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NBA, super Westbrook e grande difesa: i Thunder travolgono i Bucks

NBA

Basta il primo tempo a OKC per avere la meglio di Antetokounmpo e di Milwaukee per 110-91, guidati dalla tripla doppia sfiorata da Westbrook e da una difesa convincente e organizzata

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La vittoria più convincente in questo inizio di stagione gli Oklahoma City Thunder la portano a casa grazie alla difesa, all’applicazione nella propria metà campo prima ancora della capacità invidiabile di trovare a proprio piacimento il fondo della retina. Il pericolo numero uno (in un’ideale classifica in cui il secondo arriva terzo) era ovviamente Giannis Antetokounmpo - MVP di queste prime due settimane, talmente tanto travolgente da dirsi deluso per una prestazione da 28 punti e 8 rimbalzi (con il 64% dal campo) in 27 minuti di gioco: “Ogni partita le difese provano a tenermi lontano il più possibile dalla loro area. Devo imparare a fare un lavoro migliore per andarmi a prendere quel tipo di conclusioni e per fare delle giocate decisive per me e per i miei compagni”. I Thunder infatti, aiutati anche dai problemi di falli che hanno limitato il tempo trascorso sul parquet dal talento greco nel primo tempo, avevano un unico obiettivo: tenerlo il più possibile lontano dal ferro. Ed è (anche) per questo che, nonostante le quasi 13 conclusioni di media tentate in area nelle prime sei uscite stagionali, Antetokounmpo ne abbia prese da lì soltanto sette delle sue 14 totali di serata. Merito della ragionata marcatura alternata su di lui da parte di Jerami Grant, di Paul George e soprattutto di Andre Roberson: “Prova sempre a fare di tutto per costruirsi lo spazio migliore e andare al ferro; concedergli il jumper da fuori è il male minore. Se mette anche quello, bravo lui”, racconta l’ex giocatore dei Pacers, a tempo perso anche il miglior realizzatore dei Thunder con i suoi 20 punti a referto. Un Antetokounmpo in parte limitato e per più tempo del previsto costretto a restare in panchina, unito all’1/14 dall’arco con cui i Bucks hanno dato avvio alla partita, hanno fatto sì che i Thunder volassero via sul 60-42 a fine primo tempo, per poi controllare nei restanti 24 minuti. I Big Four di OKC all’intervallo lungo erano a quota 48, meglio di quanto fatto da tutto il roster di Milwaukee, che oltre al numero 34 non riesce a trovare alternative credibili per mettere punti a referto.

Russell Westbrook, il Mike Tyson della NBA

Contenuto al meglio l’attacco avversario infatti, in pochissimi anche in NBA possono vantare un direttore d’orchestra del livello di Russell Westbrook, leader emotivo e tecnico dei Thunder che chiude a un assist dalla tripla doppia (12 punti, 10 rimbalzi e 9 assist); la sesta volta che gli succede nelle sole ultime due stagioni (nessuno in NBA ha messo a referto più di due partite del genere). Un trascinatore, una forza della natura che ti porta via con sé. “È il Mike Tyson della Lega – è il commento di coach Jason Kidd, che in quel ruolo ha giocato ad altissimo livello -; appena suona la campana, è pronto a uscire dal suo angolo e aggredirti. A prescindere da dove si trovi in campo e da cosa abbia fatto prima, lui conosce soltanto un modo di giocare: il più veloce e il più duro possibile. Sempre. È il migliore perché mette un sacco di pressione sulla tua difesa, su entrambi i lati del campo. Può giocare da solo, può avere al suo fianco talenti come George e Anthony; il suo modo di interpretare il baske non cambia: correre, spingere il contropiede e cercare sempre di servire il compagno libero”. Un riconoscimento non da poco, l’ennesimo per l’MVP della passata stagione. Le notizie positive per i Thunder poi non finiscono qui: c'è da sottolineare anche la prestazione da 17 punti di Jerami Grant, che non segnava così tanto dal lontano 1 aprile 2016. Una potenziale opzione in uscita dalla panchina di cui OKC va disperatamente alla ricerca, l'ultimo tassello che manca a un gruppo che dopo questa gara può certamente sentirsi un po' più squadra.