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NBA, ecco il nuovo Carmelo Anthony: più tiratore sugli scarichi, meno isolamenti in proprio?

NBA

Nella vittoria contro Atlanta il numero 7 di OKC ha realizzato il suo massimo stagionale con 7/12 da tre, giocando sugli scarichi di Westbrook e compagni. Un atteggiamento elogiato tanto dal suo allenatore quanto dai compagni e che ha permesso ai Thunder di vincere 9 nelle ultime 12 gare: reggerà fino a fine stagione?

Quando gli Oklahoma City Thunder hanno deciso di prendere Carmelo Anthony, con ogni probabilità si aspettavano di accogliere una versione un po’ diversa del giocatore che realmente si è presentato. Al di là delle dichiarazioni di facciata, l’ex stella dei New York Knicks non si è calato nella realtà di una squadra dominata da Russell Westbrook e Paul George indossando i panni di “FIBA Melo”, ovverosia il 4 tattico che apre il campo con il suo tiro da fuori ma richiede pochi palloni per se stesso, limitandosi a un ruolo di supporto. Il terzo membro dei Big Three ha giocato in larga parte seguendo lo spartito di quello che è sempre stato, ovverosia un attaccante di isolamenti (4.2 a partita, 6° in NBA) innamorato dei “non-paint 2s”, ovverosia i tiri dalla media distanza sui quali ha costruito gran parte della sua carriera. Solo che oggi Anthony è un giocatore di 33 anni che deve condividere oneri e onori con due superstar di maggiore grandezza rispetto alla sua, e il rendimento scadente dei Thunder ad inizio stagione – 8 vittorie e 12 sconfitte nelle prime 20 gare, attacco sotto la media ed efficienza incredibilmente scarsa nei finali di gara – forse lo hanno convinto che qualcosa doveva cambiare, a partire dal suo gioco che ha richiesto comunque uno Usage Rate sopra media con il 24.5% dei possessi utilizzati. La vittoria di stanotte contro Atlanta è stata forse la sua miglior prestazione finora in maglia OKC, non tanto per i punti segnati (24) quanto per il modo in cui sono arrivati i suoi 19 tiri, di cui ben 12 presi con i piedi dietro l’arco per realizzare il suo massimo stagionale con 7 triple a segno. Intendiamoci: Melo non ha eliminato del tutto i suoi amati “pull-up jumper” dalla media, tirandone comunque 7 e segnandone solo uno. Così come i Thunder non hanno eliminato i propri problemi, visto che molte delle recenti vittorie sono arrivate solo in finali tiratissimi (e anche stanotte si sono fatti rimontare 16 punti di vantaggio dai non indimenticabili Atlanta Hawks). Ma se non altro nel finale di gara è stato in grado di giocare in coppia con Westbrook portandogli blocchi su blocchi: piccoli segnali che fanno seguito a una prestazione da 2/6 nel successo contro Denver accettata con grande serenità – almeno a parole – da un giocatore dall’ego comunque ingombrante.

Donovan: “Pochi tiratori sono migliori di lui in NBA”

Anche per questo, coach Donovan non ha perso l’occasione dopo la partita di elogiare pubblicamente la disponibilità della sua stella di calarsi in un ruolo diverso. “Questa è stata la partita ideale di ‘Melo. Gli do tantissimi meriti perché questa situazione è molto diversa rispetto al passato, ma si è rivelato estremamente disponibile a fare qualsiasi cosa per aiutare la squadra a vincere. Ho sempre pensato che quelle opportunità [di tiro sugli scarichi] ci siano già da inizio stagione, ma non abbiamo avuto abbastanza consapevolezza della loro esistenza. Ora siamo più concentrati nel trovarlo in transizione, in penetrazioni, creando tiri migliori per lui, Quando ha i piedi dietro la linea, ce ne sono pochi migliori di lui in tutta la lega: è davvero un grandissimo tiratore”. I numeri danno ragione all’allenatore dei Thunder: quando riceve-e-tira, Anthony tiene una percentuale effettiva del 60% sfiorando il 40% da tre su quasi 5 tentativi a partita, segno che la mano c’è e ci sarà sempre. Al contrario, le percentuali calano quando si incaponisce nelle soluzioni personali, quelle che hanno costruito il grosso della sua carriera ma che oggi entrano solo col 40% effettivo, ma rappresentano comunque la maggioranza del suo attacco. Donovan però non si è dimenticato del passato ingombrante di Anthony, uno che ha una chance di poter finire un giorno nella Hall of Fame. “Da allenatore non puoi fare altro che apprezzare tutto questo da uno che è in NBA da così tanto tempo e con grande successo, uno che è andato all’All-Star Game per 10 volte in 14 anni diventando uno dei grandi di questo gioco”. E chissà che un ruolo meno dispensioso in attacco non lo aiuti anche a dedicare qualche energia in più alla metà campo difensiva, dove non sarà mai un grande difensore ma può comunque dare il suo contributo di esperienza e letture con le mani veloci.

Anthony: “Tutti devono capire il proprio ruolo, a partire da me”

Il numero 7, dal canto suo, ha fatto una sorta di mea culpa per quanto successo ad inizio stagione, riconoscendo di non aver ricoperto il ruolo giusto per quello che serviva alla squadra. “Penso che sia solo una questione di accettare questo ruolo, non ci vuole molto altro” ha commentato dopo la gara. “Basta solo capire che questa è la situazione in cui sono, questi sono i tiri che potrò prendermi e questo è il tipo di attacco che giocheremo: una volta accettato, bisogna imparare a lavorare in queste condizioni. È una delle cose che ho fatto nell’ultima settimana: permettere a me stesso di accettare questo ruolo e fare quello che serve per aiutare questa squadra a vincere. Mi ha aiutato la comunicazione e la visione dei filmati. Come ho detto a New York, tutti noi dovevamo capire qual è il nostro ruolo in squadra: penso di aver ormai capito quale è il mio”. In questa “nuova” gerarchia interna dovrebbe aumentare il coinvolgimento di Paul George, anche lui prontissimo ad elogiare il nuovo ruolo di Anthony: “È uno dei migliori della lega nel tiro sugli scarichi e lo è sempre stato nella sua carriera. Di sicuro è un’arma importante. So che per lui è una cosa diversa visto che era abituato ai tiri dalla media e giocare in post o ai gomiti, ma è una grande minaccia fuori dall’arco”. Insomma, l’apprezzamento di allenatore e compagni è arrivata: riuscirà a tenere fino a fine stagione o i vecchi difetti torneranno ad affiorare?