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NBA risultati della notte: LeBron, 23 punti nell'ultimo quarto! Houston prima a Ovest

NBA

La stella dei Cavs segna 23 dei suoi 33 punti nell'ultimo quarto dopo un rimprovero del suo allenatore e un taglio sopra al labbro, regalando ai Cavs il sesto successo consecutivo. Houston si prende il primo posto a Ovest battendo di 30 i Denver Nuggets. Davis e Cousins combinano per 53 punti e battono San Antonio, Middleton e Bledsoe toccano addirittura quota 70 nel ritorno del secondo a Phoenix. Tutti i risultati e gli highlights della notte NBA!

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Cleveland Cavaliers-Brooklyn Nets 119-109

IL TABELLINO

Per capire l’ultimo quarto da 23 punti di LeBron James, bisogna prima fare delle piccole soste nelle precedenti tre frazioni della gara contro i Brooklyn Nets. Nel primo quarto infatti James ha sbagliato una facilissima schiacciata in contropiede per dare il +10 ai suoi e subito dopo si è preso un brutto tiro, permettendo a Brooklyn di rimettersi in partita e chiudere il primo tempo avanti di un punto. Nell’intervallo coach Tyronn Lue, secondo quanto raccontato nel post-gara, ha preso a male parole la sua stella mettendolo davanti ai suoi errori, cosa che ha provocato la reazione di “King” James prima nello spogliatoio e poi, soprattutto, in campo. Prima però il Re ha avuto bisogno di un’altra “sveglia” quando si è scontrato inavvertitamente con l’ex Cavs Tyler Zeller, impatto che gli ha causato l’apertura di una ferita sopra il labbro. Il numero 23 di Cleveland è quindi tornato negli spogliatoio per farsi mettere un paio di punti e, una volta rientrato in campo nell’ultimo quarto, si è abbattuto come una furia sui Nets: con 4:25 da giocare per chiudere la partita, James ha segnato la bellezza di 18 punti consecutivi, segnando tutti i sei tiri tentati dal campo tra cui due triple e regalando la sesta vittoria in fila ai suoi. A fine gara il suo tabellino recita 33 punti, 5 rimbalzi, 6 assist con 11/17 dal campo 4/7 da tre per un rotondo +20 di plus-minus, accompagnato dai 18+10 di Kevin Love, i 18 di Dwyane Wade dalla panchina e i 14 di Jae Crowder. Agli ospiti invece non sono bastati i 20 di Rondae Hollis-Jefferson e i 18 di un altro ex della gara come Joe Harris per contenere la sfuriata di James, che dopo la partita ha commentato su quanto accaduto con il suo allenatore all’intervallo: “T-Lue sa come mettermi alla prova e sfidarmi. Dopo la schiacciata sbagliata ho preso un brutto tiro da tre, e anche quello successivo è stato ritenuto da loro un altro brutto tiro, perciò ha chiamato un timeout e da lì in poi la squadra ha perso un po’ di spirito. So che tutto comincia e finisce da me, perciò dovevo cominciare a giocare meglio – come poi è successo nel secondo tempo”.

Houston Rockets-Denver Nuggets 125-95

IL TABELLINO

Non c’è veramente storia tra Rockets e Nuggets: la squadra col miglior della Western Conference (complice la sconfitta di Golden State) scappa subito nel primo quarto segnando 36 punti mentre gli avversari producono la peggior frazione della stagione mettendone solo 17 a referto, e all’intervallo il +35 con cui Houston va al riposo sul 75-40 rappresenta il massimo concesso da Denver quest’anno. Nonostante le assenze di due tiratori come Eric Gordon e Ryan Anderson, la squadra di Mike D’Antoni non ha avuto problemi a vincere la nona partita nelle ultime dieci grazie a Chris Paul (23 punti e 12 assist) e James Harden (21, 8 rimbalzi e 9 assist), abili ad armare la mano del miglior Trevor Ariza stagionale con 25 punti e 7/10 da tre. Il tiro dalla lunga distanza è stato il solito fattore per i padroni di casa, che hanno chiuso con un eccellente 18/41 dall’arco, di cui tre portano la firma di Luc Richard Mbah a Moute, il cui incredibile +57 di plus-minus rappresenta il dato più alto degli ultimi 20 anni (playoff inclusi). Per Denver invece si conclude con due sconfitte la mini-trasferta da tre gare che li ha visti perdere anche Paul Millsap per tre mesi: “La NBA è tutta su e giù: si può andare dal punto più alto al punto più basso nel giro di un giorno” ha dichiarato coach Michael Malone. “È stata una trasferta emotivamente provante: perdere uno dei nostri migliori giocatori per un lungo periodo di tempo è un brutto colpo. Ma torniamo a casa uniti e con grande fiducia in quello che stiamo facendo”, ha commentato l'allenatore di Denver, che ha visto finire in doppia cifra solo tre giocatori (Barton con 20, Jokic con 17 e Harris con 13).

Charlotte Hornets-Washington Wizards 129-124 OT

IL TABELLINO

Bastano le parole di John Wall per sintetizzare la sfida tra i suoi Wizards e gli Hornets: “Avevamo vinto la partita, ma bisogna dar loro credito perché sono una squadra che non smette mai di combattere: sono tornati in gara e ci hanno strappato questa vittoria dalle mani”. I padroni di casa hanno infatti rimontato 9 punti negli ultimi 3 minuti e mezzo, forzando il supplementare grazie a un Kemba Walker da 24 punti e una stoppata decisiva su Bradley Beal di Dwight Howard, il migliore dei suoi con 26 punti e 13 rimbalzi. Uno di questi in attacco si è rivelato fondamentale per dare due possessi di vantaggio ai suoi nell’ultimo minuto di overtime, trasformando un air-ball di Jeremy Lamb (comunque eccellente con 24 punti e +26 di plus-minus) in due punti per passare da +3 a +5. Proprio la lotta a rimbalzo ha finito per piegare gli Wizards, che dopo l’intervallo sono andati sotto per 31-19 nella sfida sotto i tabelloni perdendo la terza partita nelle ultime quattro, nonostante i 31 punti con 11 assist di Wall e i 22 di Beal. Per Charlotte invece si tratta della settima vittoria in casa a fronte di due sconfitte, anche se si attendono notizie sull’infortunio di Nicolas Batum, uscito nel secondo quarto per una contusione al gomito sinistro che gli aveva già fatto saltare 12 partite a inizio anno.

Philadelphia 76ers-Portland Trail Blazers 101-81

IL TABELLINO

Potete già iniziare a segnarvi qual è il nuovo obiettivo stagionale di Joel Embiid: “Non voglio essere arrogante, ma penso di essere il miglior difensore della lega in questo momento. Le mie stoppate sono scese un po’, ma vado meglio a rimbalzo. Spero di poter vincere il premio di Difensore dell’Anno”. A vedere la "veloce" da pallavolo su Damian Lillard che ha di fatto chiuso la partita nel terzo quarto e i soli 81 punti concessi ai Blazers (miglior prestazione stagionale di Phila), rischiano quasi di passare in secondo piano i 28 punti e 12 rimbalzi con cui il centro camerunense ha aggiunto l’ennesima perla alla sua stagione. I Sixers hanno cominciato subito con un parziale di 16-1 con i Blazers che hanno sbagliato i primi 13 tiri tentati, rimanendo sempre sotto almeno di 8 punti tirando col 33% dal campo nonostante i 30 segnati da Lillard (ma solo 5 con 1/14 per C.J. McCollum). “Ci darei una A per la difesa e un C meno per l’attacco” ha dichiarato coach Brett Brown. “Abbiamo commesso tante palle perse (18, ndr) e preso tiri affrettati: avremmo potuto chiuderla prima”. Tra gli altri quattro giocatori in doppia cifra dei Sixers il migliore è un Ben Simmons che quasi non fa più notizia quando sfiora la tripla doppia: 16 punti, 8 rimbalzi e 9 assist con 3 recuperi e 2 stoppate per l'australiano.

New York Knicks-Toronto Raptors 108-100

IL TABELLINO

Se il terzo quarto di Golden State a Philadelphia di sabato scorso è stato impressionante, i New York Knicks contro i Toronto Raptors hanno fatto ancora meglio: il 41-10 con cui hanno trasformato uno svantaggio di 11 punti in un gap incolmabile di 20 lunghezze ha dell’incredibile, considerando anche il 28-0 con cui hanno schiantato una squadra da playoff a Est. Il mattatore di serata è stato Tim Hardaway Jr., autore di 12 dei suoi 38 punti (massimo in carriera) nel parziale decisivo insieme alla doppia doppia da 22+11 di Kristaps Porzingis, fondamentale per fermare un contro-parziale di 12-0 nell’ultimo quarto che aveva riportato gli ospiti a -6. Per Toronto i 25 punti di Kyle Lowry e i 18 di DeMar DeRozan non sono serviti per tenere aperta la striscia di quattro vittorie consecutive con cui si erano presentati nella Grande Mela e neanche quella di 8 successi in fila contro i Knicks, che non vincevano contro i canadesi da due anni.

Memphis Grizzlies-Dallas Mavericks 94-95

IL TABELLINO

Succede di tutto nell’ultimo minuto di gara tra Memphis e Dallas: prima Marc Gasol segna la tripla del pareggio sul 92-92 a 28 secondi dalla fine; poi Dennis Smith Jr. sbaglia il tiro del sorpasso con 8 secondi sul cronometro della gara; quindi JaMychal Green corregge al volo un errore di Tyreke Evans, vedendosi convalidato il canestro solo dopo l’instant replay (inizialmente era stato chiamata interferenza a canestro); infine, con soli 0.5 secondi per poter tirare, Harrison Barnes segna la tripla della vittoria alla tabella per il 95-94. L’ex Warriors – che ha confessato di non aver nemmeno visto la palla entrare visto che aveva una mano in faccia – è stato il miglior realizzatore dei suoi con 22 punti, 9 dei quali nell’ultimo quarto per rimontare il -15 con cui i Mavs avevano chiuso il primo quarto, il peggiore di tutta la stagione con soli 12 punti segnati dai texani. Si allunga così a sei la striscia di sconfitte consecutive di Memphis, che rimpiange un terzo quarto perso 35-16 e a cui non sono bastati cinque giocatori in doppia cifra guidati dai 18 di Evans.

Minnesota Timberwolves-Orlando Magic 124-108

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Sembrava essere una serata tranquilla per Minnesota, che grazie a un ottimo Jimmy Butler da 26 punti e il miglior Taj Gibson della stagione a quota 24 aveva costruito un comodo vantaggio di 26 lunghezze sugli Orlando Magic a fine terzo quarto. Ma visto che non c’è niente di facile in questa stagione dei T’Wolves, gli uomini di coach Thibodeau hanno concesso 38 punti agli avversari, segnandone però 18 per mantenere la distanza di sicurezza e portare a casa l’undicesima vittoria stagionale. “L’ultimo quarto è diverso, non si possono prendere decisioni superficiali” ha catechizzato coach Thibs, che grazie ai 22+11 assist di Jeff Teague e i 20 di Andrew Wiggins ha interrotto una mini-striscia di due sconfitte consecutive. Si allunga invece a sei quella dei Magic, che pur avendo un Aaron Gordon da 26 punti e 9 rimbalzi e il miglior Terrence Ross della stagione (22 punti) hanno pagato un terzo quarto perso 41-18, senza riuscire a rimontare nonostante l’aggressività mostrata nell’ultima frazione. “I nostri titolari sono rientrati un po’ arrabbiati per come erano andati nel terzo quarto” ha dichiarato coach Vogel. “Ma dobbiamo giocare arrabbiati per tutti i quattro quarti. Ne abbiamo perse sei in fila. Bisogna giocare in quel modo sia a inizio gara che per il resto della partita”.

New Orleans Pelicans-San Antonio Spurs 107-90

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Le "Twin Towers" di New Orleans svettano sulla testa dei San Antonio Spurs e portano a casa un successo che mostra soltanto in parte il potenziale di un duo che a tratti appare letteralmente incontenibile. Ventinove punti e 11 rimbalzi per Anthony Davis, 25 con 14 per DeMarcus Cousins, in una vittoria conquistata dai Pelicans nella prima metà di gara e diventata un massacro nel secondo tempo, a cui i texani sono riusciti a porre rimedio soltanto in parte: “Stiamo mettendo in mostra soltanto parte della nostra forza; dobbiamo riuscire a dare continuità ai nostri risultati”. Impossibile dare torto all’ex All-Star dei Kings, protagonista in difesa in un match perfetto anche sotto quel punto di vista per i padroni di casa: gli Spurs infatti tirano con il 39.8% dal campo e il 25% dalla lunga distanza, con i soli Pau Gasol e LaMarcus Aldridge che riescono a dare un minimo di continuità a un attacco molto stagnante e che non riesce a sfruttare quello che di solito è sempre un buon contributo in uscita dalla panchina: anche Rudy Gay (19 punti) e Dejounte Murray (14) chiudono rispettivamente con -14 e -12 di plus/minus. Dall’altra parte a festeggiare invece è Davis, diventato nella notte il secondo miglior realizzatore nella storia di New Orleans superando Chris Paul (fermo a quota 7.936 punti); l’ennesimo record di una lunghissima serie, mettendo nel mirino il primo posto di David West a quota 8.680.

Phoenix Suns-Milwaukee Bucks 107-113 OT

IL TABELLINO

In una notte da 14 partite è inevitabile passare in secondo piano o peggio ancora finire nel dimenticatoio, ma una delle gare più interessanti della serata è certamente quella andata in scena a Phoenix, con il primo ritorno da avversario di Eric Bledsoe a poche settimane di distanza dalla sua partenza in direzione Milwaukee. Giannis Antetokounmpo non c’è, tenuto a riposo per un affaticamento al ginocchio, e come lui buona parte del roster a disposizione di coach Kidd rimane fuori dai giochi. Sul parquet ci sono però Khris Middleton (autore di 40 punti, 9 rimbalzi, 3 assist e 4 recuperi) e il già citato Bledsoe, che mette a referto la sua miglior prestazione da quando veste la maglia dei Bucks: 30 punti, 6 rimbalzi e 7 assist decisivi, nonostante le 7 palle perse. I Suns sprofondano sul -15 nel quarto periodo e sembrano all’angolo, prima di risalire la china grazie ai 20 punti di TJ Warren e soprattutto ai 22 dell’altro ex, Greg Monroe, anche lui particolarmente coinvolto (emotivamente e non solo) nella sfida. A segnare il pazzesco canestro da tre punti del pareggio fuori equilibrio sulla sirena del quarto periodo è però Devin Booker, ancora una volta il miglior marcatore dei Suns con i suoi 23 punti. Fossero stati 25, avrebbero regalato anche il secondo overtime ai padroni di casa, ma il suo tentativo sul finire dei 5 minuti supplementari si ferma soltanto sul primo ferro. I Bucks vincono così un’importante partita, ritornando nuovamente in scia al treno playoff che li aveva visti lentamente perdere quota dopo le ultime due sconfitte incassate.

Utah Jazz-Chicago Bulls 110-80

IL TABELLINO

Ecco, quella tra Utah Jazz e Chicago Bulls invece è la tipica partita che nel dimenticatoio può tranquillamente finirci, dominata per 48 minuti dai padroni di casa contro una squadra sterile in attacco e inconcludente in difesa. La franchigia dell’Illinois infatti sta rapidamente precipitando, incapace di andare oltre i 15 punti di Robin Lopez e in drammatica difficoltà in una serata in cui Lauri Markkanen non è riuscito a brillare (3 punti e 1/9 al tiro). Senza l’unica fiammella di speranza accesa (è pur sempre un rookie, i passaggi a vuoto ci stanno), i Bulls crollano ancora di più sia in attacco (37% dal campo di squadra), che in difesa, concedendo 110 punti a un attacco asfittico come quello dei Jazz. Derrick Favors con i suoi 23 punti guida un plotone di ben sei giocatori in doppia cifra, mentre Donovan Michell parte titolare e chiude con 1/10 al tiro e 7 assist. A lui un passaggio a vuoto è concesso, Utah in fondo è una squadra che deve puntare ai playoff a Ovest.

Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 113-102

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Lonzo Ball contro De’Aaron Fox è uno dei temi della sfida tra Lakers e Kings e soprattutto una dei tanti confronti nella serata vinti dai padroni di casa. Sacramento infatti fa gara di testa per 40 minuti, rompendo da subito l’equilibrio e non voltandosi più indietro. Il protagonista del match è Willie Cauley-Stein, autore di 26 punti (massimo in stagione) con 10/14 al tiro; uno dei quattro giocatori in doppia cifra in uscita dalla panchina nella squadra di coach Joerger. Dall’altra parte ai Lakers invece non basta il 50% dal campo e il 51% da tre per vincere una partita alla portata dei gialloviola, travolti dal 55% abbondante al tiro con cui i Kings hanno chiuso la partita. Troppi, incassati da una squadra che dopo il successo di oggi non è più ultima a Ovest.