Terza sconfitta in quattro gare per i vice-campioni NBA, dominati dai 29 punti con 12 rimbalzi e 10 assist dell'ex lungo di Sacramente e dai 30 punti di Anthony Davis. Decisivo il parziale di 34-18 nell'ultimo quarto, con LeBron James in panchina
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“Diventeremo una squadra speciale. Non è soltanto una sensazione. Lo sappiamo”. Le parole che escono dalla bocca di Anthony Davis al termine della convincente vittoria 123-101 contro i Cleveland Cavaliers sono qualcosa di nuovo per la stella dei Pelicans, a lungo lasciato troppo solo in passato a predicare nel deserto della Lousiana. I suoi 30 punti, 14 rimbalzi e 3 stoppate al rientro dall’infortunio non sono certo una novità per coach Gentry e per i suoi compagni, ma lo sono la presenza di un supporting cast capace di assecondare gli sforzi del n°23. E qualcuno addirittura superarli, come nel caso di DeMarcus Cousins, autentico protagonista di una serata chiusa in tripla doppia con 29 punti, 12 rimbalzi e 10 assist. Si tratta solo della quarta volta nella storia della NBA che un giocatore fa seguire a una prestazione da 40+20 (punti e rimbalzi, nel suo caso) una tripla doppia nella gara successiva. Gli altri? Wilt Chamberlain, Oscar Robertson ed Elgin Baylor. “Mi diverto a vincere. Voi no?”, ha chiesto divertito il lungo ex Sacramento ai giornalisti nel post-partita. “Abbiamo vinto di squadra [tirando il 53% dal campo, ndr]. Stiamo iniziando a capire cosa ci vuole per vincere certe partite, e oggi sentiamo di poter competere contro tutti”. E quando Cousins dice che la vittoria è stata di squadra, lo dice a ragione: per la prima volta nella storia della franchigia, New Orleans ha contato tre giocatori con 29 o più punti, perché alla coppia di ex Kentucky Wildcats si è aggiunto anche uno scatenato Jrue Holiday (29 con 12/17 al tiro e 9 assist). Ciliegina sulla torta i 24 con 10/13 dal campo di E’Twaun Moore, in quintetto al posto di Rajon Rondo (ancora infortunato), capace di segnare i primi cinque tiri della sua gara (tre dei quali da tre punti) firmando così il primo break della gara, che ha portato i Pelicans sul 40-27 all’inizio del secondo quarto.
Cleveland: frustrazione ma niente panico
Un terzo quarto favorevole agli ospiti (31-24) con un Kevin Love caldissimo dalla lunga distanza (3/3 dall’arco e 11 dei suoi 26 punti, altri 9 aggiunti da LeBron James) riporta in partita i Cavs (-6 sull’89-83) ma l’ultimo periodo è tutto a favore dei Pelicans, che tirano oltre il 57% dal campo e sfiorano il 54% (7/13) da tre punti, contro il misero 2/11 dei tiratori di Cleveland. Il parziale degli ultimi dodici minuti è un impietoso 34-18 e spicca la presenza in campo di LeBron James (18 punti, 8 assist e 3 rimbalzi per lui, con solo 6/11 al tiro) per soli 6 secondi. Per i Cavs si tratta della terza sconfitta nelle ultime quattro gare (e la settima consecutiva contro i Pelicans a New Orleans) nonostante il rientro in rotazione di Dwyane Wade. Per “Flash” 15 punti in 23 minuti dalla panchina, un ruolo a lui poco usuale ma che giura di aver accettato: “Mi piace, coach Lue mi vuole spesso con la palla in mano, ad attaccare il canestro, come piace fare a me”. Un momentaccio, per la squadra vice-campione NBA, i cui giocatori però cercando di ostentare ancora tranquillità: “Siamo tutti molto frustrati, sappiamo di dover migliorare molto ma non è il momento di lasciarsi prendere dal panico”, le parole di Kevin Love. “Prima o poi ci stuferemo di essere una squadra da 50%, dobbiamo trovare più continuità”. A partire dalla prossima gara, in casa contro i New York Knicks: un’altra sconfitta sarebbe inaccettabile.