Il veterano 36enne ha vissuto una serata di grazia contro New Orleans, realizzando 35 punti con 13 rimbalzi e 5 triple a segno, il suo massimo in 17 anni di carriera. Non si è fatto mancare neanche uno scambio di battute molto acceso con DeMarcus Cousins, certificando ancora di più il suo ruolo da "tuttofare" nei Sacramento Kings
La stagione dei Sacramento Kings non passerà alla storia come la più indimenticabile di tutti i tempi, per usare un eufemismo. La partita di stanotte, però, segna un piccolo momento per sorridere per tutti i tifosi dei Kings: andando a vincere sul campo di DeMarcus Cousins e i suoi New Orleans Pelicans, la squadra di Dave Joerger ha vendicato la sconfitta subita in casa nello scorso ottobre, quando “Boogie” segnò 41 punti con 23 rimbalzi, dominando in lungo e in largo sul campo che fu suo. Anche stanotte Cousins è andato bene nel tabellino (38 punti e 11 rimbalzi), ma è arrivato col fiato corto nel finale di gara quando è salito in cattedra un veteranissimo dei campi NBA come Zach Randolph. Il vecchio Zibo, 36 anni sulla carta d’identità e 17 di onorata carriera nella lega, si è tolto lo sfizio non solo di realizzare 35 punti e 13 rimbalzi con 14/22 al tiro sul campo di Cousins e Anthony Davis, ma anche di realizzare il suo massimo di sempre con 5 triple a segno su 9 tentativi, le ultime due delle quali per aprire il supplementare vinto dai Kings. L’ultima, in particolare, è il segno inequivocabile di una serata semplicemente magica: dopo aver recuperato l’ennesimo pallone vagante (e aver rifilato una mezza manata in faccia a Cousins), Randolph si è ritrovato in angolo praticamente con Jameer Nelson aggrappato addosso, senza potersene liberare dato che aveva già chiuso il palleggio. Imperturbabile, il vecchio Zibo si è creato spazio usando il suo corpaccione e – sempre rigorosamente senza saltare – ha lasciato andare il tiro del 108-105, vantaggio con il quale Sacramento non si è più guardata indietro. “Sapevo che quel tiro sarebbe entrato” ha detto dopo la gara il suo allenatore Dave Joerger. “Zach gioca per momenti come quello e per prendersi i tiri più importanti. Potremo anche non avere un grande record, ma quando si giocano partite come questa esce fuori la competitività. Lui, DeMarcus e Anthony si affrontano da anni e lui è il più anziano, perciò voleva dimostrare loro che aveva ancora qualcosa da dare”. L’ex giocatore di Memphis è alla terza partita con 20 o più punti nelle ultime quattro disputate e nei finali di gara è la prima opzione offensiva dei suoi insieme a Bojan Bogdanovic, peraltro tenendo un’efficienza più che accettabile (57% di percentuale reale) e un Net Rating di +20.3 per un record di 5 vittorie (delle 8 conquistate in tuta la stagione) e 4 sconfitte.
Lo scontro con Cousins e il ruolo di “tuttofare”
Soprattutto però Randolph si è reso protagonista con uno “scambio” di battute piuttosto acceso con Cousins: uno di fianco all’altro in attesa di un libero dopo una scaramuccia durata una trentina di secondi, il 36enne ha quasi gridato nell’orecchio dell’avversario “Nel mio quartiere i bulli vengono bullizzati”, marcando il territorio nei confronti di “Boogie” che aveva cercato di fare la voce grossa nei confronti di Buddy Hield. D’altronde Randolph è stato preso anche – se non soprattutto – per quello: dare un’altra personalità e un’altra “attitudine” ai suoi giovani compagni, mostrando loro come si sta al mondo e in campo. “Come mi chiamano? Il tuttofare” ha spiegato il veterano dopo la gara. “Farò tutto quello che vogliono che io faccia. Sono un uomo-squadra, uscirei anche dalla panchina, a me non importa. La cosa importante è il gruppo”. Tanto importante da cambiare anche le sue abitudini offensive: il gioco di Randolph sarà sempre basato sulle conclusioni a centro area, in particolare il suo classico semi-gancio sinistro che anche stanotte ha fatto danni alla difesa dei Pelicans, ma sta allargando sempre di più il suo raggio d’azione, come testimoniano le 52 triple tentate finora in questa stagione. Continuando di questo passo supererebbe di gran lunga il suo massimo in carriera registrato nel 2008-09 con 97 tra New York e Los Angeles, e con 19 triple a segno è già vicino a superare le 21 realizzate in tutta la sua ultima stagione. “Sto tirando da un po’ ormai: ci ho lavorato su, cercando di tirar fuori delle vittorie e fare del mio meglio per sviluppare questi giovani ragazzi. Quando ho visto un paio di triple andare dentro, mi sono detto: ‘Sono uno stretch 5’” ha detto dopo la gara. Una battuta, ma solo fino a un certo punto.