranno di diventare molto più squadra – commenta Myles Turner, che di punti ne ha realizzati 15 -; siamo stati inconsistenti per tutta la stagione, ma dopo queste partite saremo finalmente pronti per affrontare i playoff”. Il vero problema però è che l’accesso alla post-season non dipende soltanto dai risultati dei Pacers. “Non controlliamo in realtà il nostro destino – ricorda amareggiato George -, dobbiamo sempre dare un occhio a quello che fanno Chicago e Miami. Bisogna sempre sperare che loro perdano colpi per strada, mentre a noi tocca il compito di darci una possibilità di restare in corsa”. Dall’altra parte, 25 punti per Giannis Antetokounmpo e 15 per Mirza Teletovic in uscita dalla panchina. “A marzo e aprile spesso è volentieri capita di incrociare squadre che vogliono vincere a tutti i costi – commenta coach Jason Kidd -, che vanno a caccia dei playoff. Non puoi mai permetterti di tirare il fiato, come abbiamo pensato di poter fare noi stasera”.

Philadelphia 76ers-Chicago Bulls 90-102

Il discorso è sempre lo stesso; nella corsa playoff a Est i Chicago Bulls hanno un lusso e un vantaggio enorme rispetto a tutte le altre squadre: Jimmy Butler. Il numero 21 è spesso e volentieri il giocatore più forte sul parquet, in grado di essere trascinante e decisivo in queste ultime fasi di regular season. Con Dwayne Wade ancora ai box e Rajon Rondo costretto a sedersi a causa di un problema alla caviglia, per Butler alla sirena sono 19 punti, 10 rimbalzi e 10 assist, tutto quello che serve per portare a casa un successo che vale l’aggancio ai Pacers e soprattutto per portare Chicago al settimo posto. I Sixers vanno sotto dopo soli quattro minuti e non riescono più a tornare in partita, in una sfida in cui le motivazioni erano tutte dalla parte degli ospiti. “So bene dove voglio portare questa squadra”: mai parole furono più rassicuranti di quelle di Butler a fine gara, supportato da un ottimo Nikola Mirotic da 22 punti, 8/11 al tiro, 8 rimbalzi e 6 triple. “Durante uno degli ultimi timeout Niko mi ha chiesto più volte di passarla a lui e di non preoccuparmi del resto”, racconta l’All-Star dei Bulls. “Aveva già mandato a bersaglio cinque bombe: è arrivata anche la sesta”.

Portland Trail Blazers-Minnesota Timberwolves 105-98 

Vincono in rimonta i Portland Trail Blazers, prendendosi a stretto giro la rivincita contro i T’wolves dopo la sconfitta di quattro giorni fa e soprattutto rilanciando in maniera quasi definitiva le proprie speranze playoff, allungando a due partite di margine il vantaggio su Denver, sempre più condannata a restare fuori dalla post-season. Per oltre metà gara però, a condurre il match sono stati gli ospiti, guidati dai 36 punti di Andrew Wiggins e i 24 di Karl-Anthony Towns. È proprio quando il lungo di Minnesota commette il precoce quarto fallo a metà terzo periodo che Portland inizia a recuperare, piazzando il parziale da 10-2 in chiusa di quarto. A fare la differenza però è in negativo l’attacco dei T’wolves, incapace di realizzare un canestro dal campo per oltre otto minuti nella quarta frazione. Quando Wiggins torna a muovere la retina il +7 è diventato -8 e per Lillard e compagni è un gioco da ragazzi conquistare così la 39esima vittoria stagionale. Molto probabilmente quella della staffa. 

New York Knicks-Washington Wizards 103-106

Dopo il libero supplementare di Marcin Gortat del +15 a metà terzo quarto, la partita sembrava ormai tranquillamente avviata verso il dominio che tutti attendevano da parte dei capitolini. In pochi quindi avrebbero previsto la reazione d’orgoglio dei Knicks, ritornati a contatto grazie ai canestri pesanti di un Carmelo Anthony da 23 punti. Quando il numero 7 manda a segno il 101 pari, manca poco più di un minuto alla fine del match ed è a quel punto che entra in scena Bradley Beal: “Appena ho provato la penetrazione al ferro, Carmelo si è staccato dal suo uomo ed è venuto in aiuto difensivo. Appena ho visto il raddoppio, ho scaricato la palla e ho cercato di liberarmi lungo l’arco. Ho continuato a muovermi e appena ho ricevuto di nuovo la palla ho tirato senza star lì troppo a pensare. Per fortuna è andata dentro”. I tre punti più importanti della sfida arrivano così, quelli che valgono nuovamente l’aggancio al terzo posto con i Raptors. John Wall però, protagonista con 24 punti e 8 assist, continua ad avere le sue perplessità: “Noi abbiamo obiettivi ben più ambiziosi di una semplice vittoria in regular season. Puntiamo a fare bene ai playoff, ma non siamo in grado di migliorare la nostra difesa. Proteggere il proprio ferro è di fondamentale importanza nella post-season, visto che ogni possesso conta. L’attacco non è mai stato un nostro problema”.

Orlando Magic-Brooklyn Nets 115-107

Al termine di una partita che contava davvero il giusto, ossia poco o nulla, i Magic hanno vinto con margine controllando tutto il secondo tempo contro una delle squadre più in forma delle ultime settimane, quei Brooklyn Nets alla ricerca di prospettive per il futuro e non di certo di inutili vittorie per il presente. Dello stesso parere è anche coach Frank Vogel: “Per noi è stato un anno molto difficile, abbiamo vinto poco e incassato un sacco di sconfitte. Questo però non ha frenato il processo di crescita di giocatori come Elfrid Payton e Aaron Gordon, in particolar modo nella seconda metà di regular season”. Un’intesa che via via va maturando, come dimostrato anche dallo spettacolare canestro realizzato dal numero 00, volato al ferro a inchiodare l’imbeccata alzata sul tabellone dal proprio playmaker: “È la prima volta nella mia carriera che sono riuscito a fare un assist del genere – racconta Payton -; ne avevamo parlato un paio di volte, ma finalmente abbiamo avuto l’opportunità di farlo in partita”. Resta lo show e poco altro, dunque, mentre ai Nets non bastano i 32 punti di Jeremy Lin e i 20 di Caris LeVert; anche lui è un prospetto che potrà crescere in futuro, ma bisognerà avere molta pazienza.