La stella dei New Orleans Pelicans si è visto fischiare due falli tecnici per proteste nello spazio di 15 secondi e ha reagito in maniera isterica, venendo espulso per la prima volta in sei anni di carriera. "È uno scherzo, ad alcuni è permesso tutto mentre ad altri..." ha commentato il compagno DeMarcus Cousins
Dopo LeBron James, un’altra stella della NBA ha provato per la prima volta il sapore amaro dell’espulsione dal campo per proteste. Ad Anthony Davis in sei anni di carriera non era mai successo di essere cacciato dal campo da un arbitro, ma nel secondo quarto della sfida di stanotte contro i Minnesota Timberwolves gli sono decisamente saltati i nervi, guadagnandosi due tecnici nel giro di 15 secondi: prima per un fallo non fischiato su una sua conclusione a canestro, poi per un fallo fischiato contro di lui in difesa. Il secondo, in particolare, è stato molto dubbio, visto che il tentativo di stoppata sembrava legittimo, come fatto notare anche dall’allenatore avversario Tom Thibodeau: “Quella situazione è difficile da giudicare per un arbitro” ha detto il coach dei T’Wolves. “Vista la stazza di DeMarcus [Cousins], Anthony [Davis] e Karl-Anthony Towns, lì sotto le cose possono farsi fisiche. Quando quei tre si accoppiano può esserci un fallo in ogni azione visti quanti contatti si scambiano”. È indubbio però che quella decisione dell’arbitro abbia cambiato l’andamento della partita: con il punteggio di 45-43 per Minnesota, Towns e soci hanno chiuso il primo tempo con un parziale di 17-6 andando all’intervallo sul +13 e controllando poi il secondo tempo senza quasi mai scendere sotto i 10 punti di vantaggio, chiudendo sul punteggio finale di 120-102. “Si poteva sentire che l’inerzia della gara era cambiata” ha ammesso Andrew Wiggins, il migliore dei suoi con 28 punti. “Ci ha aiutati a produrre quel parziale con il quale siamo riusciti a creare il distacco per poi vincere”. Davis non ha commentato l’espulsione che ha interrotto la sua prestazione da 17 punti dopo soli 17 minuti, ma ovviamente è stato Cousins a prenderne le difese: “È ovvio quello che succede. Anzi, è uno scherzo, un totale scherzo. Quello che non capisco è perché alcuni giocatori sono puniti per mostrare le loro emozioni… e ad altri invece è permesso e tutto va benissimo”. Sembra quasi che parli per esperienza personale...