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All Star-Game, si cambia: niente più Est e Ovest, scelgono i capitani

NBA
LeBron James in azione durante l'All-Star Game 2017 (Foto Getty)

Cambia la formula nella partita delle stelle della domenica: i due capitani (quelli che hanno preso più voti) potranno scegliersi il proprio roster, mescolando così le carte tra i giocatori della Eastern e della Western Conference

“Quanti siamo? Dieci. Perfetto, cinque contro cinque. Come ci dividiamo? Dai, i due più forti fanno i capitani e scelgono gli altri quattro…”. Lo so, è successo a tutti, ma davvero a tutti di essere lì in piedi, in attesa di una chiamata che con il passare del tempo diventava sempre più umiliante, fino a quando magari non restavi soltanto il decimo che serviva a tappare il buco e a compensare la parità dei giocatori in campo. Una sensazione che dal prossimo febbraio proveranno (in parte) anche i giocatori NBA, vista la riforma che cambierà la partita delle stelle all’All-Star Game prevista per il prossimo 18 febbraio a Los Angeles. La selezione dei 24 giocatori di base non cambia: dodici per Conference, seguendo lo stesso schema di votazione percorso in passato. Arrivati sul parquet però, le cose cambiano: i due giocatori che hanno preso più voti (uno per Conference), diventano i capitani delle squadre e possono scegliere i giocatori a prescindere dalla franchigia e soprattutto dalla costa di provenienza. “Si mischiano i quintetti”, si direbbe per rendere al meglio l’idea: l’obbligo iniziale è quello di selezionare con le prime quattro chiamate i giocatori che il voto ha portato a essere titolari. E poi tutti gli altri, in un calderone tutto mixato che potrebbe finalmente permetterci di vedere anche giocatori della stessa squadra fronteggiarsi. Tutto dipenderà da ciò che decideranno di fare i capitani, chiamati a fare valutazioni non tanto e non solo di breve periodo, ma anche considerazioni legate alla possibile offesa arrecata a un giocatore rimasto in attesa troppo a lungo: campioni del genere non sono abituati ad aspettare tanto tempo il loro momento; se solo avessero vissuto un’infanzia come la nostra, capirebbero che è la cosa più naturale del mondo.