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NBA, Thunder-Bucks, ancora un pasticcio arbitrale: “Non potevamo andare a rivedere”

NBA

Il canestro di Giannis Antetokounmpo che ha deciso la sfida tra OKC e Milwaukee è arrivato dopo che il greco ha pestato la linea di fondo. Due punti da annullare al termine di un’azione che gli arbitri non hanno rivisto all’instant replay: “Senza un fischio durante l’azione, non potevamo andare al tavolo a rivedere”. Ma il regolamento dice altro

Sembra una maledizione quella dei mancati fischi nei finali di partita in quest’ultima settimana NBA. Dopo quanto successo tra LeBron James e Kevin Durant nella gara di Natale e i presunti flop di Marcus Smart su James Harden (rivelatesi poi tutte decisioni corrette), è arrivata un’altra chiamata molto discussa a un secondo dal termine del match tra Thunder e Bucks. Dopo il 5-0 di parziale firmato Russell Westbrook che aveva rimesso in parità la gara a cinque secondi dalla sirena, coach Kidd non ha avuto dubbi: palla ad Antetokounmpo in isolamento spalle a canestro. Dopo la ricezione dalla rimessa, il talento greco è partito lungo la linea di fondo andando a prendersi di forza due punti al ferro nonostante il tentativo di stoppata di Westbrook. La giocata della partita, se non fosse stata viziata dal fatto che il numero 34 ha messo un piede fuori dal campo mentre volava a canestro. La situazione è particolare, perché subito dopo aver incassato i due punti, nessuno né dei Thunder né tra il pubblico si era reso conto dell’errore. Gli arbitri hanno fermato il gioco qualche istante per chiedere al tavolo di aggiungere quattro decimi mancanti sul cronometro e in quel lasso di tempo sugli schemi dell’arena è andato in onda il replay. A quel punto, visto il piede che oscurava la linea nera di fondocampo, è esploso il putiferio. Il pubblico della Chesapeake Energy Arena ha iniziato a invocare l’instant replay, con i giocatori di casa interdetti in attesa di una pausa che annullasse i due punti che non è arrivata. A quel punto era rimasto soltanto il tempo per Westbrook di provarci invano da lontanissimo, andando ben distante dal bersaglio. E mentre i Bucks festeggiavano nella loro metà campo un successo che sembrava essere sfuggito di mano agli ospiti (sul +22 nel secondo quarto), Carmelo Anthony e compagni cercavano invano una spiegazione. O quantomeno un ripensamento che non poteva più materialmente arrivare. Le parole dell’arbitro Derrick Stafford – in campo assieme a Leon Wood anche il giorno di Natale per Warriors-Cavaliers – arrivate nel report ufficiale a fine gara, non diradano le nubi:  “Per andare a rivedere un’azione bisogna che ci sia un fischio sul parquet. In questo caso non c’è stata nessuna chiamata, per questo non potevamo andare a rivedere”.

Il regolamento NBA: "Verificare se il tiratore è uscito dal campo durante l'azione..."

Peccato che, andando a leggere nel regolamento NBA tra le casistiche che ricadono sotto il controllo dell’instant replay, ci sia anche quella della verifica di situazioni del genere. Il testo dice: “Gli arbitri in campo possono andare a rivedere il video per determinare soltanto le situazioni specificate di seguito”, riportando poi al punto due: “Verificare se il tiro è arrivato in tempo, se il tiratore è uscito dal campo durante l’azione o se il pallone lo ha fatto prima di entrare nel canestro”. Una discordanza che andrà chiarita nelle prossime ore nel Last 2 Minutes Report, il quale oltre a confermare l’evidenza (il piede di Antetokounmpo sulla linea), dovrà spiegare nel dettaglio se fosse possibile o meno intervenire con l’instant replay. “Non possiamo farci nulla a questo punto, conviene dimenticare in fretta questo spiacevole accaduto e guardare avanti ed essere pronti per… contro chi giochiamo domenica? Dallas? Tutti pronti per la sfida contro i Mavericks”. Carmelo Anthony stigmatizza così quanto successo, come fatto da Josh Huestis, il giocatore deputato a marcare Antetokounmpo sull’azione incriminata: “Non puoi controllare l’arbitraggio; alla fine, essendo un perfezionista, preferisco guardare a me stesso. Avrei potuto mettere più pressione con la mia difesa, evitare che scappasse via sul fondo, punto. Questa è l’unica cosa che prendo sul serio di tutta questa storia. I fischi sbagliati ci saranno sempre, ma non possiamo farci nulla”.

Donovan: "Non è compito nostro pensarci; devono farlo la lega e gli arbitri"

Una decisione che ha reso vana l’ennesima super prestazione di Russell Westbrook, che quattro secondi prima aveva segnato un canestro pazzesco da tre punti per fissare il punteggio sul 95-95. Per lui è già un capitolo chiuso: “Non ho visto il suo piede in diretta, non potevo: ero impegnato a cercare di fermarlo, ma qualcuno avrebbe dovuto rendersene conto. Non conta più nulla adesso, acqua passata. Ciò che resta è il fatto che loro hanno schiacciato a un secondo dalla fine e hanno vinto la partita”. I Thunder hanno così interrotto la striscia di sei successi consecutivi, una battuta d’arresto naturale dopo quello che è stato il miglior periodo della prima parte di stagione. Coach Donovan vuole soffermarsi soprattutto su quello: “Guardo a questa cosa con uno sguardo totalmente diverso: la lega e gli stessi arbitri devono avere a che fare con questo. È una cosa su cui loro possono avere possibilità d’azione, noi no. Io posso solo fermarmi al pessimo primo quarto che abbiamo giocato e preoccuparmi di come porre rimedio. È chiaro a tutti che Antetokounmpo ha messo un piede fuori dal campo, lo abbiamo visto più e più volte. Gli arbitri non avevano l’opportunità di andare a rivedere quanto successo ed è questo di cui si deve occupare la lega”. Dal divano di casa sua invece, Paul George non ha usato mezze misure via Twitter: "Wow, niente passi né il fischio per il piede fuori dal campo?". Se lo sono chiesto in tanti, adesso bisogna solo aspettare la risposta ufficiale.