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NBA, Michael Jordan: “I superteam fanno il male della NBA, le altre 28 sono spazzatura”

NBA
Michael Jordan con il suo amatissimo sigaro in una foto del 2006 (Getty)

Il proprietario degli Charlotte Hornets in un'intervista ha espresso i suoi dubbi sull'equilibrio competitivo della NBA: “Ci sono una o due squadre che sono grandi, e altre 28 che per forza di cose sono spazzatura"

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Quando parla uno come Michael Jordan, è inevitabile che tutto quello che dice fa notizia. Anche quando si concede per una rara intervista one-on-one per una rivista che con lo sport, in realtà, avrebbe poco a che fare come Cigar Aficionado, mensile che da 25 anni racconta la passione per i sigari negli Stati Uniti. Proprio per festeggiare il 25ennale della rivista, il direttore ed editore Marvin R. Shanken è riuscito a mettere in copertina nientemeno che Michael Jordan, che di sigari ne ha fumati tanti in carriera, ma nessuno eccezionale quanto i sei accesi immediatamente successivi ai titoli NBA della sua carriera. Tra i tanti temi trattati, l’attuale proprietario degli Charlotte Hornets ha parlato anche degli equilibri della lega nell’era dei cosiddetti superteam: “Penso che, dal punto di vista della competitività, facciano male alla lega nel suo complesso” ha dichiarato MJ. “Ci sono una o due squadre che sono grandi, e altre 28 che per forza di cose sono spazzatura, o quantomeno avranno tempi difficili per cercare di sopravvivere economicamente”. Ovvio il riferimento ai Golden State Warriors, che dopo l’arrivo di Kevin Durant hanno compilato una delle più grandi post-season di sempre perdendo solo una gara, ma anche ai Cleveland Cavaliers contro cui si sono scontrati negli ultimi tre anni – una trilogia mai vista nella storia della lega. Curioso però che di fatto MJ abbia definito come “spazzatura” un gruppo di cui fa parte anche la sua stessa squadra (chissà come l’avranno letta nello spogliatoio degli Hornets…), per quanto in realtà il senso della dichiarazione vada letta in senso più ampio. Curioso anche che queste parole arrivino da un giocatore che ha di fatto reso le sue squadre dominanti per tutti gli anni ’90, vincendo sei titoli sui sette playoff in cui è sceso in campo in quel decennio, di fatto diminuendo la competitività della lega con il “suo” superteam. Ma l’opinione rimane informata e di rilievo, per quanto sarebbe interessante approfondirla sulla base della sua esperienza passata e presente.