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NBA, Curry show: 44 punti e Clippers ko, Embiid&Simmons guidano i Sixers alla sesta in fila

NBA

Terza escursione stagionale a quota 40 per Steph Curry, che trascina i suoi con 44 punti e 10 assist, frutto di un ottimo 14/19 al tiro con 8/11 da tre punti. Gallinari non gioca gli ultimi minuti della gara per un problema alla mano (ma i raggi X sono negativi); solo 5 punti con 1/5 al tiro per Belinelli nella serata magica di Embiid (30) e Simmons (32)

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Golden State Warriors-L.A. Clippers 134-127

TABELLINO

È una di quelle sere in cui Steph Curry assomiglia tremendamente all’MVP NBA visto nel 2015 e nel 2016 e i primi segni che sia una partita speciale arrivano già al termine del primo quarto, quando il n°30 degli Warriors infila alla sirena uno dei suoi tiri speciali. Gli risponde a dire il vero Danilo Gallinari sull’ultimo possesso del primo tempo, mandando a bersaglio in grande stile un tiro da centrocampo per tre dei suoi 15 punti, di una gara che però lo vede costretto a restare in panchina nella seconda metà del quarto quarto per un problema alla mano. Il palcoscenico allora è tutto per Curry, che chiude con 44 punti e percentuali al tiro fantascientifiche: quasi perfetto dal campo (14/19 al tiro, con 8/11 da tre punti), non sbaglia un colpo neppure dalla lunetta (8/8) ma ci aggiunge anche 10 assist (compresi due passaggi sugli ultimi due possessi offensivi della gara, a Draymond Green e Kevin Durant) e 6 rimbalzi. Per lui è il terzo quarantello stagionale, il trentesimo in carriera: “Un passo nella direzione giusta – definisce la vittoria contro i Clippers – soprattutto perché stasera in campo ci siamo divertiti. Ora dobbiamo mantenere la concentrazione alta, da qui fino alla fine”. Nella vittoria su L.A. fa notizia anche l’altro "Splash Brother", Klay Thompson, che segna 19 punti e diventa solo il decimo giocatore nella storia degli Warriors a raggiungere quota 10.000 (solo i Celtics con 13 e i Lakers con 12 ne contano di più), superando anche Joe Barry Carroll al decimo posto tra i marcatori all-time della franchigia.

Gallinari segna 15 punti ma preoccupa la mano

In una gara dal punteggio altissimo, le percentuali dei padroni di casa sono quelle di una squadra che non può perdere: il 62.7% dal campo e il 56% da tre punti, con la mano dei tiratori armata dai consueti 31 assist di squadra (oltre ai 10 di Curry ce ne sono 8 per Durant, autore di 24 punti e 6 per Draymond Green, che chiude con 14 punti e 8 rimbalzi). Coach Kerr schiera JaVale McGee come centro titolare al posto di Zaza Pachulia (“Sto sperimentando”, ammette) e vede il bilancio dei suoi salire a 7-1 contro quelle squadre in grado di batterli durante la stagione (come aveva fatto L.A. il 10 gennaio). I Clippers però questa volta non riescono a bissare il successo nonostante mandino sette giocatori in doppia cifra, tra cui tutto il quintetto base. Esce però come spesso accade dalla panchina il top scorer di squadra, il solito Lou Williams che chiude con 21 punti e per la quarta volta in stagione supera la doppia cifra anche negli assist (12, suo massimo stagionale), evenienza successa una sola volta precedentemente nel corso della sua carriera. Finisce in doppia doppia anche DeAndre Jordan, autore di 16 punti e 14 rimbalzi, e 15 li aggiunge Danilo Gallinari ma solo con 5/15 dal campo e sbagliando ben due liberi (4/6, ne aveva sbagliati due in tutto dall’inizio della stagione). Quello che inizialmente preoccupa di più è il problema alla mano (gonfiatasi in maniera allarmante) che lo tiene in panchina nei momenti decisivi della gara, per quasi tutto il quarto quarto: i raggi X effettuati a fine gara danno però esito negativo e ci pensa lo stesso Gallinari sulla propria pagina Facebook a tranquillizzare tutti: "Tutto ok", il messaggio che fa tirare un sospiro di sollievo a tutti. Per L.A. si tratta solo del secondo stop nelle ultime sette partite.

Chicago Bulls-Philadelphia 76ers 115-116

TABELLINO

Quando ha firmato per Philadelphia Marco Belinelli continuava a ripetere di averlo fatto per giocare al fianco di due campioni come Joel Embiid e Ben Simmons: serate come quella contro Chicago non possono che dargli ragione: il centro camerunese chiude con 30 punti e 13 rimbalzi (la sua nona doppia doppia consecutiva) oltre a 5 assist, 4 stoppate e 3 recuperi mentre l’ex prodotto di Lousiana State ci aggiunge 32 punti, 11 assist, 7 rimbalzi e i due liberi decisivi a 5.6 secondi dalla fine. Dopo essere stati sotto di 5 a un minuto dal finale, i Sixers riescono a rimontare negli ultimi 60 secondi di gara e allungare così a 6 la striscia di successi consecutivi, interrompendo tra l’altro un digiuno di vittorie esterne che durava da 4 gare. La squadra di coach Brett Brown parte alla grande e va sopra 25-7 già a metà del primo quarto. Poi però si scatenano Bobby Portis e i tiratori da tre dei Bulls: il 9/12 dall’arco al termine del primo tempo è il motivo principale del rientro dei padroni di casa (18/34 il dato a fine gara) che vanno all’intervallo sopra di due, 69-67. Il secondo tempo viene condotto in sostanziale equilibrio dalle due squadre ma la tripla a 62 secondi dalla fine di Zach LaVine (23 punti per lui) porta Chicago sopra di 5, illudendo i tifosi dello United Center. Non è abbastanza, invece, come non sono abbastanza i 38 punti con 8 rimbalzi e un ottimo 15/26 al tiro di Portis, al suo massimo in carriera: oltre a Embiid e Simmons (suo il recupero decisivo nei secondi finali), Philadelphia manda due altri giocatori in doppia cifra (14 per J.J. Redick e 13 con 8 rimbalzi per Dario Saric) e riesce a superare la grande serata da tre punti degli avversari rispondendo con un più che dignitoso 38% accompagnato da un ottimo 51% dal campo. Dopo l’ottimo esordio contro Miami, chiuso con 17 punti, non riesce a ripetersi alla seconda gara in maglia Sixers Marco Belinelli, che si prende 5 tiri nei 25 punti minuti disputati su quello che è stato il suo campo a Chicago, tutti da tre punti, ma ne realizza uno solo e chiude con 5 punti e un recupero.