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NBA, pazzesca rimonta di Boston da -26 James Harden nel finale perde testa e partita

NBA

Due falli identici commessi nei secondi finali dal n°13 dei Rockets – cercando di liberarsi dalla marcatura di Marcus Smart – condannano Houston alla quarta sconfitta consecutiva. Boston ha 26 punti da Kyrie Irving, un super Terry Rozier nel quarto quarto e il canestro della vittoria da Al Horford

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Boston Celtics-Houston Rockets 99-98

TABELLINO

Bisogna partire dalla fine, perché ha dell’incredibile. Dopo essersi fatta rimontare gran parte dei 26 punti di vantaggio accumulati nel primo tempo, Houston sembra in grado di restare aggrappata alla gara, perché i Celtics sprecano ogni occasione del pareggio o del potenziale sorpasso. Quando sotto di tre Boston sceglie di segnare da due con la schiacciata di Jayson Tatum, mancano solo 7 secondi alla fine ma sulla rimessa dal fondo James Harden commette fallo nel tentativo di smarcarsi da Marcus Smart. La palla passa allora nelle mani dei padroni di casa e affidata in post ad Al Horford che a 3 secondi dalla fine porta i biancoverdi sopra di un punto, il primo vantaggio di tutta la serata. Harden, però, non ha ancora finito di fare danni: altra rimessa dal fondo per i Rockets, e altro fallo in attacco sempre nel tentativo di smarcarsi – spingendo platealmente – da Smart. Altro fischio arbitrale e addio successo: Horford viene mandato in lunetta dove sbaglia il primo ma poi appositamente anche il secondo lasciando a Eric Gordon solo il tiro della disperazione da oltre la metà campo ovviamente fuori bersaglio. Per Houston si tratta della quarta sconfitta in fila, un campanello d’allarme ancora più grave di quanto già non dica la striscia negativa per il modo in cui è arrivato il ko, con il proprio miglior giocatore (34 punti, 10 assist e 6 rimbalzi per lui, ma tirando 7/27 al tiro e perdendo 8 palloni) che mette in luce limiti prima di tutto mentali che non possono lasciar tranquillo coach Mike D’Antoni. “Nel quarto quarto non sono arrivati dei fischi che dovevano arrivare: mi hanno trattenuto, mi hanno messo le mani addosso, come faccio a pensare di potermi smarcare se ho due avversari che mi mettono le mani addosso tutto il tempo?”, si lamenta “Il Barba” nel dopo partita, dopo aver trascorso lunghi secondi alla sirena immobile in campo, fissando Marcus Smart, a suo avviso reo di aver ingannato gli arbitri nei possessi decisivi (0/7 al tiro e 4 perse per il n°13 di Houston, quando marcato da Smart). Ma Harden non ha finito, e anzi le critiche più dure riguardano un altro aspetto dell’arbitraggio: “Trovo assolutamente inaccettabile che una gara in tv nazionale venga arbitrata soltanto da due arbitri”. Per colpa di un improvviso dolore alla schiena, Mark Lindsay non riesce infatti a essere del match e lascia la direzione arbitrale della gara ai suoi due colleghi Tony Brothers e Gediminas Petraitis. 

Una rimonta impressionante

E dire che la gara sembrava tutta in discesa per la squadra texana, capace di aprire con un parziale di 12-0, chiudere avanti il primo quarto 32-12 (concedendo solo 5 canestri su 19 tentativi ai Celtics) e poi arrivando a guidare anche di 26 punti, prima di andare all’intervallo sopra comunque di 24, 62-38. Ma nel terzo quarto la difesa di Boston sale tremendamente di colpi, causa 7 palle perse agli avversari (tenuti a solo quattro canestri dal campo) e ispira il parziale di 31-16 (firmato da 12 dei 26 punti di Kyrie Irving) che riavvicina i padroni di casa. Nell’ultimo periodo determinante l’aggressività innanzitutto difensiva di Terry Rozier, che è però capace di segnare anche 8 pesantissimi punti dei 13 totali, gli stessi realizzati da Smart, autore anche delle due giocate decisive su Harden nel finale. Coach Stevens ne ha 19 anche da Jayson Tatum (pur con 0/3 dall’arco) e 10 da Marcus Morris dalla panchina: uno sforzo di squadra per mandare a libri una rimonta che nella NBA non si vedeva dal 9 aprile (Atlanta su Cleveland): le successive 92 squadre capaci di costruirsi un vantaggio di 26 punti avevano infatti sempre finito per vincere la partita ma questi Celtics (come sanno bene anche i Golden State Warriors, battuti dopo essere stati sopra di 17 punti) non sono mai morti. Per la squadra di D’Antoni il secondo miglior realizzatore alle spalle di Harden è il solito Eric Gordon, autore di 24 punti con 4 triple a segno, ma la panchina di Houston (che vede l’esordio dell’ex Celtics Gerald Green) produce solo 10 punti contro i 30 di quella avversaria. I Rockets sono ora attesi in back-to-back sul campo degli Washington Wizards: l’occasione giusta per mettersi subito alle spalle una serata da dimenticare.